LE ECLISSI DELL'ANIMA

Capitolo 18: La Furia della Luce

La città celeste era un caos. Edifici crollati, fiamme che lambivano il cielo, e corpi senza vita giacevano sparsi per le strade. Matteo combatteva con una ferocia mai vista prima, la sua luce accecante annientando orde di creature oscure. Ogni colpo inferto era un grido di dolore, un urlo di rabbia contro l'oscurità che aveva osato invadere la sua casa.
Intanto, Abaddon, osservando la battaglia dalla sua torre, sorrise soddisfatto. Aveva scatenato il caos, e la luce stava vacillando. Ma la sua soddisfazione fu interrotta da un urlo straziante. Una delle sue guardie, trascinando una figura incappucciata, si avvicinò a lui.
"Ho portato la prigioniera, mio signore", disse la guardia, gettando ai piedi di Abaddon una figura che lottava per liberarsi.
Abaddon sollevò il cappuccio, rivelando il volto terrorizzato di Laura. Un brivido di eccitazione gli percorse la schiena. Avere sua cognata nelle sue mani era un colpo mortale per Matteo.
"Perfetto", disse Abaddon, con voce cavernosa. "Ora, il mio fratello sarà costretto a venire da me."
Nel frattempo, Matteo, sentendo un presentimento, si voltò di scatto. Vide Laura, prigioniera di Abaddon, e la sua rabbia esplose. Una furia cieca lo invase, oscurando la sua ragione.
Con un urlo straziante, si lanciò contro le guardie di Abaddon, annientandole una dopo l'altra. La sua luce divenne più intensa, più distruttiva, consumando tutto ciò che osava ostacolarlo.
Abaddon, sorpreso dalla ferocia di Matteo, sollevò una mano e lanciò un'onda d'oscurità ancora più potente. Ma Matteo, accecato dalla rabbia, non si curò del pericolo. Affrontò l'onda d'oscurità a testa alta, scontrandosi con essa in una battaglia titanica.
La città tremava sotto i loro colpi. Edifici crollavano, il terreno si spaccava, e il cielo si oscurò. Era una danza mortale tra la luce e l'oscurità, una lotta che avrebbe deciso il destino dell'universo.