1.

25.4K 676 83
                                    

Grida eccitate di gioia bucavano i suoi timpani incessantemente in un martellio costante e rumoroso. Era bello essere una fan sfegatata, conoscere le canzoni a memoria dei propri idoli, fare amicizia con coloro che avevano la stessa comune passione. Peccato che lei conoscesse a malapena il nome della band che era andata ad ascoltare. Avere una cugina teenager di 15 anni, alla quale voleva bene come ad una sorella, significava partecipare attivamente agli eventi più importanti della sua vita, rimanere immersa sempre con un piede in quella meravigliosa transitoria modalità di vita e di conseguenza essere obbligata a restare a passo con quei tempi, mentre nel frattempo la vita di una 24enne laureata e lavoratrice scorreva frenetica intrappolando nel suo turbine di velocità, precisione e professionalità. Elene era sempre stata convinta di avere dentro di se un lato bambino/ adolescente che non aveva la benché minima intenzione di crescere, e scatenarsi ai concerti di band a lei sconosciute circondata da persone più o meno  di una decada più giovani di lei, stranamente non la faceva sentire attempata, anzi la faceva sentire ancora un'adolescente pazza e scatenata, che forse non era mai stata.
Sua cugina, Jasmine, l'aveva letteralmente supplicata di accompagnarla a Milano per il concerto di questa band famosissima, acclamata e  conosciuta in tutto il mondo da far quasi invidia ai Beatles. Bazzecole, pensava sempre lei, i Beatles erano inimitabili, irraggiungibili! Ma non avendoli mai realmente ascoltati, era chiaramente una presa di posizione imparziale, anche per questo si era lasciata convincere in quell'assurdo viaggio. Sua zia e il compagno avevano approfittato per sfruttare quel viaggio a loro piacimento, visitando Milano e dintorni in gite notturne e romantiche, mentre le "bambine" si sarebbero godute l'ultimo giorno tra shopping e il famoso concerto. Dopo ore di attesa interminabile fuori dallo stadio di San Siro finalmente era immersa nel bel mezzo di musica, canti, urla. Jasmine l'aveva convinta, sotto minaccia, a presentarsi ore prima per riuscire a raggiungere i posti più vicini al palco. Peccato che non era stata la sola ad aver avuto quella brillante idea, e sebbene l'orario previsto fosse un legale 21.30, già dalle 15 la fila era talmente lunga da sembrare un serpente mitologico a più code. Erano arrivate lì dalle 12. Non era ammissibile! Aveva maledetto il suo "ok" a quella richiesta un miliardo di volte durante l'attesa, fortunatamente per lei maggio era un mese che regalava temperature miti e piacevoli, altrimenti con il fischio avrebbe atteso tutto quel tempo! Sua cugina invece era al settimo cielo per essere riuscita a trovare un po di spazio relativamente vicino al palco. 60 metri buoni. Le canzoni non era brutte, anzi alcune doveva ammettere che fossero particolarmente orecchiabili e i ragazzi sembravano tutti avere un fascino ammaliante che stregava ogni forma femminile vicina e distante da loro. Jasmine aveva provato a farle entrare in testa i nomi e le facce tutto il viaggio, inutilmente, invece durante l'attesa aveva fatto amicizia con altre ragazze e si era vergognata di rivelare la più completa ignoranza della sua "accompagnatrice". Doveva fingersi fan anche lei, non che le riuscisse poi tanto male, aveva perfino cominciato a saltellare a ritmo di musica!
Tutta quella situazione si stava inaspettatamente dimostrando divertente. Una canzone la colpì particolarmente, il suono della chitarra ad introdurre le prime note aveva affascinato l'intera platea.
- Come si chiama questa canzone? -
Fu tutto quello che riuscì a dire chinandosi appena verso la sua compare, prima che qualcosa di duro e spigoloso le colpisse violentemente l'occhio sinistro. Buio.

CrushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora