CAPITOLO 20

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"Bene, sono prigioniera dello svitato n°1 del cosmo! Non potrebbe andare meglio!" mi dissi.

Mi sembrava fosse passata un'eternità da quando quella luce si era accesa l'ultima volta.
Quell'oscurità mi stava facendo ammattire.
Non sentivo più gli occhi funzionare e i muscoli del mio corpo si stavano lentamente atrofizzando.
"Maledette catene" imprecavo tentando di liberandomene.

La testa era pesante e la facevo penzolare in avanti per darmi un pó di sollievo.

Ed ecco di nuovo un rumore di passi e la luce tornare.
-Iron- sussurrai.

-Stai avendo una buona permanenza qui, Megan?- rispose.
-Come fai a sapere il mio nome?- gli chiesi.
-Oh, ho i miei informatori...- disse rivolgendomi un sorrisetto sadico.
-Che cosa vuoi da me?- ringhiai.

Inizió a scrutarmi a fondo e anche io lo feci con lui.

Doveva essere di qualche anno più grande di me, forse sulla ventina ma qualcosa mi diceva che in sé portava secoli di esistenza.

Era alto ma non aveva la stazza del guerriero. Non sembrava minaccioso fisicamente ma in quei suoi splancati occhi aveva una luce accecante di pazzia che si sposava a meraviglia con quel suo sorriso sgargiante e sadico.

Metteva seriamente paura, come se stare accanto a lui fosse camminare su una fune senza rete, come se saresti prima o poi trascinato nel suo oblio.

Sembrava fuggito da un manicomio.

Si avvicinava e il cuore mi batteva piú forte ad ogni suo passo.
Quando fu praticamente davanti al mio viso mi rispose
dicendo:
-É semplice mia cara, voglio che tu ti unisci a me!- disse sorridendo.
Quel suo sorriso mi fece venire la pelle d'oca come se ogni cellula del mio corpo si rifiutasse di stargli così vicina.

-Questo non succederà mai!- sbottai.
-Lo vedremo- disse afferrandomi violentamente per le guance e baciandomi.

Quando si staccó gli sputai arrabbiata e disgustata addosso ma questo mio atto non fece altro che eccitarlo ancora di più.

Tra le sue risate esclamó:
-Sai Megan, conosco dei modi molto convincenti, che ti faranno sicuramente cambiare idea!-

Mi sforzavo di non sembrare impaurita ma ero terrorizzata.

Che cosa mi avrebbe fatto?

Aspettai lí in attesa di vedergli impugnare arnesi di tortura ma non fece nulla di tutto questo.

Un urlo mi esplose in gola quando la mia mente fu invasa da immagini di morte. Tutte le persone che mi amavano e che per questo erano morte. La mia mente era tinta del loro sangue. Sentivo tutto il loro dolore, i loro pensieri in punto di morte, la paura...
Era qualcosa di indescrivibile.

Le mie urla e le mie lacrime lo caricavano facendolo sembrare un drogato di adrenalina.
Ma non riuscivo a soffocarle.

-Tutto questo puó finire Megan! Unisciti a me e saremo grandi insieme!- esclamó a braccia aperte.
-Mai!-
-Come vuoi.
Vedremo se la penserai ancora cosí tra qualche ora...- disse uscendo.

Il buio rendeva il tutto ancora piú doloroso e le immagini erano distorte.

Jack era davanti a me ricoperto di sangue che implorava pietà.
James lo divorava mentre ancora respirava in preda alle convulsioni.
La sua faccia era anche peggio che nei miei incubi: gli occhi completamente anneriti, dalla bocca scendeva sangue denso e scuro misto a qualche brandello di carne.
Il vampiro e Jack mi davano la colpa di tutto.

"Siamo morti per colpa tua Megan.
Tu ci hai ucciso, ci hai buttato nelle braccia della morte" urlavano.
-No, no! Non é vero!- urlavo io dimenandomi.

Il respiro cominció allora a mancarmi e i polmoni iniziarono a bruciare.
Boccheggiavo nel tentativo di inalare ossigeno ma senza risultati.

Rimasi in quello stato per ore, tra la vita e la morte.

LOST WINGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora