Chapter 5: Prove You Wrong

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"Papino, torta?" Mi prega per l'ennesima volta Amandine, indicando il diner davanti a noi con un ditino, ed io sospiro prima di prenderla in braccio.
"Dopo, tesoro, adesso dobbiamo andare dal dottore" rispondo, accarezzandole i ricci biondi, e lei curva verso il basso le labbra in un piccolo broncio.
Sospiro nuovamente e suono il citofono dello studio del dottore, facendo aprire immediatamente la porta, e lentamente a causa del peso della bambina salgo le scale, arrivando davanti alla porta del medico.
"Salve, il signor Irving?" Domanda la ragazza alla reception guardandomi con un fare annoiato, ed io annuisco prima di correggerla: "è Irwin".
"Non cambia. Il dottore la sta aspettando" risponde maleducatamente, ed io mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo prima di entrare nella porta da lei indicata, trovando un signore sui quarant'anni ad aspettarmi.
"Buongiorno" mi saluta con un sorriso prima di alzarsi, e non appena ci viene incontro Amandine nasconde il volto nell'incavo del mio collo.
Il medico scoppia a ridere prima di stringerle piano la gamba: "non mordo, piccolina".
"Si chiama Amandine" dico, sorridendo leggermente, e l'uomo presto ricambia: "un bellissimo nome per una bellissima bambina. Prego, si sieda" esclama, indicandomi la sieda davanti alla scrivania, e posando mia figlia sulle gambe mi siedo, tenendola stretta a me per la vita.
"Allora, che problema ha questa principessa?" Chiede, afferando un blocchetto di fogli bianchi ed una penna.
"Non riesco a farla mangiare tanto, ultimamente, ed è sempre stanca. Chiede sempre solo della torta, ed è l'unica cosa che riesco a farle mangiare" spiego, guardando con preoccupazione la bambina sul mio grembo che si guarda attorno meravigliata.
Il medico annuisce e scrive qualcosa sul foglio, facendo cadere tra di noi un silenzio rilassato, finchè non parla: "credo che non sia nulla di grave, è abbastanza normale da bambini aver voglia di mangiare solo un certo tipo di cibo. Le ho prescritto delle goccine ricostituenti, che la aiuteranno a restare in forze, e per quanto riguarda la torta...la assecondi, magari unendola a della frutta o dandogliela come premio dopo aver mangiato un po' di pasta" spiega, ed io mi ritrovo a sorridere ed annuire al ricordo della cameriera che le portò la torta con le fragole.
Casey, mi sembra.
Dopo aver ringraziato e salutato il dottore usciamo dallo studio, e rivolgo solo un cenno alla segretaria prima di portare Amandine dove mi aveva chiesto.
"Papino, torta!" Esclama tutta felice non appena entriamo nel diner, e subito l'odore di torta appena sfornata mi fa sorridere.
"Ben tornati!" Esclama una voce femminile sorridente, e mi giro a sinistra trovando la stessa cameriera dell'ultima volta con un sorriso sulle labbra.
"Ciao" la saluto informalmente, e subito faccio sedere Amandine accanto a me vicino alla finestra, mentre la ragazza (che si chiama effettivamente Casey, ho controllato il suo cartellino) ci viene incontro con un block notes tra le mani.
"Torta al cioccolato?" Chiede indicando Amandine con un sorriso, e la bambina si illumina improvvisamente battendo le manine e sporgendosi verso la ragazza con una gioia che non ha mai avuto se non per me e per i ragazzi.
"Lo prenderò per un sì" ridacchia, appuntandolo sul suo blocchetto, prima di guardarmi in attesa.
"Io...ehm, anche per me una fetta di torta al cioccolato" balbetto, arrossendo leggermente senza motivo, e Casey annusce prima di allontanarsi, mentre io la seguo con lo sguardo.
Noto che si ferma ad un paio di tavoli di distanza, parlando con un ragazzo dai ricci neri ed una bambina sugli otto, nove anni che ridacchia, e sorrido tra me e me vedendola così a suo agio con i bambini.
"Papino, zio Mike, zio Cal e zio Luke a cena stasera?" Mi chiede Amandine, mettendo in evidenza il buchino dei dentini non ancora spuntati, ad io sospiro prima di passarle una mano tra i capelli.
"E quando mai quei tre non sono a cena?" Borbotto facendola ridacchiare, quando improvvisamente non la vedo sporgersi verso Casey, che tiene in mano due piattini.
"Attenta, piccola" avverte la bambina, ed io la prendo giusto in tempo per evitare che uno dei due piatti cada.
"Torta al cioccolato e fragole...anche per il papà" esclama posando i piatti davanti a noi, e sorrido alle sue parole, quando sento una vocina da bambina chiamarla dal tavolo a cui era prima.
"Spero vi piaccia...comunque complimenti, la piccola diventa sempre più bella" dice con un sorriso dolce, ed io ricambio prima di dirle: "si chiama Amandine".
"Amandine? Non vuol forse dire qualcosa in francese?" Chiede, inarcando un sopracciglio, ed io annuisco prima di rispondere: "significa piccola mandorla".
"È un bellissimo nome, le calza a pennello. Se avete bisogno chiamatemi" dice, guardando ancora una volta Amandine che mangia le sue fragole prima di sparire verso il tavolo di prima, ed io mi ritrovo a dover soffocare un sorriso che minaccia di comparirmi sul volto.

Amandine || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora