- Niall?! -
- Scusami per l'ora ma ho bisogno di un favore - sembrava affaticato, e dietro la sua voce riusciva a captare strani mormorii, poco, pochissimo rassicuranti.
- Cosa succede? - chiese ancora appoggiata alla porta.
- Louis ha bevuto troppo - annunciò immediatamente e qualcosa in lei si tese, come se avesse colpito un nervo sensibile che bastava solo sfiorarlo per mandare scariche elettriche in tutto il corpo. Il silenzio di Niall non prometteva nulla di buono.
- E allora? -
- Allora non può restare alla festa! - rispose lui come se fosse una cosa ovvia - Potresti tenerlo in camera con te per un po'? - cosa?! - Appena la festa finisce lo vengo a prendere - la sua voce era diventata quasi supplichevole e bastò per farla riemergere dal suo confusionario stato di sorpresa. Come poteva dirgli di no?!
- Entra - disse solo spostandosi leggermente senza mai lasciare il suo appiglio sicuro, sentì Niall immediatamente sospirare di gratitudine. Lo imitò sconsolata.
- Grazie Len, verrò presto - la salutò con una carezza fugace, prima di chiudersi la porta alle spalle. Ecco, e ora? Un fulmine balenò nella sua testa improvvisamente. Accidenti non aveva chiesto che ore erano!! Possibile che da quando aveva temporaneamente perso la vista fosse ossessionata con l'orario?! Un mugugno tetro che, ahimè, proveniva proprio dalla sua camera la fece sobbalzare. Come aveva fatto a dimenticarsi di quel cretino? In qualche modo si sentiva in debito, doveva rimboccarsi le maniche e cercare di saldarlo. Come no, una parola!
- Come stai? - chiese insicura. Accidenti, lei non si era mai ubriacata e non sapeva proprio come comportarsi in quei casi, non sapeva gestire le persone ubriache! Promemoria per lei: informarsi su sbornie e possibili metodi di smaltimento.
- Una favola - biascicò quello poco convinto tirando la voce in un suono stridulo e tentennante.
- Per tua fortuna non posso vederti, ma qualcosa mi dice che non hai una bella cera -
- Credi sempre di sapere tutto? - proruppe stranamente con un tono più acceso. Perché s'infervorava sempre quando parlava con lei? Sembrava godesse nello sfidarla. Lentamente si era fatta avanti, era riuscita a raggiungere il bordo del letto e a sentire che qualcuno, insieme a lei ci era seduto, o steso, sopra. La seconda ipotesi probabilmente era più plausibile.
- Era una deduzione - gracchiò poco suadente - Se tu dici che è il contrario non lo metto in dubbio -
- Sei una so tutto io, ma non ti stufi mai? -
- Tu ubriaco, non ti stufi mai di bere? -
- Mi domandavo... - avvertì il materasso smuoversi sotto le sue gambe - Di che colore hai gli occhi? - la sua voce si era fatta più vicina. Non sapeva perché, ma riusciva a percepirlo. Quasi fu grata di quel cambio repentino di discorso.
- Di un banalissimo marrone chiaro, di quelli che con il sole restano comunque marroni - rispose tentando di mantenere un tono saldo. Stranamente quel ragazzo la innervosiva. Era così arrogante e sicuro di se!
- Quindi? - domandò lui buttandosi sul letto con una forza tale da smuovere il materasso facendola oscillare. Lei corrugò la fronte...come quindi?
- Quindi cosa? Ho detto marroni! - farfugliò indispettita.
- No hai detto una serie di frasi senza senso che non ho ascoltato - ribattè lui quasi infastidito. Pure? Primo punto da aggiungere al promemoria, non dare spago agli ubriachi.
- Marroni -
- Banali - ribatté immediatamente lui, Elene sospirò.
- Appunto, era quello che avevo detto - lui non rispose ed un imbarazzante silenzio calò tra loro. Elene odiava quell'aria tesa e pensante, seppur cosciente che solo lei ci avrebbe fatto caso - Come mai ti sei ridotto in questo stato? - chiese di colpo.
- Ho solo bevuto un po' - rispose secco, sapeva che prima o poi quell'impicciona non avrebbe resistito e avrebbe fatto domande.
- Ma se non ti reggi in piedi -
- E tu come fai a dirlo? - non avrebbe dovuto ma in quel momento non aveva le forze nè tanto meno le abilità per pensare correttamente. Lei infatti si accigliò come morsa da una tarantola. Quanta delicatezza!
- La pianti di fare l'idiota e rispondi alla mia domanda per favore! -
- Alle feste si beve Santa Elene, oppure tu sei contraria anche a questo? - sbeffeggiò sarcastico - C'è qualcosa che fai? Scommetto che sei ancora vergine nell'attesa del principe azzurro! Poveraccio chi ti si prende! - Sghignazzò divertito dalle sue stesse parole, mentre Elene sentiva velocemente la rabbia scorrerle e mischiarsi al sangue. Brutto presuntuoso idiota! Come diavolo si permetteva!
- Non sono contraria a questo ma a chi è incapace di divertirsi senza - protestò sulla difensiva, ignorando di proposito le sue insinuazioni - La smetti di chiamarmi così? - quanto odiava quel modo di chiamarla! Era sarcastico e provocatorio!
- Perché hai sempre qualcosa da ridire su tutto? - la questione sembrò infervorare l'ubriaco.
- Cosa c'è di sbagliato ad avere delle proprie idee? - si ritrovò a rispondere. Al diavolo il punto uno del promemoria! Ora doveva essere un male anche pensare!
- Pensi sempre di aver ragione! - alzò la voce di colpo, infervorato come se si stesse difendendo da false accuse.
- Ma non ho detto nulla! - replicó accigliata - Ti ho chiesto solo perché hai bevuto così tanto! Se leggi un giudizio sotto una semplice domanda vuol dire che hai la coda di paglia! - lui ghignò ancora, aveva immaginato una risposta simile. Elene si morse la lingua , non imparava mai a tenere quella sua boccaccia chiusa!
- Ecco che torna la so tutto io alla carica! - sembrava ironico, ma sapeva che era perfettamente serio e accusatorio.
- Mi vuoi rispondere? -
- Solo perché sono qui non vuol dire che voglia parlare con te! - ma va?
- Se sei qui vuol dire che stavi per combinare qualche disastro! - lui scattò ancora, il letto si mosse sotto di lui insieme a Elene che barcollò sotto i movimenti inquieti delle molle.
- Tu non sai niente! Niente di me, della mia vita, della mia storia, dei miei pensieri! - aveva gli occhi puntati su di lei, su quel viso che poteva vedere a metà. Lei battè un pugno sul materasso, visibilmente arrabbiata. Qualcosa dentro di lei era scattato, il sangue era affluito al cervello e non avrebbe più controllato il flusso di parole che sarebbe inevitabilmente uscito dalla sua bocca.
- E chi ha mai sostenuto il contrario?! - urlò quasi in maniera poco aggraziata. Harry si accigliò maggiormente. Era inutile più lei lo sfidava e gli rispondeva, più in lui cresceva il desiderio di risponderle e mettere a tacere quella sua boccaccia. Impresa ardua.
- Ogni volta che apri quella tua boccaccia sembra che sputi sentenze su tutto e tutti! Sembra che sei su un piedistallo a giudicare dall'alto del tuo sapere! Ma cosa sai tu?! Hai mai vissuto davvero, Santa Elene? - non riuscì a controllare l'inflessione strana e cadenzata che assunse la sua voce non appena pronunciò il suo nomignolo. Provocatorio.
- No sono rimasta in convento a fare la calza! Ma che discorsi fai! - strillò ancora senza curarsi di controllare il livello sonoro. Era scioccata dalle sue accuse e la sua vena combattiva ormai predominava le sue azioni. Non si sarebbe piegata. Voleva fuoco? Fuoco avrebbe ricevuto - Non mi sono mai permessa di giudicare la tua vita! -
- Lo fai continuamente! - si adeguò al suo volume, continuando a sbatterle in faccia il suo disprezzo. Lei strinse le coperte tra le dita.
- Mai! - digrignò i denti, furiosa.
- Bugiarda - ok, questo era davvero troppo!
- Benissimo allora. Non vuoi parlare con me, ti accontento -
- Era ora, la tua voce mi faceva venire il mal di testa - rimesse immobile osservandola confinarsi in un angolo remoto del letto, quasi avesse paura di toccarlo. La imitò.
S'infilò sotto le coperte cercando di ignorare il fastidioso brusio nella sua testa. Volente o nolente non era stata felice di quei commenti accusatori. Era vero infondo, forse non troppo infondo, aveva una personalità particolare predominata da idee alcune volte bizzarre, ma lui in quel caso stava esagerando, sicuramente non cercava di imporre il suo modus vivendi a qualcuno, tantomeno a lui! Sentì un peso familiare schiacciarle il petto mentre una morsa di affanno le rompeva il respiro. Si morse l'interno della guancia.Non avrebbe pianto per lui.
- Dormi? - ecco ancora quella voce. Basta! - Tanto lo so che sei sveglia - continuò lui mentre lei cercava di abbracciare la politica dell'ignorare. Avrebbe smesso - Mi rispondi? - lui alzò la voce di colpo e lei scattò inviperita.
- Certo che non dormo se tu continui a parlare! - strillò acida.
- Wow, calmati Santa Elene - la prese ancora in giro e lei sentì le dita formicolare al desiderio di piantargli una cinquina in faccia - Cos'è ti sei offesa per quello che ho detto? - ma quando mai...
- Non m'importa un accidenti di quello che pensa la tua mente sbronza! - urlò piccata e lui ridacchiò in risposta.
- Ti sei offesa - era un'affermazione decisa. Elene sbuffò e si voltò dall'altra parte con poco garbo facendo saltare il ragazzo ancora sdraiato ai piedi del letto supino ed immobile.
Lo sentì sospirare - Senti, mi annoiavo a quella festa, per questo ho esagerato - ignorò la sorpresa per il suo improvviso cambiamento. Ma come, ora voleva parlare con lei? Non era sbronzo, era tutto matto!
- Non m'importa, puoi fare quello che vuoi - replicó infastidita.
- Ma come, niente sermone? - domandò in un misto di sorpresa e sarcasmo.
- Non ho un bel niente da sermonare pezzo di cretino - rimbeccò lei prima di costringersi ad una pausa - Ora chi è che crede di sapere tutto? -
- Calmati! Cercavo di fare conversazione - stranamente lui appariva calmo, aveva vagamente perso la nota accusatoria e offensiva nella voce - Ho notato che litigare con te mi sta facendo passare la sbornia - era vero, non capiva perché, ma aveva deciso di ricominciare a parlare, magari in maniera più pacifica. Non riusciva a dormire e si stava annoiando, lei era l'unica a disposizione.
- Ma quanto mi fa piacere! Continuiamo pure per tutta la notte! - esclamò ironica.
- Ma se è quasi l'alba - lei scattò di colpo ed il letto sotto Harry si mosse ancora.
- Davvero? - chiese sconsolata. Quasi una notte insonne dietro quel babbuino spelacchiato. E Niall che fine aveva fatto?
- Allora? - incalzò lui - Non dici più nulla? - Elene evitò di domandargli da dove veniva tutta quella curiosità. Noia, era sicura le avrebbe risposto.
- Non ho davvero niente da dirti -
- Questo si che è un miracolo! - scherzò lui, apparentemente divertito. Harry dovette ammettere a se stesso che in qualche modo, litigare con lei cominciava a divertirlo, almeno da sbronzo.
Elene sbuffò sentendo di essere arrivata al capolinea. Ora basta!
- Senti, nessuno ti ha detto di venire qui, nessuno ti ha chiesto di uscire ieri sera e sorbirti la mia insopportabile compagnia! Basta! Sono stufa! - urlò - Da domani non voglio più avere niente a che fare con te! - Harry non mosse un muscolo, non una parola sembrava averlo toccato.
- Spiacente ma non puoi -
- Oh e chi lo dice? -
- Il nostro manager! - sputò questa volta con un carico di risentimento. Ecco il punto, pensò lei.
- Non la penserà più così se lo minaccio di denunciarlo per attentato alla mia sanità mentale! - lui sbuffò
- Esagerata! -
- Lo dici tu! - saettò furibonda - Sono stanca di essere tratta in questo modo! Continuate a trattarmi come se vi stessi obbligando spontaneamente della mia presenza! -
- Stare con noi può solo giovarti! - Harry perse improvvisamente ogni buon proposito di conversazione pacifica. La sua mente poco lucida aveva scoperto le carte.
- Davvero?! - gracchiò sconcertata da tanta presunzione - Ti ricordo che non ci vedo! Cavolo! Che conquista! Grazie tante! -
- Che fai ti commiseri? -
- No, ma almeno non mi venire a dire che traggo giovamento da tutto questo! - pausa - Sei così pieno di te che non ti accorgi di quello che hai intorno! -
- Eccola di nuovo! -
- Cresci Louis! Non mi importa quello che sei o quello che fai! - urlò ancora lei.
- A me sembra il contrario -
- Perché ti ho chiesto come mai avessi bevuto così tanto da ridurti uno straccio? Scusami ero solo preoccupata! - ammise alla fine, come al solito avrebbe risposto colpo su colpo. Non importava quanto avrebbe dovuto scoprire.
- No invece tu volevi solo prendere la palla al balzo per criticare! - il viso della ragazza si contorse in una strana espressione confusa.
- Ma ti senti? Volevo cercare di aiutarti! -
- In che modo maestrina? - la prese ancora in giro, per lui stava risultando ridicola. Lei e tutta la conversazione.
- Non lo so anche solo parlandone! -
- Non sono un soggetto da psicanalizzare! - scattò lui ancora.
- Ma non sei felice, se ti fossi divertito non avresti bevuto così tanto! -
- Smettila! - una minaccia non troppo velata si nascondeva nelle pieghe della sua voce. Aveva toccato qualcosa, aveva raggiunto un punto nascosto, si domandò ancora una volta come potesse, senza neanche guardarlo, capire quello che avvolte neanche vedendolo, riuscivano a cogliere. Non era affatto un punto a suo favore.
- Allora smettila tu! - ricadde sul letto, tirando la coperta fino al naso, sperando di non udire più la sua voce.- Dovrei prendere una boccata d'aria - ancora il letto si mosse insieme a lui.
- Qui non puoi uscire - bofonchiò con voce stanca e tremolante.
- Perché? - lui invece era perfettamente sveglio.
- Hanno chiuso a chiave la porta finestra, motivi di sicurezza hanno detto. Neanche fossi tentata di buttarmi di sotto. Puoi uscire, conosci la strada - ruggì riacquistando velocemente il suo tono meno cordiale. Harry s'irrigidì inspiegabilmente. Era rimasto fermo immobile nella stanza, in piedi, ad osservare un fagotto accartocciato tra le coperte, che doveva essere lei. Stranamente si ritrovò a domandarsi che pigiama portasse questa volta.
- Senti... - cominciò tentennante, senza neanche esattamente sapere cosa dire.
- Buonanotte -
- Buongiorno - ridacchiò, il sole era brillante di luce calda e soffice quel giorno. Lei grugnì.
- Che ore sono? -
- Le 9 -
- Buonanotte! -Buonasera a tutti!
Ringrazio chiunque stia leggendo, commentando e votando la storia, ancora non ci credo che stia succedendo!
Approfitto del capitolo per pubblicizzare una storia molto bella e appassionante, sicuramente diversa dalle solite:
"Love and Hate" di BelieveInPerfection.
Consiglio vivamente di dare un'occhiata a questa storia, sono sicura non ve ne pentirete!
E magari leggere un'altra storia altrettanto intrigante e originale:
"She's not afraid" di misslightblu.
Infine, ma non meno importante:
" Galoppando tra le nuvole" di LiveForeverHappy, affascina fin dal primo capitolo!Grazie ancora a tutti di cuore!❤️
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Crush
FanfictionUn incidente inaspettato porterà due mondi opposti a conoscersi e scontrarsi. Harry: cantante famoso, amato e ammirato da tutti; Elene: ragazza qualunque, amata dalla sua famiglia e dei suoi amici, felice di vivere la sua normalissima e banalissima...