capitolo 5

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quando mi sono svegliata stamattina mi sono maledetta per essermi comportata come una quattordicenne in preda alla prima delusione amorosa ma ormai il danno era fatto e non potevo cambiare nulla della serata quindi mi sono alzata e ho preso tutte le cose possibili per il mal di testa e anche un po' di nausea post sbornia. mi sono sistemata e sono andata all'inferno, dall'estetista.

se però avessi saputo quello mi aspettava fuori dall'estetista avrei rimandato tutto a un altro giorno:
"amore ti aspetto qui fra due ore, non ritardare. ti amo" "mai quanto ti amo io, piccola" e poi un lungo, lunghissimo bacio del genere -scopami-. 

ho cercato di evitare Alvaro o quantomeno di non farmi notare ma è stato impossibile visto che la ragazza mi ha chiesto di tenerle aperta la porta. solo quando lei è entrata mi ha rivolto la parola.

"ti va un caffè da me?" chiede "un caffè,Alvaro? ma quanto sei diventato vecchio? comunque vieni tu da me" così se mai dovessi crollare sono nel mio campo.

annuisce e sale in macchina seguendomi per tutto il tragitto

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"allora... come procede la vita?" chiede e mi trattengo dal mandarlo a quel paese. quasi non lo riconosco. "bene, ho pubblicato due libri che hanno venduto più di quanto mi sarei mai aspettata, ho un bell'appartamento in centro e tutto procede come ho sempre voluto, o quasi" gli ripongo la stessa domanda e lui mi parla del calcio e di Maria con la quale sta da 4 anni. 

mi parla come se non fosse mai successo niente per un'altra mezz'ora, è sempre stato bravo a parole ma io no. "perché non mi più cercata" rimane spiazzato dalla mia domanda e non mi dà un risposta. okay...

"penso sia abbastanza per me. speravo in qualcosa di diverso ma va bene, ciao Alvarito" mi copro la bocca quando mi accorgo di come l'ho chiamato e lui sorride guardandomi negli occhi. "ti ricordi?" il sorriso non lascia la sua faccia

"ricordo tutto, se tu sei andato avanti dimenticandoti di me non significa che l'ho fatto pure io. avevamo detto per sempre e io non mi rimangio niente" nel mio sorriso c'è tanta amarezza e ho gli occhi lucidi. sono una povera deficiente perché gli ho appena detto che lo amo ancora ma poco importa, abbiamo chiuso.

"ti sbagli, io non ti ho dimenticata. ho passato ogni singolo giorno fino a ieri a chiedermi com'eri diventata e a cercarti ma tu hai cambiato numero ovviamente e non sapevo dove cercarti. poi anche con Maria all'inizio vedevo te ed ero distrutto" 

"ma hai continuato Alvaro. io ho passato anni senza guardare foto tue e ricordi per non crollare, mi sono ripetuta mille volte che era solo questione di tempo e poi saresti venuto alla mia porta con un sorriso smagliante e un biglietto per la spagna. eri costantemente nei miei pensieri, pensieri stupidi lo ammetto, ma anche quando ero sul punto di uscire con qualcuno mi tornavi in mente tu. tu con i tuoi baci e le tue carezze, tu e le tue dimostrazioni con la palla, tu e il tuo sorriso, tu e le tue guance, tu e il tuo ciuffo. tu e basta. ma ho sprecato lacrime per niente" ormai le lacrime sono finite sulle mie guance ma non fa nulla per asciugarle.

sussurra un mi dispiace prima di uscire da casa mia, forse dalla mia vita.

SpazioAutrice

allora so che è presto per mettere a nudo i sentimenti dei personaggi e sono abbastanza delusa da come sta uscendo la storia ma cerco di migliorarla. 

purtroppo non sono una brava scrittrice.

lasciando da parte questa schifezza, ringrazio chi vota, legge e commenta nonostante tutto. 

al momento sono abbastanza felice, vado allo stadium per vedere la prima di campionato e yay.

alla prossima, se non volete che continuo ditemelo grazie

alvarito||alvaro morataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora