CAPITOLO 4

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POV EVELYN

Mai sfidare il destino. Perché ovviamente tutto andò peggio. Arrivo in aula e sento gli occhi delle persone bruciare addosso. O meglio, gli occhi dei ragazzi puntati addosso. Maledico me stessa per non avere indossato una maglia invece che la canotta, ma ormai non posso tornare indietro. Ignoro tutti, e vado alla ricerca di un posto. A causa della tappa in bagno sono arrivata troppo tardi per poterlo scegliere, ma rifiuto completamente la possibilità di sedermi in prima fila, dove vedo un paio di sedie libere.

Non mi sarei mai seduta lì senza nemmeno aver bevuto il caffè.

Salgo le gradinate ma inizio a rassegnarmi a dover tornare indietro e prendere posto in quella che io e Chloe abbiamo sempre definito "fila maledetta". Poi all'improvviso penso che il karma abbia iniziato a girare a favore per la prima volta nella giornata quando scorgo un posto libero e per di più laterale, un po' più in alto di dove mi siedo di solito, ma sarebbe andato più che bene. Peccato che quando arrivo scopro che il posto affianco è occupato niente di meno che da Brian.

Mi appresto a tornare indietro, prendendomi gioco di me stessa per aver pensato davvero di poter avere un minimo di fortuna in quella giornata di merda, ma prima di iniziare a scendere vedo che gli unici due posti che erano liberi nella prima fila sono già stati occupati.

A questo punto sono seriamente tentata di andarmene e non seguire. Ma no. Non c'è nessun problema a sedermi vicino a Brian. Se lui dovesse avere qualcosa da ridire potrà tranquillamente alzarsi e cercare posto altrove, se ci riesce.

Quindi ripetendomi in mente questo discorso motivazionale vado a sedermi

Inizialmente non si accorge di me. Poi si gira e quando mi nota resta qualche secondo a guardarmi, focalizzandosi sulla mia canotta. O forse è stata la mia impressione, perché pochi secondi e sfoggia nuovamente il suo ghigno del cazzo.

"A quanto pare non riesci a starmi lontana"

"Vola in basso Curtis, il mondo non ruota intorno a te".

"No, infatti la Terra ruota intorno al Sole. Sono le ragazze che ruotano intorno a me".

Resto senza parole difronte al suo egocentrismo. Lo ha detto davvero?

Mi giro dall'altro lato bofonchiando un qualcosa che assomigliava molto a "stronzo egocentrico" facendolo ridere sommessamente.

Entra la professoressa e aspetto l'inizio della lezione di criminologia.

La prima mezzora passa senza problemi. Inizio a rilassarmi, ma ovviamente non ho ancora capito che, se una giornata inizia storta, non posso di certo aspettarmi miglioramenti.

La lezione della prof viene interrotta da una sua collega che a quanto pare ha un urgente bisogno di parlare con lei. Felice di quei brevi minuti di riposo per le mie mani, poggio la testa sul banco per poter riposare sperando di non addormentarmi. Ma evidentemente le mie intenzioni sono in contrasto con quelle del mio vicino di posto.

Neanche poggio la testa che sento qualcosa toccarmi ripetutamente la spalla. Mi volto nella sua direzione trovando Brian con in mano una matita.

"Cosa vuoi?" – sorride lievemente per poi con un movimento repentino prendere il mio quaderno, iniziando a sfogliarlo.

"Ridammelo. Ora." Cerco di restare calma e imprimo nella mia voce tutta la frustrazione della giornata.

Ma ovviamente non mi ascolta e continua a sfogliarlo.

"Sei sordo o cosa?" – finalmente mi degna di uno sguardo, quasi come a intimarmi di non disturbarlo. Alla fine!

"Si, credo vadano bene" – mi restituisce il quaderno e io lo guardo senza capire

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