Chapter 15: Cinderblock Garden

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"Come diamine si allaccia una cravatta?" Sbuffo tra me e me, osservando il nodo poco riuscito in cui ho legato la cravatta mentre sento i palmi delle mani cominciare a sudare.
Piacerà il nuovo manoscritto? Il mio editore lo apprezzerà?
Decido di togliere la cravatta, lasciando soltanto il vestito nero e la camicia bianca, ed infilo i miei bracciali al polso.
Sembro piú vecchio vestito cosí, assomiglio fin troppo a mio padre.
"Ash, sono le tre, Casey è uscita da scuola, ti conviene spicciarti!" Urla Calum dall'altra parte della casa in cui sta vestendo Amandine, e sorrido tra me e me alla nomina della ragazza.
Incredibile come riesca a tranquillizzarmi, soprattutto dopo le sue parole di qualche sera fa.
"Arrivo!" Urlo di rimango, afferrando la borsa di lavoro, e non appena arrivo in soggiorno vedo Calum alle prese con i pantaloni di Amandine.
"Come si legano questi affari?" Chiede, sembrando decisamente frustrato mentre un ciuffo di capelli tinti di biondo gli ricade sugli occhi.
"Lascia, faccio io" intervengo, posando la borsa a terra e prendendo Amandine, che appena mi vede ridacchia.
"Bello papino" sorride, e mi si scalda il cuore a quelle parole mentre ricambio il sorriso e lascio un bacio sulla sua fronte, chiudendo finalmente i pantaloni.
"Grazie, Cal. Ti devo un favore" ringrazio il mio amico mentre scrive un messaggio a qualcuno, e non appena finisce mi sorride, augurandomi 'in bocca al lupo' prima di lasciare casa mia.
"Sei pronta ad andare da Casey, tesoro?" Chiedo alla piccola tra le mie braccia, afferrando con cautela la borsa da terra ed anche la borsa con tutto il necessario per Amandine, decisamente più leggera dell'altra volta.
"Mammina!" Esclama lei, battendo le mani, e di nuovo una fitta colpisce il mio cuore, facendomi desiderare per un secondo che Casey sia davvero sua madre.
Sarebbe una madre meravigliosa, di sicuro mille volte meglio di Nina, che è scappata.
Scuoto la testa, reprimendo i pensieri tristi, ed in un lampo carico Amandine sul suo seggiolino, stringendo bene le cinture nonostante siano pochi metri quelli da percorrere, ma la sicurezza prima di tutto.
"Arrivo, arrivo, arrivo! Ci sono, giuro che ci sono!" Sento esclamare dall'interno dell'appartamento di Casey, e scoppio a ridere sentendo anche un leggero fracasso.
"Eccomi!" Esclama un'ultima volta, e finalmente la porta si apre, rivelando la ragazza vestita di fretta e furia con i capelli ancora umidi che bagnano leggermente la maglietta che indossa.
"Scusa, ho avuto educazione fisica e ho voluto farmi una doccia...ma ora ci sono" dice non appena mi vede, ma non appena il suo sguardo cade su Amandine si rilassa ed addolcisce, avvicinandosi per guardarla negli occhi.
"Ciao, principessa" la saluta, afferrando una manina, e la piccola sorride prima di gettarle le braccia al collo.
"Tranquilla, non mi hai fatto aspettare, va tutto bene" tranquillizzo Casey, passandole Amandine che adesso sembra avere occhi solo più per lei.
"Devi scappare?" Chiede, sembrando leggermente triste mentre pone la domanda, ed io vorrei davvero restare, soprattutto sentendo il suo profumo inebriante di zenzero e vaniglia, ma ho un appuntamento con il mio editore che non posso rimandare.
"Purtroppo sì, ma quando torno potremmo parlare...potrei portare qualcosa da mangiare, cosí da...tipo, cenare insieme...se ti va, ovviamente" farfuglio, rendendomi leggermente ridicolo, mentre le guance della ragazza si fanno di un rosso acceso.
"Oh, sì, certo, va benissimo...stasera tanto non c'è neanche Gray" risponde, aprendo le labbra in un bellissimo sorriso che ricambio prima di essere costretto a tornare alla realtà.
"Devo veramente andare...a più tardi, ragazze" le saluto, dando un bacio sulla testa ad Amandine ed uno sulla guancia a Casey prima di volare giù dalle scale, aspettando con ansia che l'appuntamento di lavoro finisca per tornare da loro.

Amandine || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora