CAPITOLO 11

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Passò circa una settimana.
James mi portó lontano.
Era il primo viaggio senza Eric.

Dopo quella notte non avevamo avuto più sue notizie, era scappato in preda alla frustrazione e con il cuore spezzato.

Ma che potevo fare?
Mi aveva mentito illudendo me e se stesso.

Eravamo in una casa al lago che James aveva avuto in eredità da uno zio che era passato a miglior vita da non so quanto tempo.
Ci eravamo ambientati bene nella nuova casa, ma per quanto sarebbe stata tale?

-James che faremo ora?-

Eravamo distesi sul divano rosso vecchio forse quanto la casa.
Era parecchio scomodo ma il corpo di James era ora molto familiare e mi dava un pó di conforto.
Sembrava che quei 100 anni di lontananza non ci fossero mai stati.
Mi sentivo come se mi fossi svegliata da un sogno.
Così al mio risveglio trovai ancora immutati il suo odore di vaniglia, i capelli biondi e i suoi occhi...
Sí quegli stessi occhi che mi avevano procurato notti insonni mesi prima ora erano tornati quelli di sempre, capaci di gelare e anche di sciogliere il ghiaccio che opprime il cuore delle persone.

La mia testa poggiava sul suo petto e le sue braccia mi avvolgevano.
Qui qualcosa era cambiata: il suo cuore era fermo, non batteva più e la sua pelle era cadaverica.
Ma alla fine ero abituata alle cose strane.
Ebbene sì il ragazzo di cui mi ero innamorata era un morto, un vampiro o persino un demone.
Ma io ero comunque un essere sovrannaturale, un angelo.
Quindi direi che non eravamo proprio una coppia normale, non lo eravamo mai stata.

-Tu non ti preoccupare di niente- mi rassicuró dolcemente.
-Ci sono io qui a proteggerti! Ci sarò sempre- continuò baciandomi la testa.

-Ma i-io sono un angelo!
Ho dei poteri, magari posso...-

-Avevi- mi corresse James.
-Avevi dei poteri- continuó.
-Per favore non constringermi ad aprire questo argomento-

-Ma ho riacquistato la memoria!
So che si è mosso qualcosa!-

James sembrava considerare davvero gli ultimi eventi.
-Vuoi davvero fare un tentativo?- mi chiese.
Io annuí sicura di ciò che volevo.

Si alzó e cominciò a girovagare per casa aprendo cassetti e prendendo oggetti freneticamente.
-Verifichiamo subito!-
Alla fine poggiò davanti a me quattro oggetti.

"Davvero?!" pensai.
-Tutto qui?-continuai inarcando un sopracciglio.
-Un sasso, una bacinella con dell'acqua e una candela?!- dissi sempre più incredula.

-Che vuoi dire? Sono gli elementi- rispose James sospettoso.

Sapevo, anzi sopettavo di avere dei poteri soltanto perché James ne aveva accennato l'esistenza ma non sapevo di preciso quali possedessi, erano un cassetto ancora da aprire.
Di tutta risposta il vampiro inizió a ridere.

-Hey, stai ridendo?!- lo rimproverai.

-Scusa è che tu...
Non sai quali siano i tuoi poteri.
Dí la verità!- disse continuando a ridere.

Misi su una faccia imbronciata che piano piano frenó la sua risata.

-Gli angeli dominano gli elementi Megan, prova non so... a far muovere qualcuno di quegli oggetti- propose.

Non suonava poi così inverosimile per me e quindi ci provai sul serio.
Distesi le mani sopra di essi, con gli occhi chiusi e cercai di controllarmi.
Dopo un pó di tempo sbirciai sollevando una palpebra ma non accadeva niente.

-Non succede nulla!- dissi delusa.
-Credevo di esserne capace ora...-continuai.

-Non abbatterti, questo in fondo era un primo tentativo, magari...-
Andò verso la porta e la aprí.
Il lago era il protagonista del paesaggio, incorniciato dalle assi della porta aperta.

-Dovresti provare con un elemento alla volta.
Che ne dici dell'acqua?-

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