CAPITOLO 22

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Eric era davanti a noi.
Sembrava essere lo stesso di sempre a parte i suoi occhi.
Vuoti e neri.

-Vedo che avete incontrato il mio nuovo amico!- esclamó Iron.
Era di nuovo in gioco e non gli avevo fatto nemmeno un graffio purtroppo.
"Ovvio. Non poteva essere cosí facile!"

-Eric, cosa ti é successo fratello?!
Cosa sono quegli occhi?- chiese sbigottito James.
-Stai zitto!- sboccó Eric troncando le domande del fratello.
-La tua voce é insopportabile!-

Iron si gustava la scena divertito.
-Non sono stupendi?!- commentó mordendosi una bocca soddisfatto, ammirando Eric come fosse un'opera d'arte esposta in una teca.

-Sono il risultato dei miei trattamenti, ricordi Megan? Tu hai resistito perché sei un angelo, ma Eric é un vampiro, una creatura della notte.
Appartiene a me!
Io non ho fatto altro che ricordarglielo rubandogli le speranze e i ricordi felici.
Dentro di lui ora c'è solo buio, nero come i suoi occhi!-

-Sei passato dalla parte di questo mostro?!- gli urlai.
-Qui l'unico mostro sei tu Megan!- urló anche lui.
-Sai, dovremmo chiarire un paio di concetti.
Ad esempio, il "ci saró per sempre"- continuó.

Recuperata la memoria lo avevo abbandonato a se stesso, e ora era arrabbiato, non gliene davo una colpa.
-Purtroppo quella é stata una promessa che non ho potuto mantenere, e mi dispiace per questo.
Ma tu Eric mi hai mentito spudoratamente, pensando solo a te stesso. E tutte quelle menzogne hanno preso il controllo di te: ora tu sei il risultato di quelle bugie.
Non prendertela con me per questo, prenditela con te stesso-
Per un attimo sembró pensarci davvero a quelle parole.

-Volevi privarmi della libertà di scegliere. Volevi possedermi, non amarmi. Non hai sopportato l'idea di essere vulnerabile ed esporti, ma l'amore é questo- dissi.

Allora potrei giurare che i suoi occhi divennero ancora più neri e vuoti.
-É questo il punto Megan.
Tu mi hai reso debole, e io non voglio esserlo!-
Iron rise.
-Bravo ragazzo!- commentó sorridendo.

In quel momento le pareti tremarono e il muro dietro di noi si infranse in mille pezzi.
-Giú!- urló James avvolgendomi e gettandoci al pavimento.
Macigni di cemento cadevano pesanti e la polvere riempiva l'aria.
Mi bruciava la gola per quella inspirata e tra colpi di tosse mi girai per vedere chi avesse sfondato la parete.
Da quella sorta di nebbia comparse Roland, ricoperto di bianco, seguito dal resto della squadra.
Troy tendeva una freccia.
Hanna aveva dei pugnali in entrambe le mani.
Jimmy ringhiava sottoforma di lupo.
Ci alzammo da terra e dal buco nel muro potevo scorgere il branco combattere contro demoni che diventavano polvere una volta scaraventati in aria, schiacciati, squarciati, usati persino come palla per giocare.

Roland rimase stupito quando vide Eric.
-Eric?-
-Si... papà tu sei un'altra di quelle persone che vorrei davvero sbudellare!-
-Hey!- esclamó.
-Che problema ha tuo fratello?!- chiese a James.
James fece spallucce.
-Credo sia sotto il controllo di Iron- esordí.
O forse é solo un vero stronzo- ringhiò tra se e se.

-Quindi quello é Iron?- chiese Troy.
Iron fece un inchino prendendolo in giro.
-Perfetto!- esclamó l'arciere.
-Dovresti farti controllare...
Hai uno sguardo un pó troppo da schizzato!-

Iron rise prendendolo come un complimento.

-Vuoi presentare il resto della famiglia?- propose poi ad Eric.
-Con piacere!- esclamó esibendo un sorriso sgargiante quasi quanto quello del suo padrone.

Dopo un cenno di Eric delle figure incappucciate apparvero da destra e sinistra.
Si allinearono in ordine ai fianchi di Iron.
-Vi presento i Supremi!- esclamó il vampiro e loro si sfilarono il cappuccio palesando i loro occhi neri.

-Jasmine?!- esclamó Roland.
Non me ne ero quasi accorta, ma tra loro c'era anche Jasmine.
"Che ci fa lei qua?" pensai.
-Lui é Walter!- esortò Eric ignorando la voce del padre.
Indicò un uomo alto e possente.
-Un ottimo combattente, forse il vampiro più forte che abbia mai conosciuto-
Poi passó al Supremo successivo.
-Lei é Alexa! É...- disse e lei scomparve.
Hanna venne scagliata a terra e subito il vampiro ricomparse nella sua fila.
-Veloce- concluse in fine Eric sottolineando l'ovvietà della cosa.
I Vigilanti scattarono subito ma Hanna li fermò urlando:
-Lei é mia!-
Alexa accennó un sorriso di sfida e superiorità alla sua provocazione.

-Continuando conoscete già, Jasmine-
Roland fece alcuni passi in avanti, senza proferire parola.
-Oh sì Roland, lei mi é stata utile!
É stata la prima a capire che Megan era la Salvatrice- spiegò.
-Prima ancora di te, suo prediletto- aggiunse.
- Per questo l'ha rapita quella notte.
Aveva ricevuto ordine dai Supremi di ucciderti, perció se sei ancora viva devi ringraziare solo me.
É stata una spia eccellente!- continuó.
-Ma adesso... non mi serve piú!- esclamó.
Ed Eric, ancor prima che Roland potesse minimamente reagire, gli trafisse il cuore con un paletto.

James distolse lo sguardo e io chiusi gli occhi.
-No!- urlò furiouso Roland.
Jasmine non gemette nemmeno e prima che cadesse in ginocchio venne afferrata dalle sue braccia mentre gli sfiló il paletto dal petto.

-Eric! Che cosa hai fatto?- diceva.
Gli spostó una ciocca di capelli biondi dagli occhi dell'amata.
Piano i suoi occhi si schiarirono e tornarono normali.
-P-perdonami- disse dolente al marito.
In realtà nessuno mi aveva mai spiegato cosa ci fosse tra i due, ma in quel momento mi accorsi che oltre all'anello solare, indossava anche una fede. Perciò dedussi che Jasmine fosse la sua sposa. La seconda sposa.

Esaló allora il suo ultimo respiro.

Eric aveva ucciso sua madre, e ora la sua matrigna.

Quando Roland alzó lo sguardo aveva sfoderato i canini ed era infuriato.
Si scaglió su Eric veloce quanto una freccia di Troy.
-Ti ho sempre protetto!
Anche nelle tue pazzie piú grandi ti ho assecondato!-
Sferrava pugni in faccia ad Eric, ed ogni singolo colpo andava a segno.
-Sono stato al tuo gioco con le tue bugie.
Ho convinto tuo fratello a rinunciare a Megan per te!- continuava urlando.
Ma Walter si intromise nel combattimento mettendosi contro Roland.

Eric fu libero ma scoppió immediatamente una guerra tra le parti.

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