POV EVELYN
La partita è iniziata già da 15 minuti, ma la nostra squadra è nettamente in svantaggio. O almeno, stare sotto di 12 punti lo ritengo un netto svantaggio.
Brian non è per nulla concentrato, tanto che il coach lo ha già sostituito per ben due volte per dargli qualche dritta. Liam, nel frattempo, gioca con troppo fervore i duelli con Simon, cosa che lo porta a commettere continui falli, consentendo alla Denver tiri liberi aggiuntivi. Noha, invece, è l'unico che effettivamente sta mettendo tutto se stesso nella partita, ma senza l'appoggio dei suoi due amici può fare ben poco.
Il nuovo punto segnato da Simon stesso porta la partita a un punteggio di 14 a 6 per la squadra avversaria. Il coach sostituisce per l'ennesima volta Brian, facendo entrare James al suo posto, innescando l'ira del primo, che poco ci manca che lanci la palla per aria. Nessun gesto sportivo quando i due si passano a fianco. Solo il sorrisetto sfacciato di James, al quale Brian non degna la minima attenzione. Piuttosto si allontana direttamente in direzione degli spogliatoi, con il coach che invano cerca di richiamarlo.
Guardo Alisia con un punto interrogativo stampato in fronte. Lei di rimando mi osserva con tristezza e preoccupazione.
Guardo verso il campo. La nostra squadra fa fatica a sostenere il ritmo di gioco dettato dalla Denver. Inizio a pregare che la situazione si mantenga stabile per i prossimi tre minuti che segneranno la fine del primo tempo, e nel mentre mi alzo, iniziando a ricevere gli insulti di chi è concentrato nell'osservare la partita. Io, però, ho bisogno di passare.
Mi allontano dagli schiamazzi della palestra, e mi avvicino agli spogliatoi, finché un rumore sordo mi paralizza sul posto. Accelero e spalanco la porta, incurante di trovarmi in un ambiente dove potenzialmente potrei trovare qualsiasi individuo di sesso maschile nudo.
Ma, così come da me previsto, trovo solo Brian. Quel che non avevo previsto erano le nocche sanguinanti e la sua faccia sofferente.
<<Che cazzo fai?>> allarmata tento di avvicinarmi, ma per bloccarmi gli basta semplicemente alzare il palmo della mano.
<<Torna da dove cazzo sei venuta e lasciami stare>> nonostante si sia impegnato a mantenere un tono freddo e distaccato, questa volta ho potuto ben percepire la sofferenza nelle sue parole.
Il basket per lui è tutto. Alisia me lo ha detto. Lui me lo ha dimostrato. Fallire non è ammesso. E lui oggi sente di star fallendo.
<<Brian, che ti prende? Che ti sta succedendo? Non sei tu quello in campo>>
Sorride, un sorriso cattivo, un sorriso di scherno.
<<Se qualcuno ti ha mandata qui a fare la buona samaritana puoi anche andartene, non serviranno due parole di incoraggiamento a far migliorare le mie prestazioni in campo oggi>>. Le lacrime mi si addensano agli angoli degli occhi, e cerco di non far vedere quanto quelle parole mi abbiano ferita nel profondo. Perché in fondo è vero, io cerco sempre di aiutare tutti, e spero sempre che le mie parole possano in qualche modo essere di aiuto. A volte ho la presunzione di crederci veramente. Di essere sicura che le mie parole facciano la differenza.
<<Perché mai dovrebbe avermi mandata qualcuno?>> domando avvicinandomi, nonostante colga il suo irrigidirsi.
<<Non fare la finta tonta, odio gli ipocriti, odio chi finge, e odio chi si atteggia a finto buonista. Tu stai facendo tutto ciò>>. Non è solo il significato, ma la cattiveria che trasuda dalle sue parole a farmi risalire un brivido lungo le spalle.
Le lacrime iniziano a strabordare, ma non voglio piangere davanti a lui, non ancora. Non so cosa gli abbia fatto, ma non voglio restare qui a prendermi i suoi insulti.
STAI LEGGENDO
My Weakness
RomanceA Evelyn Turner non è mai mancato nulla. Una villa enorme con piscina annessa, un bagno privato in stanza con vasca idromassaggio, vestiti e trucchi delle migliori marche, sfoggiati durante le cene e i gala dell'alta società. Studentessa brillante d...