CAPITOLO 3

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Ormai ero abituata a rimanere da sola in quella stanza.
Per meglio dire, avrei voluto rimanere da sola invece la stanza era affollata di pensieri.

Quando mi addormentai sognai Eric, in battaglia che spargeva laghi di sangue ovunque lasciandosi alle spalle centinaia di corpi senza vita.
E lo vidi poi strappare il cuore di sua madre, ancora pulsante nelle sue mani.
Infine, l'espressione confusa e arrabbiata di James.

Di colpo l'incubo cessò e mi svegliai.

-Non lo meritava...- dissi tra me e me.

Notai sul mobile affianco al letto un cesto con del pane e della frutta, segno che Eric era stato lì. Erano due giorni che non mangiavo qualcosa e il cibo era l'ultimo dei miei pensieri.
Ma ora avevo davvero una gran fame, presi il cesto e divorai letteralmente tutto il suo contenuto.

Passai le ultime ore della nottata a ripensare al comportamento di James...
Non sapevo cosa pensare di lui...
Ogni volta che cercavo di odiarlo qualcosa dentro di me, me lo impediva.
"Come faccio ad essere cosí titubante. É un killer." pensavo cercando di convincermene.
Quando il sole sorse, o almeno cosí presumevo,sarebbe dovuto arrivare Eric ma in casa c'era un insolito silenzio.
Stavano mietendo altre vittime?
Altre persone innocenti stavano morendo lì fuori e non sarebbero state fortunate quanto me.

-Ma perché deve succedere?-mi ripetei chiudendomi in un guscio sul letto.

-Non é meraviglioso!- esclamó qualcuno entrando e rompendo la quiete.
Era James.

-Morte, morte e solo morte-continuò.
-Come fai a dire questo!
Proprio tu che...- mi bloccai.
-Proprio io cosa?- disse.
-Niente, non é importante- borbottai.
-Che ci fai qui?!- esclamai poi.
-Volevo prendere un pó di familiarità con l'animaletto domestico di mio fratello!- rispose.
-Smettila, sei venuto qui solo per dare fastidio?!-

-Oh no...- sboccó ridendo.
-Sono venuto perché ho fame-
I suoi occhi divvennero rossi, iniettati di sangue, i suoi canini diventarono enormi e affilati, le sue vene si gonfiarono tanto da far intravedere il suo fluido vitale nero come la notte.

Mi saltò addosso e mi bloccò le braccia immobilizzandomi.
Era davvero forte e anche se mi divincolavo con tutte le mie forze non riuscivo a liberarmi dalla sua presa.
Mi faceva male.
-Devo ammettere che Eric ha buon gusto in fatto di prede- mi sussurrò.
Allora mi baciò, mordendomi le labbra e facendone uscire sangue.
Non ne sprecava neanche una goccia. Stringeva sempre di più i miei polsi.
Il dolore era allucinante,mancava poco che mi rompesse le ossa.
Dopo avermi baciato cominciai a sentire le sue labbra scendere verso la gola sfiorado la pelle tesa.

-Eric!-urlai.

Alla porta comparve un uomo alto, con una folta massa di capelli neri e dal corpo marmoreo.
Mi era familiare.

-James! Allontanati da lei!-
-Stanne fuori papá- disse voltandosi verso di lui e ringhiandogli contro.
-Lei è di Eric, stai rompendo il patto!- esclamó.
"Patto?!" pensai.
-Ah sì, e dov'é Eric, non mi sembra che sia qui a proteggerla!-

In quel momento entrò Eric furibondo, più bestia che uomo.
-Sono qui!-ringhiò.
-Ora sparisci! Se ti rivedo avvicinarti a Megan, farò che il tuo incubo non sia piú soltanto un incubo!- ordinò.
James era in inferiorità numerica, quindi arrabbiato, abbandonò la sua causa e se ne andò.

Eliminato un problema ne rimaneva un altro, suo padre.
Eric lo sbatté alla parete premendogli una mano sulla gola, come per soffocarlo.
-Che ci fai tu qui?!- gli chiese Eric stringendogli la gola ancora di più.
-Dovresti essermi riconoscente...
se non fosse stato per me ora sarebbe morta! -
Mi guardó.
-Va bene così Eric, lascialo...-
lo rassicurai.
Lo guardò dritto negli occhi frustrato e poi lo lasciò.
-Tienitela stretta-gli consigliò mentre si passava una mano sul collo per controllare che fosse tutto apposto.
Poi, in un flash, sparì.

Eric si precipitò su di me.
-Stai bene. Che ti ha fatto? Sei ferita?-
-No... sto bene, ho soltanto qualche graffio-
Solo allora notò le ferite sulle labbra causate dal bacio di suo fratello.
-Ti ha baciata quel bastardo!-disse infuriato.
-No! Cioé sì, ma non preoccuparti!
Il suo unico obbiettivo era farti arrabbiare...-
-E c'è riuscito!-sboccò nervosissimo.

Il fatto che Eric sembrasse cosí affezionato a me, non mi pareva affatto strano, nonostante i molti dubbi che avrebbero dovuto sorgermi.
Mi stava così vicino, e se tutto in me mi diceva che non era una buona cosa, mi piaceva: mi piaceva che si preoccupasse, mi piaceva che mi medicasse, che mi proteggesse da tutto e tutti e che sembrasse volermi per sé.
-Stammi a sentire: non devi stare al suo gioco io...-
-Tu?-
-Diciamo solo che non mi innamoro mai del cattivo- dissi sorridendogli.

Mi sorrise e mi bació.
Era così diverso dal bacio di James.
Le sue labbra fredde al contatto con le mie si riscaldavano, facendo sembrare le sue quasi umane.

-Eric...-
-Si?-
-Non andartene, resta con me stanotte.
Ho già attirato troppa attenzione e dopo l'ultimo avvenimento non voglio rimanere da sola-
-Non preoccuparti, ci avevo giá pensato-
Restò con me.
-Non te ne andrai mentre dormo vero?-
-No di certo! Veglierò su di te tutta la notte!- esclamai.
-E non avrai sonno?-
Non rispose.
-Che sciocca! Perdonami!
Per un attimo mi ero dimenticata di...-
-Sì é uno delle cose che mi manca di più, poter sognare-
-Si ma non sempre si sogna, anzi spesso le notti degli umani sono tormentate da incubi.
Siamo vulnerabili, abbiamo così tante paure-
-Anche questo é vero- ammise lui.

Era nel letto affianco a me, pesante e levigato come una statua greca.
Nonostante ció, mi accarezzava i capelli delicatamente, muovendo le dita come per suonare un arpa.

-Ma non é sempre un fattore negativo-aggiunsi.
-Che intendi?-
-Essere deboli comporta essere umili, sensibili, conoscere l'insicurezza e l'incompletezza...
a volte si sente il bisogno di essere protetti da qualcuno, da qui nasce l'amore.
Quel sentimento per il quale due persone che si amano si proteggono a vicenda, fondendosi in una persona sola.
Ecco perché questo è il sentimento che incarna perfettamente l'umanità-

-Ma non vale per tutti-mi corresse il vampiro.
-Vago su questa terra da 100 lunghi anni e ho visto uomini farsi la guerra per il potere spinti da un sentimento che é tutt'altro che amore.
L'odio corrompe tutti, umani e non umani- disse convinto.
-É vero anche questo, ma in tempi così bui é necessario pensare ai lati buoni della nostra razza; pensare che tutto sia inutile non farà altro che spingerci ad abbandonare ogni speranza-
Eric era perplesso guardava fisso il soffitto mentre continuava ad accarezzarmi.
Accennai una fievole risata.
-Che c'è?- chiese lui curioso.
-Pensavo che queste parole e questi discorsi non sono da me!- risposi.
-Mi sento quasi un'altra persona!- continuai.

Le sue carezze erano cosí rilassanti da farmi dimenticare di tutto.
Senza accorgermene caddi in un sonno profondo.
Passai la prima notte senza bagnare il cuscino di lacrime dalla morte dei miei genitori e di mio fratello.

Stranamente mi sentivo bene al suo fianco.
-Sei sempre la stessa Megan- sussurró Eric mentre io mi stagliavo tra sogno e realtà.

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