Chapter 4: Casey

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Arrivo a casa stanca, con i piedi che chiedono pietà ed un mal di testa martellante, e alzo gli occhi al cielo non appena sento due voci urlare dal pianerottolo.
Fantastico, neanche l'aspirina mi farà stare meglio a questo punto.
Giro la chiave nella toppa ed apro la porta, rivelando mia madre con i capelli scarmigliati ed il rossetto rosso sbavato, mentre il mascara le cola sulle guance, segno che sta piangendo.
"No, Christine, sono stanco delle tue stronzate! Ti sei scopata il mio migliore amico in casa mia, come puoi essere cosí puttana?" Urla mio padre, entrando in soggiorno anche lui con un aspetto terribile, la camicia bianca spiegazzata e la cravatta allentata.
Guardo i due scannarsi qualche secondo prima di tirare un leggero colpo di tosse, ed i due si girando notevolmente scocciati prima di accorgersi che sono solo io.
"Casey..." mormora mia madre, avvicinandosi con le braccia aperte, ma io mi scanso, salendo verso la mia stanza a controllare mia sorella.
"Come stai, Gray?" Domando entrando nella sua stanza rosa e trovandola rannicchiata sotto le coperte a tapparsi le orecchie con le mani.
"Casey...sono così stanca" sospira, uscendo dal letto e venendo ad abbracciarmi, mentre io accarezzo piano i suoi capelli lunghi.
"Andiamo, prepara lo zaino per domani ed una borsa, andiamo da Mitch" dico, sciogliendo il nostro abbraccio, e lei annuisce mentre io lascio la sua stanza, entrando nella mia ancora accompagnata dalle grida dei miei genitori e dai singhiozzi di mia madre.
Questo è il risultato del matrimonio: urla, litigi e cuori infranti.
Ed è questo il motivo per cui mi tengo alla larga dall'amore, non voglio dare a qualcuno il potere di spezzarmi.
Afferro lo zaino di scuola e lo riempio con i libri per domani, mentre in un'altra borsa infilo il cambio per domani, nonostante Mitchell abbia a casa sua più vestiti miei che suoi.
Non é la prima volta che io e Gray andiamo a passare la notte a casa sua, poichè io non riesco a vivere con le due persone di sotto che si ostinano a definirsi miei genitori, e di sicuro non lasceró una bambina di dieci anni in balìa delle loro grida.
"Cas?" Chiede la vocina di Gray, e mi giro verso di lei, trovandola con lo zaino di scuola sulle spalle e la borsa che usa per il corso di tennis tra le mani.
"Brava, bambina. Mi cambio e sono pronta" le dico sforzando un sorriso, e quando vedo i suoi occhi color nocciola farsi lucidi mi si stringe il cuore, perchè non si merita di soffrire così.
Mi avvicino cautamente a lei, chinandomi ed abbracciandola, mentre pochi singhiozzi lasciano le sue labbra, facendo abbassare ed alzare velocemente il suo petto, e comincio a cullarla, sussurrando parole tranquillizzanti nel suo orecchio come facevo quando aveva due o tre anni.
La stringo a me mentre piange e, senza una ragione precisa, mi torna in mente la bambina che ho incontrato oggi nel diner, probabilmente perchè i suoi occhi sono molto simili a quelli di mia sorella, e continuo a cullarla finchè non sento il suo respiro farsi regolare, segno che si é calmata.
"Stai tranquilla, adesso andiamo" mormoro lasciandole un bacio sui capelli, e lei annuisce mentre mi stacco, cambiandomi velocemente dalla divisa del lavoro in un jeans ed una maglietta.
"Andiamo" esclamo, afferrando il mio zaino, la borsa e la mano di Gray, e mentre scendiamo le scale le urla si fanno sempre più intense, finchè un rumore di vetri rotti fa calare un silenzio temporaneo, e non appena entriamo in soggiorno vedo mia madre accovacciata per terra con la testa tra le mani ed il corpo scosso dai singhiozzi, mentre vetri di un vecchio vaso la circondano.
Gray fissa a bocca aperta la scena, mentre io sposto lo sguardo su mio padre, che tiene una mano premuta sulla fronte, e mi faccio coraggio prima di dire: "dormiremo da Mitchell. Ci...ci vediamo".
I miei genitori ignorano sia me che mia sorella, come se non avessi mai pronunciato quelle parole, ed una volta uscita di casa una lacrima calda solitaria riga il mio viso gelido per il freddo.
Come può l'amore trasformarsi in qualcosa di così orribile?

Amandine || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora