1.The meeting

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"Tesoro, scendi con la valigia che Samantha e la sua famiglia sono qui sotto ad aspettarti!" Urla mia madre dal piano di sotto.
Mi guardo per un attimo allo specchio per accertarmi di essere presentabile.
I capelli biondi mi cadono morbidi sulle spalle ossute, e indosso un pantaloncino jeans abbinato a una canottiera colorata.
Appena ho parlato ai miei della proposta della mia migliore amica, hanno accettato senza esitare: i sensi di colpa fanno miracoli.
"Arrivo!" Urlo portando la valigia rossa giù per le scale, o meglio, buttandola giù dalle scale.
"Ricordati di ringraziare ancora i signori McCall." Mi ricorda.
"Si mamma, tranquilla. Non berrò, non fumerò e non girerò per i vicoli di notte. È così bello quando ti preoccupi così per me." Dico facendo finta di asciugarmi una lacrima.
"Fai la brava e chiamaci per qualsiasi cosa." Raccomanda mio padre ignorando la mia risposta sarcastica
Li abbraccio e esco di casa dirigendomi verso la macchina dei genitori di Samantha.
"Hanna!" Urla appena mi vide.
"Sam!" Urlo anche io correndo verso di lei.
"Sfigate!" Ci schernisce suo fratello imitando i nostri toni di voce ma senza staccare gli occhi dal suo telefono.
Luke, il fratello di Samantha, ha pochi anni più di noi e ci conosciamo da sempre.
Quando eravamo piccoli non facevamo altro che litigare, a volte arrivavamo persino alle tirate di capelli.
Non lo vedevo da quando era andato al college, e devo dire che si è fatto proprio bello: i capelli scuri gli cadono sul viso perfetto, la mascella squadrata è leggermente tesa e indossa una maglietta a maniche corte aderente che non lascia spazio all'immaginazione.
I suoi occhi azzurri sono ancora fissi sul cellulare quando mi avvicino all'auto e, entrando in macchina, gli tiro una sberla dietro il collo.
"Ahi!" Strilla stizzito spostando lo sguardo su di me e spalancando gli occhi.
"Che c'è, hai visto Leonardo DiCaprio alle mie spalle?" Scherzo.
Con lo sguardo continua a percorrere tutto il mio corpo per poi riconnettere il suo sguardo con il mio.
Ridacchia nervosamente riportando l'attenzione sul suo telefono.
"Tranquilla è solo molto felice di vederti! Non è vero, Lucas?" Chiede Samantha che ora è esattamente al suo lato sinistro.
Guardo la mia migliore amica confusa in cerca di spiegazioni, ma in tutta risposta lei mi lancia uno sguardo malizioso.
Dopo una chiacchierata con i genitori di Samantha, io e quest'ultima ci addormentiamo entrambe con la testa sulla spalla di Luke che si trova, sfortunatamente per lui, nel posto in mezzo.

"Ragazzi, siamo arrivati!" Ci informa il signor McCall.
Apro leggermente gli occhi facendomi uscire un grugnito infastidito dalle labbra socchiuse. Sento una cosa dura vibrare sotto la mia guancia.
Solo adesso mi rendo conto che, mentre Samantha ha la testa sulla sua spalla, io ce l'ho proprio sul suo petto scolpito.
Spalanco gli occhi e faccio per alzarmi ma il suo possente braccio mi blocca. Arrossisco di botto.
"Luke, levati all'istante." Borbotto infastidita.
Ride ancora facendomi alzare.
Mi strofino gli occhi per poi guardarlo.
Mi guarda con un espressione dolce in viso, è la prima volta che mi guardava così.
"Ehm, Luke che ne dici di svegliare Samantha." Appena pronuncio il suo nome lei si alza di scatto dalla spalla di suo fratello per poi guardarsi intorno.
"Finalmente!!" Urla uscendo dall'auto seguita a ruota da me e da Luke.
Dopo aver preso le nostre valigie, entriamo subito in casa e poi nella nostra stanza. È una camera grande con due letti uno affianco all'altro, una scrivania, due comodini e un armadio molto grande che avremmo diviso.
"Wow..." Dico quando finisco di osservarla.
"Adesso dobbiamo mettere subito tutto a posto così stasera potremo andare un po' in discoteca." Propone esaltata saltellando da una parte all'altra della stanza.
Iniziamo dal dividerci l'armadio e, dopo svariate ore, riusciamo a mettere tutta la camera in ordine.
Per andare in discoteca, lei si mette un tubino nero e io un vestito grigio corto fino a metà coscia e con una grande scollatura sulla schiena, ci trucchiamo non troppo pesantemente e ci aggiustiamo i capelli: lei liscia i suoi lunghi capelli neri, mentre io arriccio solo un po' le punte dei miei biondi.
"Mamma, io e Hanna usciamo!" Urla Samantha sbattendo la porta di casa dietro di noi senza aspettare nemmeno una risposta.

Appena entrata, vengo investita del nauseante odore di erba, alcool e sudore.
Samantha mi trascina fino al bancone ordinando due shots.
"Giù tutto d'un fiato!" Mi urla per sovrastare la musica alta.
Faccio come lei mi ha detto e la gola inizia a bruciarmi. Al terzo shot però, comincio a trovare quel bruciore quasi piacevole.
Ci buttiamo in pista e iniziammo a ballare tra i tanti corpi sudati.
Ragazzi, decisamente ubriachi, ci guardano, alcuni da lontano altri cercando di avvicinarsi,ma uno in particolare mi colpisce.
Non mi sta guardando, sembra immerso nei suoi pensieri.
È un ragazzo alto e muscoloso e con i capelli scuri. I suoi intensi occhi color nocciola sono puntati sul liquido all'interno del bicchiere che tiene in mano. È appoggiato al bancone in una posa decisamente sexy.
Sentendosi osservato, alza il suo sguardo su di me e mi sorride facendomi avvampare.
"Samantha!" Faccio per chiamarla ma si è già allontanata con un biondino verso il bagno, così decido di recuperare la mia borsa e uscire fuori a prendere un po' d'aria.
Mi siedo su un muretto affianco all'uscita e prendo il telefono rispondendo a un po' di messaggi.
Mi sento osservata, alzo lo sguardo e incontro di nuovo quegli occhi color nocciola.
Sta fumando una sigaretta appoggiato al muro e continua a fissarmi in quel modo irritante.
"Cosa hai da fissare?" Gli chiedo inacidita sbattendo rumorosamente il telefono sulla gamba.
"Ti da fastidio?" Mi chiede portando nuovamente la sigaretta alle sue labbra carnose facendomi vacillare.
"Non mi hai ancora risposto." Gli faccio notare.
"Neanche tu."
"Ma ti ho fatto prima io la domanda, dovresti rispondere prima tu." Mi impunto. Non risponde, continua solo a guardarmi negli occhi con uno strano sorrisetto.
"Allora??"
"Sto leggendo." Spiega come se fosse ovvio.
"Stai leggendo i miei occhi?" Chiedo alzando un sopracciglio e accennando un sorriso divertito.
"Si, ma sembrano essere scritti in una lingua a me sconosciuta." Mantiene il suo sguardo nel mio come se stesse seriamente cercando di decifrarlo.
"Come ti chiami?" Gli chiedo quasi in un sussurro mentre butta la sigaretta a terra.
"Dylan." Risponde regalandomi un mezzo sorriso.
"Dylan O'Brien." Poi si volta e se ne va lasciandomi sola con i miei ormoni ormai a mille.

'Mi chiamo Bond, James Bond.'
Quanto sono simpatica.

Okay, me la smetto.
Lasciate una stella e un commento se vi va.
Oppure, non cagatemi di striscio e continuate a leggere come faccio io con le altre fan fiction c:

~Giulia

Leggendo I Tuoi Occhi. [Dylan O'Brien]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora