Lo osservò voltarsi, seguì la sua figura finché non sparì tra la gente, tra i bianchi corridoi dell'aeroporto.
Perfetto. Fantastico, meraviglioso! Aveva fatto una corsa disperata, perdendo perfino le capacità respiratorie, per confessargli i suoi sentimenti...e niente! Ancora una volta non era riuscita a dirgli niente. Era rimasta impalata come uno stoccafisso a fissarlo ed a lanciargli languide occhiate come una pazza, invece di dare fiato ai suoi pensieri più intimi. Insomma aveva proprio reso onore al suo intento, pensò sarcastica, ancora una volta la paura l'aveva immobilizzata. Adesso avrebbe dovuto aspettare un mese, forse due, per rivederlo e finalmente cercare di abbracciare nuovamente il coraggio di dirgli...che lo amava.
Erano rimasti in silenzio entrambi, al telefono come due idioti, senza scambiarsi parola, fino quando non era stato costretto a proseguire. Prima però le aveva sorriso ancora, un sorriso rassicurante e carico di sentimento.
Le mandò un bacio con la mano e attese la sua risposta prima di voltarsi e proseguire.
Felice, era stato felice di quella sua sorpresa. Era andata fin lì solo per salutarlo, per vederlo ancora. Improvvisamente sentì il bisogno di poter fare altrettanto per lei, di donarle lo stesso sollievo che era riuscita lei ad infondergli. Non aveva più paura.
Non più.Tre settimane dopo.
Si chiuse la porta alle spalle. Finalmente era a casa. Il piccolo appartamento in via Cesare Battisti 12, che divideva con il suo migliore amico, era diventato una sorta di rifugio. Era perfettamente centrale ma non nell'esatto vortice del caos. Ideale.
Quelle settimane era fuggite via come raffiche di vento. Dopo i primi giorni di sconforto, paura, nostalgia e lacrime, lentamente aveva ripreso le redini della sua vita.
Harry era stato sempre affettuosamente presente e questo aveva contribuito notevolmente a rassicurarla. In più, finalmente era riuscita a trovare un corso di design a Londra, che sembrava essere molto interessante. Sarebbe cominciato tra tre settimane, ovvero il tempo necessario per il suo possibile trasferimento. Per la sua nuova vita, forse.
Quel giorno però non era molto tranquilla. Era sempre stata paranoicamente insicura, appurato questo, non riusciva in ogni caso a calmarsi. Fin dal giorno prima, l'aveva sentito strano e distante, sfuggente e spesso completamente assente. Non l'aveva nemmeno ascoltata! E quando gli aveva detto che si sarebbe iscritta quella sera stessa al corso, lui non aveva mostrato alcun cenno di entusiasmo, anzi, poco dopo l'aveva salutata frettolosamente, blaterando di qualche improvviso impegno.
Tutto ciò puzzava. A lei bastava davvero poco per insospettirsi, ma stranamente, nella maggior parte dei casi, vedeva giusto!Osservò per l'ultima volta le nuvole volteggiare intorno a lui, in un mix di aleggianti forme e vellutati colori, prima di chiudere gli occhi e pregustarsi quell'attesa.
La sua costante presenza era stata un sollievo per lui in quei giorni. Aveva continuamente rimandato il suo piano, fin quando lei non gli aveva parlato dell'avvicinarsi del trasferimento. A quel punto, qualcosa era scattato dentro di lui, ed aveva organizzato tutto in fretta, senza più ponderare nulla.
Ricordò come il suo cuore aveva cominciato a fare capovolte quando aveva messo a fuoco l'idea che presto lei sarebbe andata a vivere con lui. Stranamente, l'idea di scoprirsi e conoscersi nella quotidianità diaria, non lo spaventava. Era stato immediatamente fremente di impazienza. Aveva sentito la sua mancanza come l'aria in quelle settimane. Settimane in cui il suo più grande desiderio era stato poterla finalmente abbracciare di nuovo.Quella mattina aveva provato a chiamarlo, ma nulla, telefono spento e silenzio di tomba. Inevitabilmente la sua mente aveva cominciato ad immaginare gli scenari peggiori possibili.
E se avesse cambiato idea? E se avesse improvvisamente capito che non era pronto?
Basta! Doveva darci un taglio. Si stava inutilmente scervellando, quando invece doveva pazientemente attendere un suo segno di vita. Sì certo, una parola!
Se non poteva tartassare Harry di telefonate, l'avrebbe fatto con Niall!! A lui aveva detto più volte di andarla a trovare, appena avesse avuto tempo. Sapeva che si stava dedicando interamente alla sua famiglia, però sperava che potesse ritagliarsi uno spazio per visitare Bologna, l'Italia e le sue meraviglie.
Chiuse la telefonata con una scatto improvviso dopo il terzo squillo. Anche lui era stato strano durante la loro ultima conversazione telefonica. Sbrigativo, ecco il termine che stava cercando. Entrambi per la verità lo erano stati. La conclusione poteva essere solo una: quei due stavano nascondendo qualcosa, ed il suo innato pessimismo le suggeriva nulla di buono.
Sospirò lasciandosi andare a peso morto sul letto. Fiducia. Era solo questione di fiducia. Ma la fiducia non si regalava come se fosse stata una caramella. La fiducia cresceva con il tempo, poco a poco. Loro di tempo ne avevano avuto così poco...
Alzò la testa improvvisamente, al suono martellante del campanello. Sbuffò trascinandosi pigramente fino al citofono, quel tonto del suo amico sicuramente aveva dimenticato le chiavi. Prima o poi avrebbe dimenticato anche la sua testa! Aprì senza nemmeno informarsi su chi fosse. Si affacciò dalla porta, osservando il pianerottolo, come solitamente si era abituata affettuosamente a fare. Erano al primo piano e lui non prendeva mai l'ascensore, perciò ogni volta che citofonava, lei apriva e lo aspettava sulla porta, comparire dalle scale a passi pensati e stanchi, con il suo solito sorriso sornione e l'aria di chi ha solo voglia di rilassarsi.
Erano stati amici inseparabili fin da bambini. Erano diventati fratelli l'uno per l'altra, nonostante avessero vissuto in città diverse per molti anni, fino al giorno in cui entrambi avevano potuto mantenere la promessa di condividere una casa insieme. Almeno fin quando non avessero trovato ognuno la propria anima gemella.
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Crush
FanfictionUn incidente inaspettato porterà due mondi opposti a conoscersi e scontrarsi. Harry: cantante famoso, amato e ammirato da tutti; Elene: ragazza qualunque, amata dalla sua famiglia e dei suoi amici, felice di vivere la sua normalissima e banalissima...