POV BRIAN
Cammino spedito verso la palestra. Delle prime due ore di lezione non sono riuscito a seguire altro se non i primi 10 minuti, per cui è inutile sforzarmi per oggi. Meglio sfruttare il tempo per qualcosa di produttivo piuttosto che poltrire seduto dietro a un banco a contare i minuti che passano alla fine delle ore.
Entro in quello che posso definire il mio mondo. Lo sport, l'adrenalina, sono ormai diventati parte di me. Senza di loro non sarei più io.
Mi dirigo verso la cesta che contiene i palloni da basket, ma la mia attenzione viene attirata dalla porta che dà sul cortile, solitamente chiusa per evitare l'ingresso di animali randagi, tranne quando ci alleniamo all'aperto. Per cui la domanda mi sorge spontanea: chi altro si starà allenando in piena mattina?
Esco all'esterno e mi dirigo verso i campetti, finché non ho una visuale completa, ma non vedo nessuno. Torno quindi indietro, probabilmente qualcuno l'avrà dimenticata aperta.
"Quindi tra noi due la psicopatica sarei io?" sto per rientrare quando avverto tali parole in lontananza, pronunciate da un timbro di voce ultimamente fin troppo familiare.
Mi avvicino senza farmi notare e scorgo Evelyn insieme al suo ragazzo presi da un'accesa discussione.
"Oh, su quello non ci sono dubbi. Soltanto una psicopatica si comporterebbe così".
Stringo i pugni e mi impongo una calma che non possiedo.
"Benissimo, puoi pensare di me quello che ti pare" Evelyn fa per andarsene, sto per indietreggiare anche io quando vedo il braccio di Cooper scattare in avanti per poi afferrare il suo polso.
"Lasciami andare James" pronuncia lei, anche se dal suo tono non traspare più la sicurezza che aveva mostrato fino a quel momento, quanto piuttosto qualche sfumatura di un sentimento che conosco fin troppo bene: la paura.
"Solo se resti qua e fai la brava" risponde il coglione.
Evelyn tenta ancora di liberarsi dalla sua presa. Sto per intervenire ma vedo lei smettere di dimenarsi, arrendendosi alla richiesta del coglione.
"Debole" la voce nella mia testa mi sussurra queste parole, riportandomi indietro nel tempo, ricordandomi ciò che ero stato e ciò a cui ormai non potevo porre rimedio.
"Parla" torno al presente, concentrandomi sulla conversazione.
"Non darmi ordini". Lui avanza di un passo, Evelyn indietreggia di uno, io avanzo di due.
"Domani verrai con me, non è concepibile una tua assenza"
"La prossima volta avresti dovuto avvisarmi prima, mi dispiace." Afferma Evy con risolutezza.
"Smettila di comportarti così" afferma il coglione avanzando ancora. La sequenza di prima si ripete e io mi rendo conto di essere arrivato fin troppo vicino, il rischio di essere visti c'è, ma questo non rientra minimamente nei i miei problemi.
"Così come? Come una psicopatica?" afferma lei. Dal suo tono traspare sicurezza, ma i suoi occhi mostrano ben altro, anche questo qualcosa di conosciuto: il dolore.
Si copre con l'autoironia ma è chiaro come questa precedente allusione nei suoi confronti l'abbia segnata.
"Esattamente" continua lui.
"Beh mi dispiace, trovati un'altra che venga a questa proclamazione del cazzo, magari qualcuno che sia meno psicopatica della sottoscritta". Il tono sempre più calante man mano che prosegue nella frase.
"Ho detto..." James fa un altro passo e vedo già i muscoli del braccio contrarsi per fare una prossima mossa che però non ci sarà.
"Problemi?" mi faccio avanti intervenendo nella conversazione. Con la coda dell'occhio osservo Evelyn abbandonare la posizione rigida che aveva mantenuto nel corso dell'intera conversazione.
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My Weakness
RomanceA Evelyn Turner non è mai mancato nulla. Una villa enorme con piscina annessa, un bagno privato in stanza con vasca idromassaggio, vestiti e trucchi delle migliori marche, sfoggiati durante le cene e i gala dell'alta società. Studentessa brillante d...