POV BRIAN
Destro, sinistro, schiva.
Adrenalina, pura e semplice adrenalina. Ecco cosa riesce a farmi andare avanti.
Destro, sinistro, schiva.
La voce del mio coach si impone nella mia mente oscurando i pensieri e permettendomi di focalizzarmi del tutto sul sacco da boxe che ho davanti.
Continuo ad allenarmi senza curarmi di nulla, finchè un fastidioso rumore acuto infrange la bolla in cui mi ritrovo.
"Dimmi Liam"
"Bro, è un'ora che ti cerchiamo per tutto il campus, ma dove diavolo sei?".
"Perché cazzo mi stai cercando a quest'ora?"
"Che stai dicendo Brian, la bionda di ieri sera ti ha fottuto anche il cervello per caso?"
Ignoro il suo commento, evitando di rispondere a tono, e controllo l'orario. Le 9:30. Cazzo, ma quanto tempo era passato? Ero arrivato qui che erano a stento le sei.
"Faccio tardi oggi, vi raggiungo per pranzo":
"Potevi avvisarci, stronzo".
"Non devo renderti conto di quello che faccio Liam" dico con esasperazione, rassegnato al fatto che il mio amico non capirà mai che deve farsi i cazzi suoi.
"Va bene va bene, come siamo scontrosi. Ci vediamo a pranzo". Riattacca, senza darmi il tempo di rispondere. So che non se l'è presa, d'altra parte è pur sempre Liam, ma gli piace fare la vittima della situazione.
Torno nell'appartamento per fare una doccia e levarmi il sudore di dosso. Il tempo di asciugarmi e vestirmi e vedo che si sono fatte le 11. Seguire la lezione di diritto commerciale è ormai del tutto escluso, quindi mi limiterò ad andare in caffetteria. Potrei provarci con la nuova barista mentre aspetto gli altri.
Metto le cuffie e mi avvio verso l'università, sto per entrare nel dipartimento ma la mia attenzione viene catturata da una testolina mora. Quella ragazzina mi farà impazzire, adoro quando risponde a tono alle mie provocazioni, ma ieri ho scoperto di adorare ancora di più quando si imbarazza per qualche battuta più spinta.
Che poi, definiamola pure spinta quella provocazione, ma penso si possa classificare come una delle più caste che sia uscita dalla mia bocca.
Sto già per richiamare la sua attenzione, quando la noto passarsi una mano sulla tempia con fare dolorante. A guardarla bene noto delle profonde occhiaie e gli occhi arrosati. Che la ragazzina abbia pianto?
"Oggi giornata no, bimba?". L'ho colta di sorpresa, infatti si volta di scatto verso di me, che nel frattempo mi sono avvicinato alla panchina su cui è seduta.
"Esatto, oggi giornata no, per cui niente battute o provocazioni". Sembra che le sia successo qualcosa di davvero brutto per farla essere così acida di prima mattina. Poi mi ricordo che io lo sono sempre quando qualcuna cerca di parlarmi dopo aver scopato, quindi non mi azzardo a giudicare.
"Pensa tu, ero già pronto a riprendere il discorso di ieri, ma a quanto pare non è il momento adatto" le dico usando un tono tra il provocatorio e il malizioso.
"Che discorso?" Si volta incuriosita verso di me, ma a quel punto dimentico completamente ciò di cui stiamo parlando, perché la mia attenzione è catturata dal livido violaceo che si trova un po' al di sotto della tempia. È un livido abbastanza piccolo, era impossibile notarlo da lontano, anche perché coperto dai capelli, ma c'era.
"Che hai fatto qua" allungo la mano verso il suo viso ma lei di istinto si ritrae, spaventata, forse anche dal brusco cambio di tono della mia voce. Ritraggo la mano, con lentezza e la alzo in segno di pace, come a volerle dimostrare che non deve avere paura. Perché lo sto facendo?
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My Weakness
RomanceA Evelyn Turner non è mai mancato nulla. Una villa enorme con piscina annessa, un bagno privato in stanza con vasca idromassaggio, vestiti e trucchi delle migliori marche, sfoggiati durante le cene e i gala dell'alta società. Studentessa brillante d...