Stava poggiando un piede sulla roccia quando quella frase gli colpì le orecchie e per poco non rischiò di fare un tonfo per la sorpresa. Spalancò gli occhi e fu come se un fulmine l'avesse colpito. Non avrebbe dovuto fargli alcun effetto, eppure ancora una volta il suo cuore tradì i suoi pensieri, cominciando a battere con rigorosa forza quasi volesse schizzare fuori dalla cassa toracica. Dovette reggersi con forza alla ringhiera per riacquistare l'equilibrio.
- Allora cosa devo fare? - strillò lei più acida. Ridacchiò sommessamente.
- Innanzitutto non strillare - le prese le braccia, spingendola verso di lui - Scavalca, ci sono io qui - soffiò cercando di rassicurarla.
- Una parola - borbottò accigliata - Brutto ammasso di pelle - Harry non replicò, troppo impegnato ad osservare lo spettacolo che aveva davanti.
Elene stava mandando maledizioni in tutte le lingue conosciute, sconosciute, morte, vive e resuscitate. Qualsiasi cosa le passasse per la testa la trasformava in un colorito insulto. La ringhiera era troppo alta e la sua gamba non era abbastanza lunga per superarla. Quel babbeo ridacchiava. Poteva sentirlo distintamente. Non faceva che renderla più nervosa. Ci aveva riprovato caparbiamente, ma niente, la sua gamba non accennava a poter scavalcare. Quel barbagianni continuava a ridere, non si preoccupava neanche più di nasconderlo. Grugnì sconsolata tentando un'ultima volta, invano. Si arrese alla fine, abbandonando definitivamente quella tattica. Sarebbe stato troppo semplice! Fece pressione sulle braccia e poggiò il sedere sulla ringhiera. I muscoli tremavano mentre portava le gambe, prima una e poi l'altra, dalla parte opposta. Era fuori! Fece appena in tempo a sorridere soddisfatta prima di sentire le mani del ragazzo arpionare la sua vita con forza.
- Ce l'hai fatta! - esclamò beffardo e lei dovette reprimere l'istinto di tirargli un pugno in testa - Ora poggia i piedi a terra, lentamente. Ti tengo io - facile per lui! Ringhiò furiosa. - Beh non parli più? -
- Non mi deconcentrare! - alzò leggermente la voce prima di cominciare la discesa. Le mani di Louis non avevano mai abbandonato la sua presa, ancora una volta, nella situazione più assurda, era rassicurante. Era piacevole affidarsi a lui. Quando non la prendeva in giro!
Tirò un sospiro di sollievo quando i suoi piedi toccarono qualcosa di duro.
- Ci siamo - disse lui a pochi centimetri dal suo viso. Potè avvertire il suo respiro scontrarsi con le tempie - Scendo prima io, poi ti siedi sulla roccia e scivoli. Hai capito? - come no...tremò non appena le sue mani la abbandonarono. Aiuto. Torre di controllo abbiamo un problema!
Harry si era appena poggiato alla roccia, pronto per l'ultima fatica prima di arrivare a terra quando sentì un peso premergli le spalle. Che stava facend... oh oh.
Rotolarono a terra attaccati l'una a l'altro. Lei naturalmente non era riuscita a trattenere un urlo di terrore non appena aveva sentito l'equilibrio abbandonarla drasticamente.
Per fortuna l'impatto non fu irruento, data la poca altezza della roccia. - Ma che diavolo? - la trovò attorcigliata a lui, con le mani stringeva convulsamente la camicia.
- Scusami, cercavo di sedermi e ho perso l'equilibrio - balbettò increspando le labbra. Harry avvertì la sua paura tremare tra le mani. Istintivamente l'abbracciò. Una sensazione di piccante soddisfazione sembrò aggrovigliarsi alle sue membra, partendo dallo stomaco, quando la sentì sciogliersi tra le sue braccia. Ancora stringeva la camicia tra le sue mani ma aveva smesso di tremare.
- Ti sei fatta male? -
- No - il suo tono di voce era notevolmente più basso del solito - Tu? -
- Ci credo sei atterrata su di me - scherzò tentando vagamente di alleggerire la sua tensione - Non mi sono fatto nulla - si mosse appena cercando di trovare le forze per alzarsi ma lei aumentò la pressione sulla sua camicia, immobilizzandolo di colpo.
- Dove siamo? -
- Siamo in terra -
- Ferma? - Harry ridacchiò in risposta.
- Vieni, ti aiuto a rimetterti in piedi - Elene farfugliò qualcosa, ma in realtà non sapeva esattamente cosa dire. Voleva dire che poteva alzarsi da sola, ma dall'altro lato non si sentiva proprio sicura sulle sue gambe. Non gli lasciò la maglia neanche mentre la stava trascinando in piedi insieme a lui. Non sapeva cosa le avesse suggerito il cervello quando aveva cercato di sedersi con troppa velocità sulla roccia, che si era trasformate nella prima cosa che avrebbe voluto vedere non appena recuperata la vista, perdendo l'equilibrio e finendogli addosso. La sensazione di vuoto non le era mai piaciuta, aveva sempre odiato le montagne russe e quella strana oppressione interna che davano quando salgono e poi scendono velocissime. Sentiva come perdere il controllo su se stessa mentre gli organi sembravano fluttuare all'interno del suo corpo. Aveva provato le stesse identiche sensazioni in quel momento. Moltiplicate per cento da quel suo momentaneo impedimento. Arrivare a sbattere da qualche parte era stato un sollievo e non ricordava nemmeno quando aveva afferrato la sua maglia fino a stringerla con forza tra le mani. Ancora una volta si era ritrovata a cercare il calore della sua rassicurante presenza e quello strano effetto rilassante che esercitava su di lei. Non le era dispiaciuto poi così tanto essere atterrata su di lui.
Harry la guidò pazientemente per tutta la strada mentre lei lo seguiva con le mani attaccate alle sue spalle, finché lui non arrestò il suo cammino. Sorrise quando vide che era esattamente dove voleva essere. Si voltò verso di lei per poi posizionarsi alle sue spalle, toccando ancora la sua vita in una stretta protettiva e carezzevole.
- Dove siamo? - si era fermato, sperò per essere arrivati a destinazione e non per un'altra faticosa impresa da compiere. I suoi nervi erano stati brutalmente messi alla prova quella sera. Ancora le gambe tremolavano, come se fosse mai stata famosa per il suo equilibrio. Non restava altro che sperare in una sola risposta.
- Una baia sul lago - soffiò lui vicino al suo orecchio. Socchiuse la bocca in un sospiro. Ancora una volta quella voce suadente e tentatrice. Sarebbe dovuta essere illegale.
- Chissà com'è bella - solo poco dopo riflettè sul dettaglio che non era proprio quella la risposta che stava aspettando per placare il suo lato pauroso.
- Vieni, siamo arrivati - lui sembrò leggerle nel pensiero e si rilassò di colpo.
- I can show you the world. Shining, shimmering, spendid, tell me princess, now when did you last let your heart decide? -
La stava spingendo poco più avanti quando la sentì intonare una canzone. Nel silenzio della notte la sua voce sembrò ancora più bella.
- Cosa stai cantando? - la guardò perplesso abbandonando la presa su di lei, che non sembró curarsene, presa dalla canzone.
- I can open your eyes! Take you wonder by wonder, over sideways and under on a magic carpet ride! Ma è Aladin!! Continua - ordinò battendogli un colpo sul braccio. Sbuffò, non doveva restarne stupito.
- Se non ricordo male, tu hai cantato la mia parte -
- Pignolo! - ribattè sorridente - Fammi sentire quanto sei bravo! -
- Ma non so le parole! - replicò, sperando bastasse a dissuaderla.
- Non ci credo! - appunto.
- A whole new world. A darling place.... -
- Dazzling - sorrise ancora sentendolo cominciare la canzone. Era famosa accidenti non poteva non conoscerla! Ma non era riuscita a trattenersi dal correggerlo. Lui continuò comunque indisturbato e lei sembrò perdersi ancora una volta tra le note melodiose della sua voce.
- That now i'm in a whole new world with you - concluse correttamente la strofa ed Elene rimase in silenzio, pensierosa, per qualche secondo - Beh? Sono abbastanza bravo per i tuoi gusti? - si ridestò solo sentendo quella stessa voce accendersi per richiamarla.
- Si, molto - ammise, talmente tanto che avrebbe dovuto prendersi a pizzichi per evitare di immaginare che le avesse dedicato quella strofa. Stupida!
- Non credevo l'avresti mai detto - lei invece non credeva gli avrebbe fatto quell'effetto.
- Sarà perché non mi conosci. Ho la fama di essere sincera e dato che ti sei più o meno ricordato le parole, eviterò di costringerti a rivederlo -
- Minacciarmi sarebbe il termine più corretto - la smorfia che aveva assunto, non appena aveva sentito nominare la possibilità di poter essere obbligato ad un'altra maratona di cartoni, sparì in un leggero sorriso. Scampato pericolo.
- Esagerato! -
- Ora fai due passi avanti - annunciò una volta liberatosi anche delle scarpe. La sabbia ruvida e umidiccia, che copriva come un mantello la bassa scogliera, gli raschiava appena la pelle. Sotto di loro, il suono delle ondine del lago frastagliava il silenzio. Avrebbe potuto farla sedere sul bordo della roccia, sporgeva di pochi centimetri fuori dall'acqua ed era sicuro che la profondità fosse poco elevata.
- Ma proprio due? - Harry sbuffò a quel suo sarcasmo.
- La smetti e fai quello che dico? - Elene era troppo concentrata sui suoi stessi movimenti per rispondere alla sua evidente provocazione. Doveva riconoscere quei suoni. Erano familiari, le ricordavano vagamente il mare, il suo mare, le radunate sulla spiaggia anche d'inverno, le canzoni stonate con la chitarra. I bagni e il sale che restava addosso una volta fuori. Cercò di concentrarsi. Fece come le aveva detto. Due passi.
- Sento...il lago! Cioè...il rumore è forte - disse muovendo la testa in direzioni opposte tra loro, incerta su dove fosse lui - Quanto siamo vicini? - le mani di Louis la girarono verso di lui e lei capì di essergli proprio di fronte e anche molto vicina.
- Abbastanza - Harry ghignò nell'istante in cui il modo perfetto di agire gli colpì la testa. Chiuse le braccia intorno a lei con forza, prima di darsi la spinta e lanciarsi insieme tra quelle acque scure e tiepide.
Elene sussultò a quel deciso contatto ma l'aria le restò incastrata in gola quando sentì improvvisamente l'equilibrio abbandonarla. Di nuovo quella spiacevole sensazione di vuoto le fece tremare la pelle. Lanciò un urlo incurante della vicinanza del ragazzo, con tutta l'aria rimasta nei polmoni, finché il sapore denso e corposo dell'acqua, le impedì la proliferazione della sua paura. Accolse lo schianto quasi con sollievo, buttando fuori l'aria rimasta dal naso e muovendo i piedi con forza per tornare a galla.
Harry aveva lasciato la presa non appena avevano incontrato la superficie bagnata. Tornò immediatamente su, per accertarsi che la banshee urlatrice, che per poco non gli aveva rotto un timpano, riuscisse a galleggiare da sola. Sorrise non appena vide la testa spuntare fuori qualche secondo dopo la sua. Agitava le mani e muoveva freneticamente il capo, cercandolo nervosamente. Le afferrò una mano e lei si voltò verso di lui di scatto. Le bende erano zuppe e attaccate completamente al viso, potevano quasi permettergli di distinguere i suoi lineamenti. Ma era buio e non avrebbe saputo descriverli.
- Ma sei impazzito?! - strillò con voce aguzza. Si era sentita maggiormente spaesata una volta a galla piuttosto che sott'acqua, mentre quella domanda continuava a vorticarle come un satellite intorno al cervello. Come diavolo gli era venuto in mente?!
- Ma hai fatto diventare sordo! - replicò lui scherzosamente, avvicinandosi maggiormente a lei.
- Scusa, non sapevo che quello fosse il tuo orecchio -
- Sono quasi convinto che tu l'abbia fatto di proposito -
- Ma come...come?! - continuava ad agitare le braccia in maniera frenetica e disordinata. Il suo corpo era spaesato quanto i suoi pensieri.
- L'hai detto tu! - tentò di prevenirla. La verità era che aveva avuto da tempo quell'idea e nessuno si era proposto per assecondargliela, tranne lei che sembrava aver avuto lo stesso desiderio.
Elene rimase stupida, ed era un eufemismo, alla sua risposta. Come poteva essere che ancora una volta era riuscito ad esaudire una sua richiesta? La temperatura corporea salì, senza ascoltare minimamente le intimazioni della ragione sul non farsi strani film in testa. Era...felice.
- Si ma non credevo... -
- Non farti strane idee - usò volutamente un tono più duro e di ammonimento - Volevo farlo anche io -
Sorrise, incapace di resistere. Sapeva che era proprio di fronte a lei e poteva benissimo vedere quel sorriso da idiota imbambolata, ma non le importò. Potè solo limitarsi ad assecondare quell'impulso, arcuando le labbra.
- Grazie! - esclamò in un sospiro di gratitudine e riconoscenza. Harry ne rimase quasi imbarazzato. Era felice? Serrò la mascella quando ancora una volta il suo cuore si decise a battere un colpo con maggiore impeto. Traditore.
- Mi hai quasi sfondato un timpano - borbottò ma lei continuava a sorridere e a muovere le braccia convulsivamente, spostandosi a destra e sinistra.
- Scusami! Ma mi sono sentita fluttuare per poi cadere! Credevo volessi uccidermi! - scherzò allegramente. Harry piegò la testa da un lato.
- Nonostante risolverebbe tutti i miei problemi...- sembrò riflettere - Sono quasi certo di finire in galera - ghignò appena, ma il sorriso di Elene morì.
Non replicò, quelle parole non avevano una possibile risposta "perfetta" da dare, ma avevano avuto il potere di spegnere tutta la sua allegria. Che stupida... Odiava dover sottolineare l'ovvio! Si voltò sperando di non sbagliare direzione e finire addosso a lui, prese un respiro e s'immerse sott'acqua con velocità e sicurezza. Non aveva paura. Era abituata ad immergersi con gli occhi chiusi, certo poi una volta fuori poteva vedere, e le acque di solito erano conosciute, ma quando si era immersa per il tuffo, aveva toccato il fondale. Era sabbioso e poco profondo. Era stato rassicurante. Nuotò sott'acqua per diversi istanti, come era abituata a fare e come amava fare. Tremò quando avvertì la sua presenza alle spalle, una volta in superficie. - Che hai? -
- Niente - ringhiò quasi. Mossa geniale proprio, complimenti!
Harry la osservava confuso, i capelli bagnati erano più scuri e lisci, le bende chiare spuntavano qua e là mentre lei sembrava essersi fisicamente rilassata. Eppure qualcosa non andava.
- Come niente, hai smesso di agitarti come una papera a mollo - esclamò sghignazzando per quell'amorevole complimento. Elene sbuffò in risposta e s'immerse di nuovo. Nuotò con più forza avanti a lei, per poi cambiare direzione girando appena verso sinistra. Restò in apnea per diverso tempo, le piaceva da impazzire. Si sentiva vagamente come la Sirenetta e ricordò di quando da bambina giocava insieme a sua cugina a cercare "tesori degli umani" tra le rocce. Che avesse mai trovato un'arricciaspiccia! Ruotò su se stessa, sforzando la resistenza ancora, cercando di non andare troppo in profondità, fin quando i polmoni non reclamarono la loro necessità di aria.
La vide sparire davanti a lui di nuovo e si concesse un minuto per domandarsi come facesse, una fifona come lei, a nuotare tranquillamente sott'acqua senza la minima paura di poter incappare in qualcosa. Le sue varie ipotesi cessarono nell'istante in cui si rese conto che era sparita. L'acqua non si muoveva ed il buio non aiutava neanche la sua vista. Non gli piaceva nuotare sott'acqua e anche se l' avesse fatto, non avrebbe potuto trovarla. Il cuore sembrò impazzire nel petto quando qualche altro secondo sfuggì al suo controllo e di lei neanche l'ombra, un rumore o un segno. Cominciò ad agitarsi nuotando da una parte all'altra, sperando, aggrappandosi con tutte le sue forze alla preghiera che potesse comparirgli ancora davanti in tutta la sua buffa goffaggine. La paura stava attanagliando poco a poco ogni nervo, ogni cellula, impedendogli di pensare. Strizzò le palpebre. Non si sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa.
Non fece neanche in tempo a finire di formulare quel raccapricciante pensiero, che l'acqua improvvisamente e troppo silenziosamente si mosse, rivelando di nuovo la sua testa alla superficie, alla luce, a lui. Harry la raggiunse con uno scatto, afferrandole il braccio con forza, costringendola a voltarsi verso di lui.
- Si può sapere cos'hai? - urlò ancora in preda al panico - Mi hai fatto prendere un colpo! - lasciò che la sua paura trapelasse senza neanche tentare di nasconderla. La strattonò e lei stranamente non rispose al fuoco - Quanto cavolo riesci a stare sott'acqua? -
- Mi dispiace che non sia riuscito a liberarti di tutti i tuoi problemi! - strillò in risposta per poi mordersi la lingua. Come al solito parlava troppo. Ma si fingeva anche preoccupato quel lurido scimpanzé! Non avrebbe davvero potuto trattenersi.
Harry sbattè le palpebre cercando di raccogliere tutti i pezzi del puzzle. Cosa si era perso?
- Ma che dici? -
- Niente - grugnì lei tra i denti, tentando di sfuggire alla sua presa. Harry non glielo permise, stava cercando ancora di capire il motivo del suo cambiamento quando una lampadina si accese, come ancora un barlume di sorriso.
- Non ti sarai offesa - perfino la sua voce cambiò. Ora era soffice e divertita. Provocatoria e quasi strafottente.
- Affatto - sputò risentita.
- Scherzavo - si addolcì di colpo.
- Ne dubito - una lieve amarezza avvolse le sue parole.
- Non credevo ti dispiacesse -
- Certo che mi dispiace pezzo di cretino - sgusciò dalla sua presa con maggiore enfasi.
- Chi è ora che offende? - ghignò ancora, quasi potesse godere del motivo del suo risentimento.
- Credevo solo...mi sono illusa che... - la voce le mancò, come se le costasse fatica ammettere anche a se stessa, il vero motivo del suo dispiacere. Quasi fosse difficile rendersi conto che poteva ferirla con una sola, semplice parola - Lascia stare -
- Che? Da quando in qua farfugli? - la provocò ancora, incapace di resistere a quella tentazione, incapace di abbandonare quella voglia di scoprire se veramente le sue parole, i suoi pensieri perfino, potessero toccare, appena scalfire la sua pellaccia. Sembrava così forte che era impossibile credere che in realtà bastasse così poco per piegarla. La consapevolezza che in realtà non volesse affatto piegarla montò potente dentro di lui, come il nuovo e riscoperto desiderio di poter ancora avere quell'effetto su di lei.
- Che non fossi più un peso! - Elene urlò come a voler nascondere il suo imbarazzo - Quasi ti preferivo quando eri un brutto scorbutico... -
- Hey vacci piano! - tentò di interrompere quella possibile scia di insulti.
- Saccente, antipatico lombrico! - concluse alzando maggiormente la voce, indispettita - Almeno eri sincero -
- Lo sono sempre stato! - si difese immediatamente come punto nell'orgoglio. Proprio con lei. - Stavo davvero scherzando adesso, non credevo ti saresti offesa - storse il naso quando sentì le sue stesse parole suonare come una giustificazione. Quando era riuscito a spingersi fino a quel punto? E dove ancora l'avrebbe portato quella sottospecie di bambina troppo cresciuta, travestita da banshee?
- Non lo sono - borbottò contrariata. Non era offesa, quando mai. Solo leggermente alterata!
Harry sorrise, sembrava le piacesse negare l'evidenza.
- Te l'ho già detto, non sei così male - ancora una volta la sua voce si fece suadente e lei tremò. Ma non per il freddo. Quando aveva acquisito quel potere su di lei? Quando gli aveva permesso di poter influenzare in quel modo i suoi stati d'animo?
- Grazie - sussurrò. Senti la pelle tendersi.
Istintivamente Harry si avvicinò di nuovo.
- Hai freddo? Vuoi rientrare? - domandò gentilmente.
- No, dove sei? - si irrigidì ancora, sentendosi improvvisamente spaesata.
- Qui - toccò la sua mano e lei l'afferrò velocemente per arrivare, altrettanto rapidamente alle spalle e spingerlo sott'acqua. Vendicativa era un aggettivo che le si addiceva in pieno.
- Così impari a pianificare il mio omicidio! - sentenziò divertita una volta che lo sentì riemergere.
- Tuo? - tossì - Se c'è una con l'istinto omicida quella sei tu! - le rinfacciò prontamente lui.
- Io? - si finse sorpresa - Io sono una tenera e fragile creatura - Harry le regalò il suono di una risata aperta e beffarda, lei rispose con una smorfia - Il solito insensibile - fu il suo turno poi di spingerla sott'acqua con impeto, ma lei si attaccò al braccio portandolo giù. Continuarono una strana lotta perfino in apnea ed Elene si bloccò non appena sentì di aver toccato, con il dorso della mano, qualcosa dalla strana consistenza.
- Ma sei nudo?! - domandò in un mix di sorpresa, shock e imbarazzo, una volta riemersi.
- No, ho i boxer - rispose lui tranquillamente e per niente scandalizzato. Credette di essere arrossita e decise di non voler sapere cosa avesse toccato, accidentalmente. - Vorresti che mi togliessi anche quelli? -era sarcastico, provocatorio e strafottente. Avvampò. Era mezzo nudo, mentre lei ancora con jeans, maglietta e scarpe!
- Il solito pervertito! - tentò di lanciargli qualche schizzo, ma lui le bloccò le mani prontamente.
- Come fai a stare tanto tempo sott'acqua senza poter vedere? - le domandò curioso. Lei scrollò le spalle.
- Mi piace, provaci -
- E se prendessi in pieno uno scoglio? -
- Io l'ho fatto una volta eppure sono sopravvissuta - Harry strabuzzò gli occhi per poi ridacchiare divertito. Era davvero la persona più assurda che avesse mai incontrato. E non sapeva ancora se quell'aggettivo fosse un complimento o meno.
- Sei una calamita per le cose più improbabili! Ma ora capisco da dove sono nati i tuoi problemi mentali - scherzò e lei increspò le labbra contrariata.
- Il tuo tatto mi sconvolge ogni volta - inspirò prima di lanciarsi di nuovo dove non aveva bisogno di vedere per poter stare bene. Ma non si mosse, rimase di fronte a lui, aspettando.
Harry rimuginò un momento sul da farsi, fin quando non accolse il desiderio di seguirla. Restò a fondo, con gli occhi serrati.
Lo spostamento dell'acqua, prima di scontrare il movimento delle sue mani, fu il segno che aspettava. Avanzò le mani senza paura, per toccargli il petto, soffermandosi appena sul battito del cuore sotto il suo palmo. Gli nuotò intorno, senza mai lasciare che il suo tocco gli abbandonasse la pelle, come fosse una danza di corteggiamento, finché non lo tirò per un braccio, spostandolo in avanti.
Harry si beò della sensazione delle sue mani sul corpo. La sentiva nuotargli intorno senza mai abbandonare il suo tocco su di lui. Si lasciò trasportare in avanti, cominciando a seguire ed imitare i suoi movimenti, come se avesse appena imparato un nuovo linguaggio segreto. Era come sentirla ancora più vicina. L'acqua abbracciava i loro corpi cullandoli tra le sue correnti, calda, come un sentimento che germoglia, viva come un cuore che batte a ritmo nuovo, mutevole come uno sguardo, dinamica come un'unione.
- Allora com'è nuotare senza vedere? - gli domandò con un pizzico di soddisfazione, era riemersa subito dopo di lui.
- Non male come pensassi - abbassò la voce, divenne roca di colpo, era come se la corrente lo spingesse ad avvicinarsi a lei. Aveva il fiatone, se si fosse concentrata avrebbe potuto perfino sentire il suo respiro sulla pelle. Ma lei che continuava a parlare a raffica. Sicuramente non si era resa conto di quella vicinanza.
- Dovresti imparare a darmi retta ogni tanto, lo vedi? -
- Dovresti imparare a stare zitta ogni tanto - era vicinissimo ormai. Lei stava per ribattere accigliata.
- Scusa ma che modi.... - ma le parole le morirono sulla sua bocca non appena sentì le labbra di Louis scontrarsi con delicata prepotenza alle sue. Doveva aver smesso di respirare, seppure fosse riemersa.Hablame, aunque no te escuche hablame. Mirame, aunque no me veas mirame. Sienteme, estoy muy cerca solo sienteme. Porque yo te siento, desde el universo hasta al final.
Era stato intenso. L'aveva sentita talmente vicina che non era riuscito a resistere all'idea di chiudere definitivamente ogni distanza, percorrendola con il respiro fino a morire sulla sua bocca. Aveva adorato questo modo di tappare la sua boccaccia. Le aveva fissato le labbra muoversi finché non era stato capace di fare altro se non connetterle alla sue con forza. Forse troppa, non era stato cauto, non aveva pensato, aveva solo agito seguendo un istinto animalesco e selvaggio. Fremette d'impazienza quando la sentì rispondere al suo bacio con altrettanto insensato coinvolgimento. Ogni pensiero razionale lo abbandonò velocemente mentre si beava della scarica di elettricità che attraversava tutto il corpo, della sensazione di apnea nonostante non fosse sott'acqua, del battito impazzito del suo cuore che percuoteva sfrenatamente il petto e dell'incredibile eccitazione che sembrava essersi impossessata di ogni sua cellula nervosa e gridava, bramava solo di avvicinarsi ancora, graffiare quel contatto con qualcosa di più profondo fino ad imprimere il suo passaggio. Strinse la sua pelle tra le mani, toccandola ovunque potesse, puntando i piedi al fondo, cercando la spinta per poter restare a galla. Gemette dentro la sua bocca quando avvertì la dolcezza delle sue mani lasciare scie bollenti sulla sua pelle. Si muovevano spavalde su di lui alimentando la fiamma della sua eccitazione. Una lava di fuoco scaldò le acque fredde del lago.
Non se lo sarebbe mai aspettato, credeva di stare per essere affogata di nuovo fino all'instante in cui la sua voce era morta, schiacciata dalle sue labbra. Non era stato cauto o particolarmente delicato, era deciso. La consistenza delle sue labbra si era rivelata morbida e gustosa. Non aveva opposto resistenza a quel suo attacco sensuale. Nessun neurone nel suo cervello aveva neanche lontanamente finto di imporre un freno. Aveva assecondato ogni mossa finché il bacio non si era trasformato in qualcosa di impetuoso. Era come la forza di gravità. Una forza trascinante che accelerava spropositamente, mentre il cuore saettava di adrenalina fino a rimbalzare impazzito dentro di lei. L'impatto fu nell'umida tenacia della sua lingua e la sua volontà sembrò perdersi completamente nell'implodere delle sue emozioni. Portò lentamente le mani avanti, dimenticando la paura, dimenticando l'incertezza mentre si lasciava trascinare dalla corrente di un impavido desiderio. Trovò le spalle, poi il viso, una mano volò tra i capelli fino alla base del collo. Non credeva potessero essere così lunghi. L'altra esplorò il petto prima di tornare di nuovo sul suo viso. Un'immagine sfocata si creò automaticamente nella sua mente e fu come vederlo. Sentì i muscoli tendersi al passaggio insistente delle sue mani, mentre il suo cuore si contorceva sotto i suoi tocchi possessivi sulla sua pelle, stringendola e straziandola. Era una dolce morsa dalla quale non sarebbe mai voluta uscire. Piegò la testa da un lato colta da un altro improvviso moto di iniziativa, per assicurargli il migliore accesso possibile alla sua bocca, continuando a bearsi di quei contatti brutali ed eccitati. Tutto il suo corpo sembrava gridare: ancora.
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Crush
FanfictionUn incidente inaspettato porterà due mondi opposti a conoscersi e scontrarsi. Harry: cantante famoso, amato e ammirato da tutti; Elene: ragazza qualunque, amata dalla sua famiglia e dei suoi amici, felice di vivere la sua normalissima e banalissima...