Si ragazze mie, quello è proprio il bel culetto di Dylan.
(Orgasmi multipli a go go)Tenevo gli occhi chiusi.
Se non posso vederlo non può farmi paura, pensavo.
Ma poi mi venne in mente il mostro che soggiornava nel mio armadio e che, nonostante non l'avessi mai visto, aveva la capacità di farmi accapponare la pelle solo al pensiero.
Così mi dissi, non fare la fifona Hanna, non hai più cinque anni!
Mi ci volle poco per capire che, avere sei anni pieni, non era molto diverso dall'averne cinque.
Stavo ferma su quel trampolino, guardando come la piscina e tutte le persone all'interno di essa sembrassero così piccole.
Avrebbe fatto piacere a chiunque sentirsi così potente, ma non a me, non ha una persona che ha paura dell'altezza.
Avevo paura di molte cose, si.
Degli insetti, del buio, dell'altezza, del mostro nel mio armadio , della vecchietta bisbetica che abitava nel mio quartiere...
Non avevo la forza di muovere un muscolo, ero così in alto, e l'acqua era così in basso.
"Hanna, tuffati." Mi incitò mio fratello che torreggiava alla mia sinistra.
Alzai la testa verso un Thomas biondo come non mai.
"Ho paura, è troppo alto." Gli spiegai.
"Ti sembra così alto, ma in realtà non lo è. Le cose non sono mai come sembrano Hanna. Devi solo cambiare prospettiva."
"Possiamo tuffarci insieme?" Chiesi a voce così bassa che pensai non mi avesse sentito.
In risposta mi afferrò la mano.
"Conta con me." Mi ordinò.
"Uno..." Iniziammo mantenendo legati i nostri sguardi.
"Due..." Guardai in basso respirando profondamente.
"Tre!"Apro gli occhi per il rumore fastidioso della sveglia nelle orecchie e subito sento una dolorosa fitta alla testa.
Sbuffo rumorosamente capendo che si tratta del dopo sbronza.
Mi ci vuole un po' per capire che non sono a casa di Samantha dato che in questo momento sono più rincoglionita di nonna Jude, una simpatica vecchietta che ama parlare con i suoi conigli parlanti immaginari.
Subito faccio per alzarmi, ma mi è impossibile qualsiasi tipo di movimento.
Anche qui, ci metto un po' a capire di avere un braccio muscoloso intorno alla vita, le gambe intrecciate a quelle di qualcun altro e una cosa dura che mi preme sul sedere.
Arrossisco di botto al pensiero, ma non mi ci vuole molto a tornare al mio problema principale.
CHI CAZZO È QUESTO TIZIO?
DOVE CAZZO SONO?
COME CAZZO CI SONO FINITA QUI?
PERCHÈ CAZZO SONO MAZZA NUDA?
PERCHÈ CAZZO LUI È MEZZO NUDO?
Aspetta, troppi cazzi.
Più uno, contando anche quello spiaccicato sul mio culo.
Volto leggermente la testa per poter guardare in faccia lo sconosciuto e mi scappa un sospiro di sollievo, è solo Dylan.
Aspetta una attimo, COOOOSA?!
Mi porto le mani sul viso e cerco di fare mente locale, ma non ricordo nulla.
Il vuoto totale.
Cerco di levarmi il suo braccio di dosso ma mi è impossibile, la sua stretta sulla mia vita è troppo forte, così cerco di allontanare le gambe, ma me ne continua a trattenere una per la caviglia.
"Alzati!" Mi incito da sola.
Ma l'unico risultato che ottengo, è di sentire ancora di più la presenza del suo sesso alle mie spalle.
"Non dicevo a te cosetto!!"
Come se lo avessi offeso, Dylan si spinge di più contro il mio didietro facendomi sentire tutta la sua lunghezza.
"E che cazzo!" Strillo sbattendo con forza il pugno della mano libera sul letto.
Dyaln si sveglia di botto, e si spaventa così tanto che casca giù dal letto.
Mi sporgo preoccupata ritrovandomi davanti la cosa più bella del mondo: il sedere di Dylan fasciato unicamente da un paio di boxer.
"Dylan, stai bene?" Cerco di concentrarmi per non scoppiargli a ridere in faccia, ma soprattuto per non sbavargli addosso.
"Beh, prima che tu mi urlassi in un orecchio si, grazie, stavo una meraviglia!" Afferma sarcastico mettendosi a sedere.
La vista dei suoi addominali mi fa salire un insolito calore nel basso ventre.
Respiro intensamente stringendo il copriletto e cercando di non far cadere il mio sguardo sulla sua evidente erezione.
"Mi dici perché siamo a letto mezzi nudi?"
"Secondo te Hanna? Non te l'hanno spiegato quand'eri piccola? Lo faccio io, tranquilla. Quando la mamma e il papà si amano..." Inizia con tono solenne.
"DYALN."
"Okay, okay. Stai calma. Tu ti sei addormentata così ti ho portato a casa mia. A proposito, sembri magra ma pesi più di un ippopotamo eh. Comunque, ti ho spogliato dato che stavi cominciando a sudare e poi mi sono spogliato anche io e infine ci siamo addormentati da bella coppietta quale siamo." Termina con un sorriso mettendosi a sedere al mio fianco.
"Come prego?" Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
"Tranquilla Hanna, non ti voglio portare all'altare." Sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Stavo parlando di quando hai detto che peso come un ippopotamo, ma okay." Borbotto qualcosa di incomprensibile sotto il suo sguardo divertito e subito vengo bloccata dalle sue labbra pressate sulle mie.
Le sue mani si poggiano su i miei fianchi attirandomi di più a se mentre le mie vanno a cingergli il collo.
Mi sembra tutto così perfetto, almeno finché non tenta di approfondire il bacio spingendo il suo bacino contro il mio.
"Io mi vado a vestire." Affermo allontanatomi dal suo calore.
Si lamenta buttandosi di pancia sul letto mentre io mi dirigo verso il bagno.
Mi infilo al volo il vestito di ieri sera per poi aggiustarmi un pochino il viso.
Per poco non mi viene un infarto alla vista del mio viso assonato con tutto il trucco colato.
Sembro un panda, e non sto esagerando, se per strada ne incontrassi un altro partirebbe il rituale di accoppiamento.
Mi scappa un mugolio sommesso mentre mi passo una mano sul viso stravolto per poi uscire dal bagno a capo chino.
"Ti do un passaggio." Sento dire alla voce di Dylan a qualche passo da me.
"Grazie."
"Ehm, Hanna?"
"Si."
"Perché guardi il pavimento?"
Subito sento il rossore estendersi sulle gote.
"Sono oscena!"
Ridacchia divertito, poi vedo i suoi anfibi avvicinarsi ai miei tacchi vertiginosi.
La sua grande mano mi afferra il mento costringendomi ad alzare lo sguardo ritrovandomi davanti un Dylan vestito di tutto punto bello come non mai accompagnato da un sorriso smagliante.
"Sei bellissima." Ribatte poi accarezzandomi la guancia calda scendendo lungo il collo fino alla clavicola e facendomi salire un profondo brivido lungo la spina dorsale.
Sorrido di getto di fronte al suo comportamento.
A interrompere questo momento, è la porta che sbatte contro il muro.
Seguo lo sguardo di Dylan e mi volto, d'istinto trattengo il fiato.
I capelli scuri sono legati in una cipolla perfettamente ordinata, il viso con qualche ruga di espressione presenta dei lineamenti duri, i suoi occhi di ghiaccio mi squadrano con circospezione e i suoi vestiti non presentano neanche una piega, dando l'impressione che per sceglierli ci sia voluto un mese.
Trattengo il fiato.
Non è cambiata di una virgola da quel giorno.
"Dylan, chi è questa ragazza? È per lei che sei tornato tardi ieri sera?" La sua voce acuta mi arriva alle orecchie come un debole tremolio.
Non faccio caso al tono con cui mi si è rivolta, al suo modo di guardarmi e tutto ciò che la rende così poco disponibile ai miei occhi.
Vengo sopraffatta dai ricordi e gli occhi mi si velano di lacrime.Quando ero in seconda media avevo una compagna di banco fissa.
Si chiamava Cassandra.
Cassandra aveva i capelli biondi platino e due grandi occhi verdi.
Cassandra era magrissima, più magra di me.Mi ritorna in mente.
Lei non era come me, a lei non importava di quello che dicevano gli altri.
A lei non importava di nulla.
Io la definivo forte.
Non potevo immaginare che lei fosse così non perché riuscisse a controllare le emozioni, ma perché non le provava affatto.Io ammiravo Cassandra ed era l'unica amica che avessi, ma per lei non era così.
Per lei c'era anche un altra.
Aveva un nome strano e portava delle felpe larghissime, era più grande di noi e non parlava con nessuno, se non con Cassandra.
Sia per me che per lei Cassandra rappresentava l'ancora che ci teneva legate alla realtà.
Cassandra rispondeva agli insulti, tirava gli schiaffi, e diceva sempre quello che pensava.
Fu così anche quando, sia io che la ragazza dal nome strano, venimmo invitate a casa della nostra amica in comune.
"Hanna? Tutto okay? Non essere timida, mia madre è più buona di quello che sembra." La voce di Dylan mi risveglia dal mio stato di trans e, quando mi fa l'occhiolino, riesco a ritrovare un po' me stessa.
"Oh, ne sono certa." Cerco di controllare la mia voce sfoggiando un sorriso tirato.
"Ma devo proprio andare, adesso."
"Vi accompagno alla porta." Si offre la donna guardandomi incuriosita."Dylan vai a recuperare l'auto, la parcheggi sempre così lontano e non vorrei che Hanna si stancasse. Le terrò io compagnia." Sento dire alla bruna al mio fianco.
"Va bene, mamma."
Osservo le spalle di Dylan allontanarsi facendo respiri profondi.
"Così sei un amica di mio figlio?"
"Mhmh."
"Solo un amica?"
"Già."
La sua espressione si indurisce davanti alla mie risposte buttate fuori a fatica.
"Hanna cara, sai tu hai proprio un viso familiare?" Il modo in cui dice cara mi fa accapponare la pelle.
"Ah, si? Il suo non mi dice nulla."
"Che ragazza diretta." Commenta aggiustandosi i capelli fuoriusciti dalla complessa acconciatura che le contorna il capo.
"Me lo dicono in tanti." Sorrido.
"Beh, di certo non saranno altrettante le persone che ti fanno complimenti sull'abbigliamento." Ribatte guardando schifata il vestito che mi fascia il corpo.
"Ah, già. Lei preferisce le felpe molto larghe, vero?" Non riesco a tenere a freno la mia linguaccia.
Rimane in silenzio per qualche secondo, come se stesse cercando di buttare giù un boccone troppo amaro.
"C-cassandra?" Sussurra facendosi sfuggire un piccolo singhiozzo e allontanandosi da me spaventata.
"No, Adele. Io sono peggio, sono quella che si è presa lo schiaffo." Il suo nome lascia le mie labbra in un soffio forzato.
Sta per ribattere ma viene interrotta dal clacson dall'auto di Dylan.
"A presto Adele."
Le do le spalle e mi allontano con passi svelti.Ciao a tutti!
Vorrei innanzi tutto ringraziare le ragazze che hanno commentato il capitolo precedente.
Avete scritto delle cose bellissime, davvero.
Grazie Mille!!
💛💛💛💛💛💛💛
Adesso la smetto se non mi metto a piangere.
COMUNQUE nel prossimo capitolo verrà chiarito tutto, ci sarà il millesimo flashback e si approfondirà meglio il personaggio di Cassandra.
Un bacio, GiuliaInstagram: pa.sticca
Snapchat: giuliapacella
STAI LEGGENDO
Leggendo I Tuoi Occhi. [Dylan O'Brien]
Fanfictie"Non ti piacciono le cose complicate?" "Al contrario." Rimugino sulla sua risposta per qualche secondo. "Stai dicendo che ti piaccio?" Copertina di @disconnevted