Capitolo 9 - Lezione

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−Facciamo due chiacchiere, ti va?

Era sconvolta. La nuda pietra le premeva contro la schiena graffiandola all'altezza delle scapole. Poteva percepire l'umidità della parete impregnarle il cappotto e il freddo strisciarle dentro fino alle ossa.

Sbatté le palpebre alcune volte prima di mettere ben a fuoco la persona di fronte a lei.

Era una donna. Non riusciva a individuarne l'età, ma l'argento aveva iniziato a striarle la chioma color mogano.

La teneva ferma, un braccio contro al petto costringendola contro la pietra umida, rendendole difficile anche solo respirare.

Cercando di mantenere il sangue freddo, chinò leggermente il capo dando un veloce sguardo al resto del gruppo.

Due uomini e tre donne. Tutti warg.

Sentì la mano della donna stringersi a pugno contro di lei. Con violenza la sbatté ancora una volta contro il muro per attrarre la sua attenzione, riuscendoci.

Elise alzò gli occhi metallici su quelli color ambra di fronte a lei.

−Cosa volete?

La gola le doleva, troppo stretta dal braccio della warg. Avrebbe dato qualsiasi cosa per far sembrare la sua voce ferma e sicura, ma l'unica cosa che ottenne fu un rantolo tremante.

Lì osservò lanciarsi delle occhiate.

−Guardati.

Uno degli uomini si fece avanti. Era giovane. Trentacinque anni al massimo, ma i suoi modi di fare lo facevano sembrare molto più vecchio.

−Sei solo una ragazzina. Quanti anni hai? Diciotto?

Era serio. Nessun velo di scherno macchiava la sua voce. Se ne stava semplicemente lì a fissarla con i suoi occhi da rapace, attendendo una risposta di cui, con ogni probabilità, non gli interessava nulla.

−Ventuno.

Con la gola libera, la voce era più stabile, ma il battere dei denti per il gelo non migliorava la situazione.

−Una ragazzina.

Sentenziò. Con passi lenti e calibrati le girò attorno, avvicinandosi pensieroso alla figura minuta della vilia.

−Devi andartene.

Socchiuse leggermente gli occhi. Cosa aveva detto Fenris? Mai esitare.

−Questo devo deciderlo io.

Era in netto svantaggio. Cinque warg la circondavano e lei non aveva nulla con cui difendersi, ma non sarebbe scappata.

Puntò gli occhi di mercurio in quelli dell'uomo. Non gli avrebbe permesso di decidere al posto suo. Non più.

−Stai tremando.

Era un dato di fatto. Il cappotto era ormai fradicio sulla schiena e pure i vestiti avevano iniziato a bagnarsi. Anche se avesse voluto controllarsi, non ci sarebbe riuscita.

−Sei troppo fragile per questo mondo.

Quella frase la lasciò spiazzata. Sgranò di poco gli occhi e senza fiato lo fissò.

−Sia mentalmente che fisicamente. Non sopravvivresti due ore in caso di un reale pericolo, non sei adatta per questo ruolo. Lascia che se ne occupi una professionista.

Quel discorso le fece rivoltare lo stomaco.

−È stata Riane a mandarvi?

Il suo sguardo si era fatto tagliente. Possibile che l'anziana che le era sembrata così gentile, fosse in realtà così meschina?

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