CAPITOLO 9

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POV EVELYN

"Io vado, a dopo" urlo per farmi sentire dai miei genitori che, si strano dirlo, ma sono a casa questa mattina. Il motivo? Penso siano atterrati giusto un paio d'ore fa in ritorno dal loro ultimo viaggio.

A differenza degli altri giorni non sono in ritardo, o almeno, non lo sono per le lezioni.

Arrivo di corsa al parco vicino casa mia, mi avvicino alla nostra panchina e nel frattempo inizio a guardarmi attorno.

"Scusa ma non ti hanno insegnato a rispettare gli orari?"

Mi giro di scatto e la vedo. Sorrido, uno dei primi veri sorrisi da un po' a questa parte, e le vado incontro buttandomi tra le sue braccia, già pronte ad accogliermi.

La stringo sempre più forte, e lei non è da meno, sento le lacrime addensarsi agli angoli degli occhi.

Alisia è tornata, e con lei è tornata anche una parte di me.

**

"Da dove arriva questa macchina?" mi giro verso Alisia dopo aver finito di osservare l'interno dell'Audi in cui ci troviamo.

"New entry. I miei genitori me l'hanno regalata, anche se avrei voluto qualcosa di meno appariscente" dice con tono contrariato. So quanto le dia fastidio che vengano spesi soldi per lei, ma in questo caso posso capirla, diamine stiamo parlando di un'auto e non di una qualunque.

"Pensa che sarai invidiata dall'intero campus" le dico ironicamente. So anche quanto odi stare al centro dell'attenzione.

"Che bello, non vedo l'ora" alza gli occhi al cielo.

"Allora, tralasciando le cose principali di cui parleremo con più calma, fammi un riassunto di ciò che devo sapere" asserisce.

"Cosa vuoi che ti dica?" domando perplessa.

"Qualsiasi cosa, tipo se c'è qualcuno da evitare nel campus, qualcuno a cui rispondere per le rime, qualche nuovo nemico, qualche nuovo amico" e qui mi guarda ammiccante.

"No nessuna novità" dico ridendo. "Sempre il solito" continuo.

"Non ci credo, ancora ti viene dietro?" domanda ridendo lei.

"Elias è un osso duro, ma non ho mai l'occasione di rifilargli il palo per bene" affermo ridendo.

"E quindi cosa hai fatto per un anno, hai vissuto evitandolo per tutti i giorni?"

"No, cioè anche, ma non sempre" realizzo che effettivamente non ho avuto il bisogno di ricorrere a scuse per evitare Elias perché ultimamente è lui che ignora me e non più il contrario.

Non ho il tempo di esporre questi miei pensieri che Alisia parcheggia nel campus, difronte al mio dipartimento, in genere quello meno affollato a livello di auto. Tutti gli occhi sono già puntati su di noi o, meglio, sull'auto, che avendo i finestrini oscurati, cela le nostre figure, anche se ancora per poco.

"Pronta?" mi chiede Alisia.

Dovrei essere io a chiederglielo, ma tra le due è sicuramente lei quella in grado di destreggiarsi tra la gente, ignorando o rispondendo a tono a chiunque le si metta contro. Io invece sono quella che resta in silenzio, abbassa la testa e passa oltre.

Inspiro, espiro. Pronta. Non c'è bisogno di parlare, basta uno sguardo e entrambe usciamo dal comodo rifugio dell'auto.

E come previsto tutti gli occhi sono puntati su di noi. Iniziamo a camminare in mezzo al chiacchiericcio che si è venuto a creare, e ammiro Alisia per la tranquillità che riesce a mostrare, nonostante io sappia quanto odi questo tipo di situazioni. Beh, sembra che l'Erasmus in Spagna le abbia fatto bene da questo punto di vista.

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