CAPITOLO 13

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POV EVELYN

Sono le 19:30 e io sono appena rientrata a casa dopo il weekend passato con Alisia e gli altri. Mi mancano gli ultimi libri e vestiti da portare al dormitorio, e ne approfitterò domani, visto che anche Alisia per stanotte torna a dormire a casa sua insieme a Brian.

Se mi chiedessero come mi sento in questo momento, una sola parola uscirebbe dalle mie labbra: felice.

Ma si sa, la felicità è effimera, non dura in eterno.

Appendo il cappotto e mi dirigo verso il soggiorno, ed è lì che lo vedo.

James se ne sta comodamente seduto sul mio divano, con una bottiglia di birra in mano e altre tre vuote sul tavolino di fronte a lui.

Non alza lo sguardo, ma so che mi ha sentito. Con l'ansia che inizia a insinuarsi nelle viscere del mio corpo decido di ignorarlo anche io. Mi dirigo in cucina per prendere una bottiglia d'acqua fredda per la notte, poi mi avvio alle scale.

"Adesso nemmeno si saluta" le sue parole mi congelano sul posto, troppo vicine per provenire dal caro e lontano divano. Mi giro e lo ritrovo difronte a me.

È ubriaco.

"Amore, sono tornata. Com'è andata la promozione, tutto bene? Il lavoro è stato stressante?" imita quella che dovrebbe essere la mia voce. Per quel che mi riguarda sono paralizzata. Il luccichio nei suoi occhi mi spaventa. I litri di birra che si sarà scolato non sono per nulla rassicuranti.

"James dovresti conoscermi, non sono ipocrita. Non mi interessa un cazzo della tua promozione, né del lavoro" nonostante l'ansia e, si, anche la paura, non riesco a mostrarmi accondiscendente. All'inizio lo facevo anche, e si finiva il tutto con una scopata. Mai una volta in cui siamo riusciti a risolvere un problema parlandone, affrontando la questione.

Osservo i suoi muscoli entrare in tensione, e il suo sguardo indurirsi.

"Sei una stronza del cazzo" pronuncia sorridendo.

"Sai, è proprio per questo che mi interessi. Sai essere stronza al punto giusto quando vuoi, potresti essermi molto utile se solo cacciassi la lingua con chi dovresti invece di farlo solo col sottoscritto" continua sorridendo.

Cazzo ti ridi coglione

"Evidentemente sei l'unico che merita questo trattamento, dovresti ritenerti onorato" rispondo saccente, iniziando a rilassarmi. La sta buttando sull'ironia, non è abbastanza lucido da essere particolarmente incazzato.

"E sono anche l'unico a meritare altri trattamenti però" si avvicina, le intenzioni sono chiare, ma col cazzo, non otterrà ciò che vuole, non stavolta.

"L'unico trattamento che meriteresti al momento è quello di essere cacciato a calci da questa casa seduta stante"

Lo vedo incupirsi, per cui continuo a infierire.

"Per cui James, evitiamo la seconda parte, ma tu va via"

Mi giro per salire le scale, ma non mi dà il tempo. Mi sento afferrare dal braccio sinistro, per poi tornare ad essere faccia a faccia con colui che dovrebbe essere il mio porto sicuro, la mia ancora di salvezza, la mia casa e tutte quelle stronzate dei film.

"Ascoltami bene stronza. Tu non sei nessuno senza di me" aumenta la presa "non sei un cazzo di nessuno senza di me, la tua famiglia non è nessuno senza di me" continua, ma ho quasi smesso di ascoltarlo, il braccio sta diventando di uno spaventoso bianco, chiaro sintomo della mancanza di circolazione.

"Lasciami. Questo. Fottutissimo. Braccio" dico gridando e con una voce sofferente che mio malgrado non riesco a nascondere.

"Perché altrimenti cosa fai eh?" Aumenta la stretta e a me inizia ad appannarsi la vista dal dolore.

My WeaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora