Chapter 9: Heart Out

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"Stai ferma, tesoro, per favore...prima finiamo, prima ti asciugo" sospiro, versando una tazza d'acqua sulla bambina che si imbroncia, incrociando le braccia al petto mentre i capelli cadono afflosciati e bagnati sulla sua fronte.
"Voglio cartoni animati con zio Mike" borbotta, guardandomi con le sopracciglia aggrottate, e sorrido, urlando dal bagno: "Michael! Porta qui il tuo sedere molle!".
"Il mio sedere è molto sodo" sento protestare a voce alta dal soggiorno, e sogghigno mentre il dolce zietto fa il suo ingresso nel bagno.
"Vuole guardare i cartoni con te. Mi vai a prendere la tutina blu in camera sua e un paio di mutandine, per favore?" Chiedo, girandomi a prendere un asciugamano sul termosifone, e Michael annuisce prima di lasciare il bagno.
"Vieni qui, principessa" mormoro, alzando Amandine dall'acqua ed avvolgendola immediatamente nell'asciugamano caldo.
"Rosa" ridacchia, stringendosi nel panno, e sorrido prima di farle un buffetto sul naso, facendola ridere ancora di più.
"Asciughiamo i capelli, sennò ti ammali" dico, afferrando il phon ed accendendolo, cominciando ad asciugare i suoi capelli lunghi e boccolosi, facendomi un appunto mentale di cercare su youtube qualche tutorial su come asciugare bene i capelli alle bambine.
Sono un padre single, non sono un granchè con spazzole tonde e cose del genere. Forse potrei chiedere a Casey...
A quel pensiero sorrido, scompigliando i capelli di Amandine che sembrano spararsi all'improvviso, e quando non li sento più umidi al tatto spengo il phon, cominciando a pettinarli delicatamente con la spazzola che Amandine ha voluto a tutti i costi rosa.
"Oh, vedo un fagottino" esclama con voce infantile Michael, comparendo in bagno con la tutina e le mutandine.
"Esci, non hai il permesso di vedere parti in cui non batte il sole di mia figlia" rispondo, prendendogli i vestiti dalle mani e cacciandolo via giocosamente, procurandomi una sua risata.
Velocemente rivesto la bambina, a cui faccio una coda leggermente sbilenca per evitare che i capelli le vadano negli occhi. Potrei fare di meglio, ma rimango sempre un ragazzo, non me ne intendo di queste cose.
"Zio Mike!" Esclama battendo le mani Amandine non appena la poso a terra da dove era seduta, e veloce come un razzo corre via dal bagno, laaciandomi solo a scuotere la testa con un sorriso.
Ripiego con attenzione gli asciugamani e finisco di pulire, uscendo dal bagno una decina di minuti dopo con una stanchezza incredibile sulle spalle.
A passo strascicato arrivo in soggiorno, trovandomi davanti un quadretto d'eccezione davvero dolce: la piccola Amandine addormentata su Michael che continua ad accarezzare la sua schiena mentre guarda i cartoni animati.
Cercando di non svegliare mia figlia le lascio un bacio sulla testa e mi lascio cadere accanto a Michael, che mi guarda con espressione divertita.
"È dura essere padre a vent'anni?" Chiede con un sorriso sulle labbra, ed io mi limito ad annuire, troppo stanco addirittura per formulare una risposta coerente. "Hai chiesto di uscire a quella Amber?" Domanda nuovamente, continuando ad accarezzare la schiena di Amandine, ed io sospiro quando sento il nome della ragazza che cerca di uscire con me da ormai sei mesi.
"No, non so se voglio uscire con lei, Mike. L'ho incontrata solo una volta sei mesi fa, abbiamo fatto sesso...una cosa da una botta e via" rispondo sinceramente, fissando il soffitto bianco sopra di me.
"Potrebbe essere una brava madre...Amandine ha bisogno di una madre, Ash" tenta di dire, ragionevole come sempre, ma continuo a non voler trovare nessuno.
"Per ora andiamo bene cosí, c'è sempre mia madre, e poi c'è Casey" rispondo, arrossendo leggermente quando nomino senza pensare la ragazza del Serendipity.
"Casey?" Chiede, guardandomi con una confusione non destinata a durare, tanto che dopo poco le sue sopracciglia corrugate si rilassano.
"Ah, sí, la figlia della compagna di tuo padre...la grande, giusto?" Chiede, osservando pensieroso Amandine, ed annuisco, lasciando cadere il discorso mentre entrambi ci concentriamo sul povero orso tormentato da Masha in tv.
"Sarà meglio che vada, Luke sarà in pensiero, e non basterà Calum a calmarlo" sospira, porgendomi la bambina che mi appresto a prendere, stringedola a me mentre osservo intenerito come tiene in bocca il pollice, strigendolo talvolta tra le labbra come in piccoli spasmi.
"A domani, zio Mike" lo prendo in giro mentre si alza, e lo vedo sorridere prima che esca dal soggiorno, sbattendo la porta dell'ingresso dietro di lui.
Rimango ancora qualche minuto sul divano a cullare Amandine, che dorme beata, ripensando alle parole di Michael, e non appena le ho rimboccato le coperte del lettino le mie dita digitano il numero che non avrei mai pensato di chiamare.
Quello di Amber.

Mi sembra ironico scrivere questa storia dopo la notizia di oggi.
Scusate il ritardo.
Chiara.

Amandine || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora