CAPITOLO 25

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Rimasi ammaliata dalla bellezza di quelle ali.
Possenti ed imponenti.
Mossi un ala e la portai a me accarezzandone le piume, soffici e lisce.

-Com'è possibile tutto questo?- chiesi.
-Azrael, é ora che tu riprenda i tuoi doveri- rispose Iron porgendomi la mano.
-La nostra vita tornerà come prima, e tu ti ricongiungerai a me e a tuo padre- continuó con una voce trascinante ed ipnotizzante.
Allungai la mano per ricongiungerla alla sua quando incrociai ancora il suo sguardo e il suo sorriso nevrotico.
-No!- urlai ritraendo la mano di scatto.
-Ancora?!- esclamó lui furioso.
-Perché ti ostini ancora?!- continuó.
-Mi sei sfuggita una volta, non scapperai di nuovo!-
-Di che cosa stai parlando?-
-Tu, mia cara, sei scappata dagli Inferi usando il potere dell'aria.
Ti sei volatilizzata via, come spiegartelo, é difficile intrappolare l'aria!-
"Ecco perché ero bloccata nell'usarla!" ragionai.
-Ma non ti é bastato, hai dovuto rubare anche la pietra di tuo padre.
E lui la rivuole!-
Osservai quella pietra e la strinsi convinta ormai che avesse un'importanza fondamentale.

-Qual'è il potere di questa gemma Iron?- chiesi.
Lui sbuffó come per dire:
"Sciocca, come fai a non ricordarlo?!"
-Quella che tu porti al collo é la pietra del Destino!- sboccó.
-É la pietra con cui tuo padre decide se mandare da te le anime e quindi condannarle, o lasciarle andare-
-Adesso mi ricordo!- esclamai.
-Mi ricordo degli Inferi!
Quel posto maledetto!
Mi avevate relegato li. E come se la condanna non bastasse, mi costringevate a disintegrare quel poco che rimaneva dell'esistenza umana-

-Questo é quello che si addice alla figlia di Lucifero!
Sei solo una piccola ingrata!-

-Non ho chiesto io di essere sua figlia! Adesso ricordo. Fuggí perché non sopportavo più quell'enorme peso-

"La pietra!" ricordai.
-La pietra, mi ha concesso di salvare Eric-
-Sí, ma tu non sei chi dici di essere.
La Salvatrice, non esiste!
Tu ti sei creata una nuova identità fuori dagli Inferi, e hai abbandonato il tuo posto soltanto per una stupida crisi di coscienza! -
Volevi essere buona...- disse.
-Ma tu sei...- continuó.
Improvvisamente i suoi occhi erano davanti ai miei ad una distanza insignificante.
-Il mostro- esordí sorridendo come un pazzo.
-Come me- mi sussurró all'orecchio.

-Ti ricordi qual'é il legame che ci unisce mia cara?- chiese sedendosi su una vecchia sedia.
Un brivido freddo mi salí dalla parte bassa della schiena trasformandosi in una piccola scossa una volta raggiunta la nuca.
Il cuore mi fu stretto in una morsa di angoscia ricordando la mia storia.
Iron si accorse subito di ció.
Le nostre menti purtroppo erano collegate dopo millenni passati con lui.
-Maledetto!- gli urlai con disprezzo.
-Ho sempre amato il fatto che mi detesti. Rende il tutto piú eccitante!-
-Sporco bastardo! Tu hai convinto mio padre a cedermi a te e fare di me quello che vuoi in cambio dei tuoi servigi!- dissi pieno di rabbia.
-Ne sono consapevole mia cara! Ma...- disse accennando un sorriso perverso.
Allora mi spaventai e un forte senso di nausea mi invase la mente e lo stomaco al ricordare tutte le violenze subite da quel mostro.
-Convincere Lucifero non é stato facile, ma averti é stato l'affare piú grande che abbia mai fatto.
Te in cambio dell'annientazione del mondo! Avermi dalla sua parte é stato importante perfino per lui! Un demone del mio calibro, capace di far impazzire le persone e distruggerle dall'interno puó far comodo...
Il regno di Lucifero e il mio sarebbe stato immenso!- disse alzandosi e atteggiandosi a un dio.
-Non riuscirai a fare niente di tutto questo, io non te lo permetteró!- dissi e cominciai a sentire sotto terra l'acqua che scorreva.
-Suvvia Azrael, smettila di fare l'eroina e vieni c...-
In quel momento Iron fu investito da un getto d'acqua cosí potente da fargli sfondare la parete.
Andó a schiantarsi sul campo di battaglia producendo un rumore di onde infrante centuplicato.

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James

"Ma che cosa?!" pensai quando Iron comparve tra di noi completamente fradicio.
Tossiva e sputava fuori acqua come una fontana.
I miei compagni erano sconcertati quanto me e alzando lo sguardo rimanemmo ancora piú sconcertati:
Megan volava sostenuta da due immense ali nere.
-Megan!- esclamai.
Lei mi guardó comunicandomi con gli occhi: "Tranquillo va tutto bene!"
Era bellissima, ed era davvero un secolo che non la vedevo cosí.
Un piccolo diamante nero.
Sorrisi vedendola di nuovo in forze e completa finalmente, ma quando incrociai gli occhi di Roland aspettandomi altrettanto entusiasmo il sorriso mi si spense.
"E adesso che cosa gli prende?" mi chiesi.
Iron in tanto si rialzava da terra ridendo.
-Oh finalmente! Ora ci divertiamo!- esclamó.
-Ti pentirai di essere uscito da quel buco infernale Iron!- sboccó Megan.
Sembrava una dea invincibile oltre che immortale.
E tutti in quella sala non potevano far altro che ammirare la sua magnificenza: oltre a noi anche i Supremi la stavano fissando e quello sarebbe stato il momento piú adatto per attaccarli ma nessuno di noi riusciva a distogliere lo sguardo da lei. Infine anche Eric non faceva altro che guardarla in silenzio.
-Smettila Azrael, passa ai fatti!
Le minaccie non sono mai state affar tuo!- rispose il mostro.
-Azrael?!- le chiesi.
-Una lunga storia- mi rispose da lassù.
-Lunga millenni ragazzo...- aggiunse Roland.
"Che cosa mi nascondono?!" pensai.
L'espressione confusa sul mio volto fece evidentemente ridere Iron che imitando i lamenti di un bambino mugoló:
-Oh... Non dirmi che tu non sai niente di me e di Azrael?!-
"Ancora quel nome!"
Mi voltai veloce verso di Megan ma non percepí niente sul suo viso a parte vergogna e tristezza.
-Mi fai pena. Ti dirò io la verità.
Anzi te la farò vedere- ghignò e un raggio nero mi invase prosciugandomi di energia.
Caddi in ginocchio urlando.
Vedevo Megan nella mia testa.
In catene.
Sentivo il caldo dell'Inferno addosso.
La pelle bruciava realmente ed ogni immagine era una tortura.
Mai quanto però quando vidi quello sporco bastardo torturarla, picchiarla, e violentarla.
Vedevo il sangue schizzare sulle lenzuola bianche, scenderle lungo la schiena quando lui gli affondava gli artigli nella carne.
La vedevo costretta da quel pazzo e da un'entità ancora più potente e malvagia, a gettare le anime negli Inferi e a lasciarle bruciare; lei che da quel posto avrebbe voluto scappare.
Era un luogo terrificante quello: le anime sottoposte al suo potere si dimenavano urlando chiedendo pietà ma la vittima era principalmente lei.
E Iron lo sapeva, perché come lei era la carnefice delle anime, lui era il carnefice dell'angelo.
Il mio angelo!

Non ne potevo più.
Mi contorcevo e il mio corpo era in preda a spasso muscolari.
Allora mi accorsi che anche i canini erano sbucati fuori.
In qualche modo non avevo più il controllo né del mio corpo né della mia mente.
Vedevo solo quello che Iron voleva che io vedessi.
Sentivo la mia forza di volontà scivolare via e pensavo fosse la stessa sensazione che anche Eric e gli altri avevano provato.
Mi mancava l'aria e con la bocca spalancata tentavo di prenderne grosse boccate ma in vano.
Intorno a me tutto diventava scuro e
gli occhi cominciavano a colorarsi di nero.

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