Capitolo 19.

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Quando qualcosa cambia lo senti, lo senti dentro di te, ma non te ne accorgi, l'uomo è destinato a scoprire tutto per caso, o meglio per destino.
Alvaro, stranamente, l'aveva percepito il cambiamento, forte e chiaro, ma non ci aveva dato peso come al solito; aveva continuato a fare la sua vita che filava liscia come l'olio da quando di Alice non aveva più avuto notizie e ne era felice, ora doveva dedicarsi solo a se stesso e alla sua futura moglie di cui ogni giorno si innamorava sempre di più. Anche la vita di Alice era più semplice adesso, da quando tutti i suoi ricordi l'aveva abbandonata completamente: era appena tornata a casa dopo il brutto spavento che non era nemmeno potuta tornare a lavoro che un'altro avvenimento accadesse, era solo scivolata dalle scale ma quelle le avevano rubato tutto.
Era passata dal tutto al niente e nemmeno riconosceva i suoi genitori, un duro colpo per tutti ma non per Alì che non si era mai sentita più leggera che in quel periodo; Stava cosí bene che del suo passato chiedeva poche volte, doveva ricominciare da capo e voleva farlo nel modo migliore, senza brutte faccende da trascinarsi ancora dietro.
Incominciava solo ora peró, a distanza di un mese, a fidarsi di quelle persone che si dichiaravano la sua famiglia e il suo migliore amico, d'altronde chi si fiderebbe senza pensarci? «potreste essere chiunque» gli diceva ferendoli ma voleva sentirsi al sicuro e degli sconosciuti non le davano quella sensazione, le stavano solo addosso e lei si sentiva soffocare da tutte quelle attenzioni.
"Sei sicura di stare bene tesoro?"
"Si grazie, signora, sto bene"
A torino nevicava molto e la ragazza ammaliata da quei pizzichi bianchi continuava a guardare fuori dalla finestra mentre si scaldava le mani tenendole attorno alla tazza di cioccolata calda. Abbassó lo sguardo arrossendo solo quando vide un ragazzo guardarla fuori dalla finestra e sorriderle leggermente mentre veniva trascinato via da quella che poteva sembrare la sua morosa.
La mano della madre le alzó il viso dolcemente con un pizzico di tristezza le parló: "è un calciatore, meglio lasciarli stare". La ragazza annuì semplicemente e la ringrazió per il pomeriggio prima chiederle di accompagnarla a casa, non poteva di certo guidare.
"È sempre bello passare un pomeriggio con la mia bambina, sono qui quando hai bisogno" con gli occhi lucidi diede un bacio alla figlia e la accompagnò a casa.
Autrice.
Ce l'ho fatta grazie al cielo, il trimestre è un suicidio e sono stata parecchio presa. Comunque, cose importanti:
Nelle vacanze posteró molto, credo, perché visto che odio com'è scritta la storia voglio finirla.
Quella su james rodriguez è pronta e finita questa la pubblicheró.
Mi lasciate un commento come avete fatto con "consiglio?"
-scusate eventuali e probabili errori

alvarito||alvaro morataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora