POV ELENA
Quando alzai lo sguardo dagli appunti, mi resi conto che avevo finito di studiare. Gli argomenti della giornata erano tutti coperti, e per la prima volta da ore mi concessi di stiracchiarmi e guardarmi intorno. Laila e Christian erano ancora immersi nei loro libri, chiacchierando sottovoce su qualche dettaglio di un caso clinico che stavano analizzando. Sorrisi, pensando che avrei potuto lasciarli lì senza disturbare.
Quando mi girai verso Lando per dirgli che potevamo andare, lo trovai profondamente addormentato, con la testa appoggiata sulla mano e il telefono ancora acceso nell'altra. Per un momento mi bloccai. Era così rilassato, così lontano dall’immagine del pilota sempre sotto pressione che il mondo conosceva.
Mi avvicinai piano, cercando di non svegliarlo bruscamente. Posai una mano leggera sulla sua spalla e lo chiamai sottovoce. “Lando… Ehi, svegliati.”
Lui si mosse lentamente, aprendo gli occhi con uno sguardo confuso e vagamente colpevole. “Oh, mi sono addormentato?”
Annuii, trattenendo una risata. “Direi di sì. Andiamo a casa, ormai è quasi ora di cena.”
Lando sbadigliò e si stiracchiò, alzandosi dalla sedia. “Scusa, non volevo mollarti qui. Ma sì, meglio andare. Anzi, sai cosa? Ti porto fuori a cena.”
“Fuori?” chiesi sorpresa.
“Sì, dobbiamo far sembrare più vera questa storia, no? Qualche foto in un ristorante chic farà parlare ancora di noi.”
Lo guardai un attimo, pensando che in fondo aveva ragione. “Va bene, ma non esagerare.”
Una volta tornati a casa, salii in camera per prepararmi. Per l’occasione, scelsi un abito nero elegante ma non troppo appariscente, con spalline sottili e una gonna che mi arrivava poco sopra il ginocchio. Ai piedi indossai un paio di décolleté nere semplici, e completai il tutto con un cappotto beige lungo e una clutch nera. Mi sistemai i capelli in onde morbide e aggiunsi solo un velo di trucco: mascara, un po’ di blush e un rossetto nude.
Quando scesi, trovai Lando che mi aspettava nell’ingresso, vestito in modo impeccabile con una camicia bianca, pantaloni eleganti e un blazer nero. Mi guardò per un momento, quasi sorpreso, poi sorrise. “Sei bellissima.”
“Grazie,” risposi, sentendo le guance scaldarsi. “Anche tu non sei niente male.”
Arrivati al ristorante, capii subito che era uno di quei posti per cui Lando aveva un debole: raffinato, con un’atmosfera intima e dettagli di lusso ovunque. La sala era illuminata da luci soffuse, e il cameriere ci accompagnò immediatamente al tavolo migliore, trattandoci con un riguardo che chiaramente era dovuto alla fama di Lando.
Nonostante il trattamento di lusso, mi sentivo a disagio. Non era il mio mondo. Anche se la mia famiglia era benestante, avevo sempre evitato i posti troppo sfarzosi. Guardai il menù, e il prezzo di ogni piatto mi fece stringere lo stomaco. Non volevo che Lando spendesse tutti quei soldi per una semplice cena.
“Che c’è?” mi chiese, notando il mio silenzio.
“Niente,” risposi, cercando di sorridere.
“Non ti piace il posto?” insistette.
“Non è quello,” ammisi, cercando le parole giuste. “È solo che… non mi sento molto a mio agio in posti così. So che tutto qui costa tantissimo, e non voglio che tu sprechi i tuoi soldi per una cena.”
Lando rise piano, scuotendo la testa. “Elena, rilassati. So che non ti piacciono questi posti, ma oggi voglio viziarci un po’. E comunque, non devi preoccuparti dei soldi. Va tutto bene.”
Sospirai, cercando di lasciar perdere il mio imbarazzo. “Sei testardo.”
“E tu troppo modesta,” replicò con un sorriso. “Ora scegli qualcosa che ti piace e basta.”
Alla fine ordinammo, e devo ammettere che il cibo era straordinario. Ma più di tutto, mi resi conto che la compagnia di Lando rendeva tutto più sopportabile, perfino quel mondo fatto di lussi che non mi apparteneva.
Dopo che ci furono serviti i piatti, Lando posò il bicchiere di vino sul tavolo e mi osservò con un sorriso curioso. “Sai, ci conosciamo da poco, ma so così poco di te. Voglio dire, davvero poco. Raccontami di te, Elena.”
“Cosa vuoi sapere?” risposi, tagliando un pezzo di filetto e cercando di nascondere l’imbarazzo.
“Tutto,” disse, appoggiandosi allo schienale della sedia con aria rilassata. “Com’è la tua famiglia? La tua infanzia? Gli amici? Cosa ti ha portata a scegliere medicina?”
Rimasi un attimo in silenzio, cercando di mettere ordine nei pensieri. “Beh, la mia famiglia è... normale, credo. Mia madre è una persona molto determinata, il classico tipo che non si ferma mai. Mio padre invece è più riservato, ma sempre presente. Mi hanno sempre sostenuta, anche quando prendevo decisioni difficili.”
“E gli amici?” mi incalzò, curioso.
“Sono cresciuta con Laila, praticamente ci conosciamo da sempre. Poi ci sono altri amici, ma lei è quella di cui mi fido di più.”
“E medicina?” chiese, appoggiando il mento sulla mano. “Deve essere una scelta importante.”
Sorrisi, pensando al motivo che mi aveva spinta a intraprendere quel percorso. “Ho sempre voluto fare qualcosa che potesse aiutare gli altri. Ricordo una volta, quando avevo sei anni, mi sono sbucciata il ginocchio cadendo dalla bici. Mio padre mi ha medicata, e io gli ho chiesto come facesse a sapere cosa fare. Lui mi ha risposto che aveva imparato leggendo libri e studiando. Credo che da quel momento ho voluto imparare anch’io a prendermi cura degli altri.”
Lando mi osservò per un momento, poi sorrise. “È bello. Sei una persona molto altruista, lo sai?”
Scrollai le spalle, un po’ a disagio con il complimento. “E tu, invece? Raccontami qualcosa di te. Ma non su Lando Norris, il pilota. Voglio sapere chi è Lando, la persona.”
Lui sembrò sorpreso dalla mia richiesta, ma accettò. “Ok, vediamo... Sono il terzo di quattro figli, quindi sono cresciuto un po’ nel caos. Amo la mia famiglia, ma a volte era difficile attirare l’attenzione. Forse è per questo che mi sono buttato sulle corse. Mi piaceva avere qualcosa che fosse solo mio.”
“E fuori dalla pista? Cosa ti piace fare?”
“Mi piace il sim racing, ma quello è quasi un’estensione del mio lavoro. Diciamo che sono un tipo tranquillo. Adoro il golf, le cene con gli amici e... a volte mi piace semplicemente starmene da solo, rilassarmi e guardare serie tv. Niente di troppo speciale.”
Sorrisi. “Non sembri troppo diverso da chiunque altro, sai?”
“Lo prendo come un complimento,” rispose ridendo. “Ma sì, penso che la gente si dimentichi che dietro il casco c’è una persona normale.”
Continuammo a chiacchierare così, passando da argomenti seri a momenti più leggeri. Lando era molto più interessante di quanto avessi immaginato. Nonostante la sua vita fosse così diversa dalla mia, trovai in lui un lato umano che raramente veniva mostrato al pubblico.
Dopo cena, decise di prolungare la serata. “Vieni, facciamo una passeggiata,” disse, prendendomi per mano e guidandomi fuori dal ristorante.
“Dove andiamo?” chiesi, sorpresa.
“C’è un parco qui vicino. Mi piace l’idea di camminare un po’ prima di tornare a casa.”
La serata era fresca, ma non fredda. Passeggiammo tra gli alberi e i sentieri illuminati da qualche lampione sparso, parlando ancora di tutto e niente. Era piacevole, rilassante, quasi... normale.
Quando tornai a casa, mi resi conto di quanto mi sentissi a mio agio con lui. Mentre mi preparavo per andare a dormire, una parte di me cominciò a pensare che Lando, nonostante tutto, sarebbe potuto diventare un buon amico quando tutta quella storia della finta relazione sarebbe finita. Era una persona genuina, gentile, e sorprendentemente profonda.
Mi infilai sotto le coperte, e per la prima volta da quando tutto era iniziato, mi addormentai con un sorriso, pensando che forse quella farsa avrebbe portato qualcosa di buono.
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Amore sotto i riflettori // Lando Norris
FanfictionQuando l'immagine di Lando Norris, pilota di Formula Uno, viene minacciata da scandali, la sua squadra di PR propone a Elena Harrison, una giovane studentessa di medicina, di fingere una relazione romantica con lui per risollevare la sua reputazione...