CAPITOLO 16

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Il sole era alto nel cielo quando arrivammo a Jacksonville.

-Hanna- chiamavano Troy e Jimmy.

I raggi del sole picchiavano forte ed era difficile camminare senza mettersi le mani alla fronte per fare ombra agli occhi.
James era di fianco a me e mentre i ragazzi erano davanti a noi, Roland era rimasto indietro.
Eravamo ancora nel giardino della casa in cui doveva abitare Hanna in questo periodo.
Si sposta a sempre e ogni volta non lasciava tracce dietro di se.
Hanna era come un fantasma, invisibile e capace di svanire nel nulla.
-Hanna!- chiamavano ancora.

Improvvisamente qualcuno voló fuori dalla casa sfondando la finestra. Subito su di lui si fiondó una ragazza dai capelli cortissimi e neri con un pugnale dorato in mano.
Lo alzó e trafisse l'uomo per terra che si disintegró all'istante.

La ragazza aveva i vestiti scuri stropicciati e in alcuni punti strappati, sembrava stesse combattendo da tempo.
Ormai in piedi si risistemó e si accorse di noi.
- Oh mio Dio!- esclamó radiante.
Cominció a correre nella nostra direzione.
Jimmy spalancó le braccia pronto ad abbracciarla ma lei mirava a me.
Quando passó oltre a Jimmy,
Troy iniziò a ridere di gusto.

Ci abbracciammo forte, e con quell'abbraccio recuperai tutti quelli che avevo dimenticato.
Ci sarebbero state milioni di domande da porgerle dopo tutto il tempo passato lontane ma la domanda che più mi premeva chiederle in quel momento era:
-Perché c'è rimasto cosí male?!-
Jimmy sembrava un cane bastonato, con broncio e occhi grandi e supplicanti.
-Ah giusto, questo particolare te lo sei perso- sorrise.
-Jimmy ed io...- continuó.
-Sono il suo ragazzo- finí indispettito.
-Povera te- sospirò James dandole una pacca sulla spalla.

-Silenzio!- ordinó Roland che silenziosamente ci aveva raggiunto.
-Ascoltate!-

Dei ringhi provenivano da tutte le parti.
-Siamo circondati!- si accorse.

Di colpo decine di demoni sbucarono da ogni dove intrappolandoci.

In meno di un secondo James e Roland avevano palesato le zanne, così come Jimmy aveva palesato le sue da lupo, Troy aveva incocchato una freccia e Hanna aveva il pugnale nella mano destra pronta a conficcarlo nel petto di qualche mostro.
Nel momento in cui uno di loro fece un passo, Troy gli colpì in pieno la fronte, e subito la freccia si materializzò di nuovo nelle sue mani.

Inizió allora una lotta feroce.

Hanna sembrava uscita da un'arena di gladiatori, sembrava inarrestabile.
Jimmy staccava la testa ai mostri come fossero bambolotti di peluche.
James e Roland erano quasi impercettibili grazie alla loro supervelocità.
Era tutto confuso e io non sapevo come muovermi. Per quanto potevo aver recuperato la memoria, non mi ero ancora mai lanciata in un vero scontro.
Ma io ero la leader, e dovevo dare loro forza.
Mi concentrai per evocare l'acqua ma in quantità non era davvero sufficiente per sferrare un attacco.
Dovevo inventarmi qualcosa.

Intanto i mostri arrivavano a flotte e la mia squadra indietreggiava sempre di più fino a richiuderci in un piccolo cerchio.
- Megan! Che facciamo?!- esclamó Hanna mentre staccava il pugnale dalla testa di uno di loro.
-Sono troppi- disse Roland.
-Dobbiamo andare!- continuó.
-No! É inutile non si puó scappare, siamo bloccati!- esclamó Troy.

Era ora di riprendere il controllo della situazione.

-Jimmy!- lo chiamai.
Il lupo drizzó le orecchie.
-Portali al sicuro! Ci penso io!-
-Non se ne parla, non ti lascio qui!- proclamó James.
-Sali in groppa al lupo e muoviti!- gli ordinai.
-Fidati di me- lo rassicurai.
Salirono tutti in groppa a Jimmy che si aprí un varco lanciando in aria i demoni.
-Corri!- urlai.

Poi il mio corpo inizió a fumare.
La luce dei miei occhi diventó infuocata e cosí il mio corpo prese fuoco.

Le fiamme non bruciavano anzi mi davano forza e mi rinvigorivano.
Ruotando su me stessa il fuoco mi sollevó dal suolo e quando la mia energia si espanse cosí fecero le fiamme.
Un esplosione travolse tutti i mostri non lasciando altro che cenere.

Nelle vene il fuoco pulsava forte, non riuscivo a controllarlo.
Sprigionava troppa energia, e la rabbia e il dolore amplificavano il tutto.
Era una sensazione troppo bella e liberatoria che ti consumava dolcemente e ormai ne ero dipendente.
Volevo consumarmi con quell'energia fino a spegnermi.
E stavo per farlo quando la voce di James mi suonó nella testa.
-Calmati Megan! Torna in te!-

No! Ora volevo solo stare bene fino a consumarmi e a svanire.

-Megan!- la voce di James fece spazio a quella del padre.
-Non abbandonare James di nuovo, non so se lo sopporterebbe questa volta!
Lui non vuole perderti e nemmeno noi! Torna indietro!-

"Ma che sto facendo?!" pensai.
"Loro si fidano di me"

Il fuoco nelle vene smise di scorrere e il mio battito rallentó fino a stabilizzarsi.

Quando anche l'ultima fiamma di spense, ero in ginocchio sul suolo nero e bruciato, completamente nuda e ripiegata su me stessa.

Intorno a me tutto era pece.

Non potevo credere ai miei occhi nel vedere di cosa ero stata capace.

Nel giro di pochi secondi James e gli altri si radunarono intorno a me.
Tremavo battendo i denti per il freddo.

James mi sfiorò le spalle con una mano che ritrasse subito in una nuvoletta di fumo.
- Sei bollente!- esclamó.

Ma mi raffreddai quasi subito dopo e Hanna mi coprí col suo giubotto di pelle nero e il vampiro mi prese tra le braccia.

- Dove andiamo ora?- chiese.
- Al nostro quartier generale- rispose Troy.

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-Deve davvero rimettersi in forza, non aveva mai evocato così tanto fuoco- disse l'arciere preoccupato.
Megan era sdraiata su un lettino bianco simile a quelli degli ospedali.
Il suo ragazzo era al suo fianco e gli tenva la mano tremante.

-Dimmi che si rimetterà- disse il vampiro al padre.
-Si, credo. Ha preso molte batoste negli anni. Si riprenderà.-
-Hey! La tua ragazza é una tosta, stai tranquillo!- esordí Jimmy.

Un mugolio li catturó tutti.

Megan si stava svegliando dopo ore di incoscienza.

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Le palpebre erano pesanti ma riuscí ad aprirle con un pó di sforzo.
La vista era in un primo momento offuscata poi peró misi a fuoco il viso che per primo mi venne davanti, quello di Hanna sana e salva e poi degli altri.

Mi rassicurai.
-Hey- dissero.
-Ti senti meglio?
-Sí...- mugolai.
-Te la sei vista brutta stavolta!- disse Troy.
-Ma che dici fratello?! Eri una forza!-
Risi debolmente.
-Grazie Jimmy-

-Hanna potresti...- le disse James.
-Si si, me lo porto via!- lo interruppe.
-Ma non voglio! Perché dovrei?
Voglio stare qui con la fiammetta- la contraddí.
Ma Hanna rapida gli prese l'orecchio e lo portó fuori tra piccole impennate di voce da parte del lupo.

-Come fa ad essere sempre di buon umore?- osservai.
-Beh, non é lui quello che ardeva pericolosamente a dieci metri dal suolo!- ribatté il vampiro.

-James...- sospirai.

Roland e Troy si accorsero del nostro bisogno di restare da soli, e uscirono quindi da quella che ricordavo fosse l'infermeria della nostra base.

Ora eravamo soli.

-Non dovevo lasciarti da sola- si colpevolizzó.
-No!
Anzi, grazie per la fiducia che mi hai dato!- risposi.
-Megan! Stavo per perderti.
Mi sei scivolata dalle mani in un istante! É stato orribile non poter fare niente-
-Adesso capisci come mi sono sentita io per tutto il tempo in cui avete avete rischiato la vita per tenermi nascosta tu ed Eric?- gli feci notare.
James ghiacció il suo sguardo.
Non avrei dovuto nominarlo.
Lo baciai.
-Sta tranquillo.
Io non me ne vado, né ora né mai- lo rassicurai.
-Altrimenti penso che il povero Jimmy non sopravvivrebbe in mani vostre-
Finalmente anche lui rise.
Il sorriso piú bello del mondo, che in un istante mi fece dimenticare tutto il resto.

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