10.smile a little

5.4K 252 59
                                    

La luce filtra dalla finestra e mi colpisce il viso troppo chiaro accecandomi.
Lentamente apro gli occhi e mi guardo intorno disorientata.
Mi trovo in una stanza completamente nera: pareti nere, armadio nero, tende nere, scrivania nera, letto nero.
Mi alzo dal letto di scatto e mi viene un capo giro che mi fa imprecare sotto voce.
Mi appoggio al letto per mantenere l'equilibrio e, appena la mia vista riprende a funzionare come si deve, sento un brivido percorrermi le gambe.
Abbasso lo sguardo accorgendomi di indossare unicamente una maglietta xxl nera.
Mi do un pizzicotto per accertarmi di non star sognando.
"Ahia!" Sussulto.
Mi annoto mentalmente di imparare a essere più delicata.
Cerco poi di fare mente locale e tutto riaffiora...

"Hanna non comportarti come una bambina! Avrai un aumento e non dovrai ballare mezza nuda su un palco. Cosa vuoi di più?" Si lamenta Dylan afferandomi il braccio.
"Dylan non voglio una promozione okay?! Non voglio nulla da te.
Io salirò su quel palco e basta." Dico aggiustandomi il vestito con il braccio libero.
"Hanna adesso....Hanna ti senti bene?" Mi guarda preoccupato.
Poi tutto diventa buio.

Mi massaggio le tempie sbuffando.
"Finalmente sei sveglia." Dice una voce familiare alle mie spalle facendomi sussultare.
Mi volto verso di lui e faccio un passo indietro.
Non ha una bella cera: delle grandi occhiaie violacee gli contornano gli occhi color nocciola da me tanto amati e i suoi capelli castani sono più spettinati del solito.
Sembra non chiuda occhio da giorni.
"Perché indosso solo una maglietta?!?" Cerco di sentirne l'odore per essere sicura dei miei sospetti.
"Fra l'altro tua?!?"
"Volevo stessi comoda." Scrolla le spalle.
"Ma come sei premuroso." Dico sarcastica incrociando le braccia al petto.
"Ho guardato il meno possibile." Mente fissando il suo sguardo malizioso sulle mie gambe nude.
"Si, come no. E io sono un chihuahua." Alzo gli occhi al cielo facendo ampliare il suo sorrisetto.
"Da quant'è che sono qui?"chiedo guardandomi intorno in cerca dei miei vestiti.
"2 giorni."
Spalanco gli occhi.
"Così tanto?!" Quasi urlo.
"Come sono svenuta?"
Fa una smorfia.
"Da quant'era che non mangiavi Hanna?"
Ci penso.
"Dalla sera prima." Rispondo dopo un po'.
Mi guarda stralunato.
"E ti sembra normale?"
Sbuffo.
"Hai proprio ragione papà." Sorrido sarcastica.
"Stiamo facendo uno di quei giochi di ruolo in cui io ti devo punire?" Chiede con uno sguardo lussurioso.
Arrossisco di botto.
"Comunque, per le eccessive assenze sei stata licenziata."
"Cosa?!?" Urlo tirandogli uno spintone che però non lo fa muovere di un millimetro.
"Grazie Dylan, davvero. Mi hai tenuto sequestrata in camera tua per due giorni, avrai fatto preoccupare inutilmente Samantha e la sua famiglia, mi hai fatto licenziare e ho pure fame!" Sbotto agitando le braccia.
"E poi si può sapere dove hai messo la mia roba?"
Indica una sedia nera alle mie spalle su cui erano posati e i miei vestiti e la mia borsa.
Subito afferro il cellulare e digito il numero della mia migliore amica.
Dopo pochi squilli risponde.
"Pronto? Hanna sei tu?" Chiede speranzosa.
"Si Samantha, sono io." Ridacchio.
"MAMMA, PAPÀ! HANNA MI HA CHIAMATO!" Urla contenta ai genitori.
"E tu non ridere Hanna, ci hai fatto preoccupare tantissimo. Specialmente Luke. Che fine avevi fatto?!"
"Sono svenuta e Dylan mi ha portata a casa sua." Le spiego lanciando un occhiata di disapprovazione a Dylan.
"Davvero? Che carino." Commenta.
Dylan, che ha ovviamente sentito tutto, sorride soddisfatto.
"Tantissimo guarda, poi come ciliegina sulla torta mi ha pure fatta licenziare! Che ragazzo d'oro!" Dico sarcastica.
Dylan alza gli occhi al cielo.
"Tranquilla Hanna, non è un problema. Piuttosto, appena puoi torna a casa. Un bacio."
"A dopo." La saluto poco prima di attaccare
"Dylan esci, mi devo vestire." Dico continuando a guardarlo male.
"Oh, e vai dritto da tua padre a spiegargli cosa è successo e a dirgli di ridarmi il posto." Ordino.
"No Hanna, non lo farò." Disse impassibile.
"E poi ho sonno quindi mi metto sul letto a dormire. Non ti guardo, tranquilla." Detto questo si butta sul
letto e in due secondi perde i sensi.
Sospiro mentre mi levo la sua maglietta nera per poi buttarla a terra.
Appena finisco di infilarmi i pantaloncini jeans, mi volto per prendere la mia camicetta e becco Dylan che mi sta facendo una bella radiografia comodamente steso sul letto.
"Dylan!" Urlo infilandomi velocemente la camicia.
"Hai creduto davvero che avessi la forza di non guardare una ragazza mezza nuda che si agita nel bel mezzo della mia stanza? Sono un ragazzo, mica un santo." Ghigna sotto i baffi.
Prendo il cuscino che era a terra e in un attacco di rabbia glielo lancio in faccia.
Se lo leva dal viso per poi guardandomi divertito.
"Che c'è Dylan?" Chiedo con voce suadente e facendo un espressione innocente.
In meno di due secondi due grandi mani mi afferrano con forza per i fianchi e mi scaraventarono sul letto; poi Dylan si siede sopra di me e inizia a farmi il solletico.
"No Dylan!" Urlo tra le risate.
"Chiedimi scusa." Ordina.
"Mai." Rispondo ormai con le lacrime a gli occhi.
Le sue mani iniziano a muoversi più velocemente.
"Okay! Va bene, ti chiedo scusa!" Mi arrendo cercando di allontanare le sue mani mentre continuo a ridere.
"Ah ah, ci hai messo troppo tempo." Mi rimprovera in tono scherzoso.
"Devi anche dire che sono bellissimo adesso." Sorride divertito.
"Che bastardo che sei..." Dico tra i denti facendolo ridacchiare.
"Puoi ripetere scusa?"
Ormai non respiro.
"Sei bellissimo. Contento?"
"Mhmh." Sorride allontano le mani da una me ormai con il fiato corto.
Quando riprendo a respirare normalmente, lo guardo per qualche secondo.
"Grazie Dylan." Dico poi.
"Per cosa?" Chiede interdetto.
"Per avermi fatto ridere." Spiego.
"Era da tanto che non ridevo così."
Gli sorrido dolcemente.
Rimane qualche secondo a fissarmi incuriosito.
"Perché mi guardi così?"chiedo dopo un po'.
Fa il suo solito sorriso sghembo.
"Sei un mistero Hanna Parrish, sei proprio un mistero."

Torno a casa con il sorriso sulle labbra e il suo nome che mi rimbomba in testa.
Ma, appena entro, Samantha mi si butta addosso.
"Hanna!" Mi stringe forte.
"Mi hai fatto preoccupare un casino." Dice con tono lamentoso.
"Hanna Elizabeth Parrish, dove sei stata?" Mi richiama Luke manco fosse mia madre.
Troppo infastidita per rispondergli lo ignoro, per dirigermi subito verso i signori McCall per raccontare loro l'accaduto. Mi ascoltano comprensivi- magari avessi anche io dei genitori come loro- per poi mandarmi nella mia stanza insieme a Samantha.
Io e Samantha stiamo fino a tardo pomeriggio chiuse in quella piccola stanza a chiacchierare e a mangiare cibo spazzatura.
Era da tanto che non parlavamo e ridevamo in questo modo e...beh, mi fa stare bene.
L'incantesimo viene spezzato quando arriva il momento, almeno per lei, di andare a lavoro.
Così, entrambe inizimo a vestirci.
"Hanna." mi blocca.
"Si?"
"Ho capito che mi devi solo accompagnare, ma sembri una barbona." Fa una smorfia squadrandomi.
Abbasso lo sguardo in cerca del problema: indosso dei semplici leggins neri e delle converse del medesimo colore.
Solo dopo poco mi rendo conto che parlava della mia maglietta di Kurt Cobain...
"Cosa hai contro questo splendore?!" Dico accarezzandola adorante.
"Fa schifo." Mi fa notare lei.
"No, non fa schifo." Ribatto.
Alza gli occhi al cielo per poi uscire seguita da me.
"Il rock dà alla testa..." Sussurra.
"Ti ho sentita!" Urlo in risposta.

🐟🐟🐟🐟🐟🐟🐟
Fa un po' schifo, c'ho messo una marea di tempo, non sono soddisfatta, ho fame, ho sonno, devo studiare,Theo è cattivo, Scott regna, Derek è andato via, Kira fa schifo, mi manca Alison, Stydia è forever, Stalia fa schifo.
(Se questo bel discorso sensato vi ha fatto venire il mal di testa chiedo scusa ma la fangirl che è in me parla al posto mio.)

Un bacio



Instagram: pa.sticca
Snapchat: giuliapacella
~Giulia

Leggendo I Tuoi Occhi. [Dylan O'Brien]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora