18.The truth

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"Dove sei stata?" Chiede Luke, arrabbiato come non mai.
"Da Dylan." Ammetto senza troppi problemi.
Leggo l'evidente fastidio sul suo viso ma lo ignoro, ho già troppi problemi per addossarmi anche i suoi.
L'immagine del volto di Adele mi si para davanti facendomi sentire tutto l'odio che provo nei suoi confronti scorrermi nelle vene con prepotenza.
"E non hai pensato di avvisarmi? O di avvisare Samantha?"
"Io lo sapevo Lucas, e infatti te l'ho pure detto ieri sera!" Urla Samantha dall'altra stanza.
"Luke, sai che sono stata da Dylan. Mi spieghi che cosa vuoi da me?" Dico pacata mantenendo lo sguardo fisso davanti a me.
Voleva sapere se ci sei andata a letto!" Urla di nuovo Samantha.
"Sam, smettila!" Le urla il fratello stringendo i pugni.
Sbuffo annoiata.
"Senti, voglio solo sapere se hai fatto una cazzata, ok?"
Quando capisco dove vuole andare a parare, per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
"Luke, la verginità l'ho persa da un bel po', se è questo che vuoi sapere." Mi faccio scappare un sorriso, il primo sorriso che faccio dall'incontro con Adele.
In macchina con Dylan non avevo spiccicato parola e, appena aveva accostato davanti casa, ero scesa dal veicolo senza guardarmi indietro lasciandolo abbastanza confuso.
Luke sta per dire qualcosa, ma l'entrata di Samantha in soggiorno lo fa zittire.
"Devi raccontarmi cos'è successo con Dylan nei particolari." Si intromette lei afferrandomi per un polso e trascinandomi via da suo fratello.

"Wow." Dice una volta che finisco di raccontargli la mia mattinata.
Lei sa tutto del mio passato, infatti, appena avevo pronunciato il nome di Adele era sbiancata.
"Quella stronza ha capito chi eri?"
"Certo, gliel'ho sbattuto in faccia. Più chiara di così non potevo essere."
"Quindi tu conoscevi la sorella morta di Dylan, l' amica stronza della sorella di Dylan, anch'essa morta, e sua madre." Mi fa notare.
"Non dovresti parlarne con...ehm, fammi pensare. Ah si, CON DYLAN!?" Strilla peggio di un oca.
"Potevi dirlo anche mentendo un tono di voce basso eh! Non sono sorda anche se, probabilmente, adesso lo sono diventata." Dico gesticolando mentre prendo il cellulare e scrivo un messaggio a Dylan.
Dobbiamo parlare.
La risposta non tarda ad arrivare.
Non potevamo parlare oggi in macchina? ~D.
Okay, è incazzato.
È importante, riguarda Hurricane.
Come in precedenza, risponde subito.
Al parco dove vai sempre tra cinque minuti. ~D.
Sospiro chiudendo la chat e buttando il cellulare sul letto.
"Lo devo incontrare tra cinque minuti al parco." Avviso Samantha facendole spalancare gli occhi.
"Hanna, indossi ancora il vestito dell'altra sera e hai il trucco colato spalmato in faccia!" Mi urla indicandomi inorridita.
Appena mi rendo conto di quello che mi sta dicendo, spalanco anche io gli occhi e corro in bagno mentre mi lego i capelli in una crocchia disordinata.
Mi strucco alla velocità della luce, mi lavo i denti e mi faccio una doccia veloce senza capelli.
Sempre correndo, torno in camera e mi infilo l'intimo, un pantaloncino jeans, una camicia larga a righe bianche e celesti e le superstar.
Mi lascio i capelli legati e mi passo un po' di mascara sulle ciglia.
"Sono passati tre minuti!" Mi avvisa la mia migliore amica che sta cronometrando il tempo.
Afferro al volo la borsa, il cellulare e lo skate e mi precipito giù dalle scale.
"Grazie Sammy, ti voglio bene." Le urlo.
"Si okay, ma non mi chiamare Sammy!"
Ridacchio uscendo di casa e montando sullo skateboard.
Mi do due grandi spinte col piede destro e mi dirigo verso il parco.

DYLAN'S POV

Me ne sto seduto sulla panchina aspettando l'arrivo di Hanna.
Hanna.
Come sempre, un nome ha cui penso un po' troppo.
Baciarla era una cosa che volevo fare da tempo, e farlo era stato ancora meglio di come me lo aspettassi.
Le sue labbra erano così morbide.
Non so bene cosa questo voglia dire, e questo mi fa salire un incredibile fastidio.
Voglio dire, è normale volerla baciare di nuovo, di nuovo e di nuovo?
Forse sono solo i miei ormoni.
Aspetta, ma quali ormoni! Ho più di vent'anni, dovrei sapere come controllarmi, cazzarola!
Alzo leggermente la testa e vedo Hanna che sfreccia verso di me a bordo del suo skateboard.
Ho sempre voluto imparare ad andare sullo skate ma purtroppo sono negato.
Indossa una larga camicia che potrebbe essere benissimo di suo padre e tiene i capelli legati.
È incredibilmente sexy anche con quella camicia extralarge, ma il suo viso corrucciato mi fa preoccupare un po'.
Quando mi ha detto che doveva parlarmi di Hurricane, ero andato nel panico, letteralmente.
Cosa avrebbe mai potuto dirmi su mia sorella?
"Dylan!" Mi chiama credendo che non la stessi già guardando.
Le faccio un cenno col capo mentre lei  scende della skateboard afferrandolo con incredibile maestria e si dirige con passo deciso verso il sottoscritto.
Appena arriva davanti a me si ferma e mi guarda con sguardo attento.
"Quello che dirò non ti piacerà affatto. E, a essere sincera, non piacerà neanche a Samantha. Non ti sto per dire solo la verità, ma anche una teoria, di cui non ho rivelato nulla a nessuno."
La guardo stralunato, le sue parole mi si incidono dentro.
Si siede accanto a me per poi chiudere gli occhi e respirare lentamente.
È così bella, se non fossimo in questa situazione, la bacerei.
"Quando stavo alle medie avevo un amica. Non so se ne hai mai sentito parlare, si chiama Cassandra."
Assottiglio lo sguardo.
"Era un amica anche di Hurricane, un amica più piccola però." Mi ricordo.
Il suo sguardo si illumina.
"Si, si esatto! Cassandra peró era una ragazzina molto disturbata, un amante del controllo. Infatti, amava circondarsi di persone deboli come me e Hurricane." Spiega.
"Il giorno in cui conobbi Hurricane eravamo a casa di Cassandra, quando lei decise di farci fare q-quella cosa..." La sua voce si spezza e subito stringo la sua mano tremante con la mia.
Sembra un palazzo sul punto di crollare.
"Quale cosa?" Chiedo confuso.
Mi guarda sorpresa.
"Tu non lo sai?"
"No."
Rimane zitta per qualche secondo come se stesse rimuginando su qualcosa.
"Beh, questo a senso! Tu eri piccolo dopotutto. Più grande di me, certo, ma comunque non così grande da riuscire ad affrontare cose del genere."
"Parla Hanna."
Mi guarda con titubanza.
"Lei ci fece scoprire le braccia, ci mostrammo i tagli a vicenda." Chiude gli occhi per non piangere.
"Poi lei ci disse di tagliarci davanti a lei, io avevo la mia lametta ma Hurricane fu costretta a utilizzare quella di Cassandra." Svela guardandomi come per chiedermi scusa.
"I suoi tagli erano così...profondi. E quando si tagliò davanti a noi iniziò a perdere tanto sangue, davvero tanto.
Cassandra non voleva fare niente, ma io chiamai l'ambulanza e la salvai. Non che questo conti qualcosa, dato che...dato che..." La fermo stringendola forte a me e ficcando il viso nell'incavo del suo collo.
Quel contatto sembrò tranquillizzarla.
"Dylan, quando tua madre arrivò io le andai incontro, volevo consolarla..." Mi stacco da lei per sentire meglio cosa ha da dire.
Scuote la testa mentre le lacrime scendevano a fiotti dai suoi occhi stanchi.
"Non avrei dovuto, Dylan! Mi scambiò per Cassandra e mi tirò uno schiaffo."
Il suo viso si schiaccia contro il mio petto, mentre io l'avvolgo con le braccia.
"È per questo che eri così strana stamattina, l'hai riconosciuta." Affermo con sicurezza facendola annuire.
"Poco dopo se non sbaglio ci fu la morte di Hurricane." Continua.
"...E, esattamente un anno dopo, quella di Cassandra."
"Come è morta?"
"Dicono si sia buttata dal tetto della scuola."
"Dicono?"
Deglutisce rumorosamente prima di rispondere.
"È stata spinta."
"Ne sei sicura?"
"Si, Cassandra era troppo orgogliosa per rinunciare così alla sua vita."
"Chi sarebbe stato secondo te?"
"L'unica persona che abbia davvero provato odio nei confronti di Cassandra."
La guardo interrogativo in attesa di una risposta.
Nonostante lo shock iniziale, sono troppo curioso per fermare le mie domande.
"Adele, Dylan, tua madre."


SONO TORNATAAAA
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Scusatemi se sono sparita così, davvero, e mi dispiace che il capitolo non sia molto lungo, spero di potermi rifare con il prossimo.💗

//Come stanno andando le vostre vacanze?🌞
Io ho passato un mesetto nel Cilento e poi sono stata a Londraa

Un bacio, Giulia

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Leggendo I Tuoi Occhi. [Dylan O'Brien]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora