CAPITOLO 23- PT1

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POV EVELYN

Una ragazza dai capelli rossi, gli occhi ambrati, lievi lentiggini a cospargerle le guance, alta, e con un sedere stratosferico, tanto da fare invidia a buona parte della popolazione mondiale, si trova in piedi, al centro dell'aula. Fissa Brian con ostilità, i suoi occhi esprimono delusione, le lacrime minacciano di strabordare da un momento all'altro.

Il silenzio assoluto accompagna la reazione di Brian, che con tutta la calma di questo mondo –seppur apparente- porta le mani nella tasca del pantalone della tuta. Si prende ancora qualche secondo prima di degnarsi di posare il suo sguardo sulla ragazza in questione.

<<Non ho fatto niente, io>> afferma con totale tranquillità. Vorrei avere la sua stessa abilità nel nascondere le emozioni. Vorrei avere la sua stessa abilità nel mentire agli altri. In confronto a lui sono un libro aperto per chiunque.

Eppure, sto imparando a conoscerlo. Per questo posso dire con certezza che sta nascondendo le sue reali emozioni. Per questo posso dire con certezza che sta mentendo.

<<Vuoi negare per caso di aver filmato tu il video? E che non sei stato sempre tu a farlo riprodurre davanti a tutti?>> L'espressione sul volto di Brian si indurisce, fitte ombre cadono sui suoi occhi.

<<Non ho fatto nulla, io>> marca sulla parola "io", ma non conferma né smentisce il fatto che lui abbia a che fare qualcosa con tutto ciò.

<<Stai negando l'evidenza>> urla istericamente la ragazza.

<<L'assemblea è finita, tornate ai vostri corsi. Curtis, Walsh e gli incaricati della riunione di oggi invece rimanete qui>>

<<Non ho motivo di restare qui. Non ho fatto nulla se non quanto è stato mostrato nel video, azioni del tutto consenzienti da parte dell'altra persona, per cui non vedo la necessità di togliere tempo agli allenamenti>> afferma Brian con sicurezza e mostrando una faccia da schiaffi che farebbe saltare i nervi anche alla persona più calma dell'universo.

<<Sono la responsabile del suo corso di studi, posso far sì che lei venga cacciato dalla squadra di basket in men che non si dica, nonché determinare la sua espulsione immediata dalla Stanford. Non mi costringa ad arrivare a tanto prima del tempo, e aspetti qui l'arrivo del rettore>>

Brian sbuffa e si getta di peso su una sedia, non potendo far altro se non rispettare la decisione della professoressa Smith.

Alisia lo raggiunge e iniziano a discutere, con l'aggiunta anche di Noha e di Liam.

Io resto ferma. In piedi, immobile. Incapace di muovere un solo passo. Incapace di dire o fare qualsiasi cosa. Incapace di agire e di pensare.

<<E lui sarebbe migliore di me?>> sobbalzo all'udire la voce di James alle mie spalle. Mi volto portandomi la mano sul cuore, come a volermi assicurare che resti in posizione nonostante il ritmo elevato della sua contrazione.

<<Non. Osare. Rivolgermi. La. Parola>> scandisco le singole sillabe per imprimere meglio il concetto nella sua testa.

<<Rilassati, voglio solo avere una discussione pacifica con te sulle tue discutibili considerazioni sulle persone>>

Alzo un sopracciglio, mostrando tutta la mia perplessità.

<<Infatti sono stata per un anno con un coglione, per cui sì, le mie considerazioni sulle persone sono abbastanza discutibili>>. L'intento è quello di ferire, ma non sento in cuor mio nemmeno il minimo pentimento. E il fatto che non mi senta in colpa nel voler ferire qualcuno mi fa sentire una brutta persona.

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