"Benvenuta. Puoi chiamarmi semplicemente Amanda, senza tante storie." Dice, posando una cartelletta rossa sul posto vicino a lei. Mi dimeno e cerco di parlare, ma non ci riesco per via della benda che ho tra le labbra.
"Oh, aspetta."
Amanda si avvicina e scosta il lembo di stoffa dalla mia bocca. Inizio subito a parlare a raffica.
"Lei chi? Chi diavolo dovrei essere? Mi spiegate che cazzo succede?! E chi siete?!" Esclamo, furiosa.
Amanda mi sorride crudelmente. "Quante domande, Harley." Accavalla le gambe e cambia posizione sul sedile, sospirando. "Presto risponderò a tutto ciò che mi chiederai. Adesso te ne voglio fare una io, di domanda, però: è già iniziata, vero?" Chiede, un sorriso diabolico sul bel viso scuro.Aggrotto le sopracciglia, respirando affannosamente. "Che cosa?"
"La trasformazione." Risponde tranquillamente.
Inizio a boccheggiare, spaventata. "Come fai a..."
"Non sei umana, se non lo avevi capito. Almeno non più." Mi interrompe. A quelle parole sbianco, mentre lei continua a parlare.
"Anche se gli altri hanno iniziato prima, verso i sedici anni. Strano... Comunque, presto la trasformazione si completerà.""Chi...siete?" Sibilo per la seconda volta, minacciosa. Loro sanno cosa mi sta succedendo. Mi conoscono. Ma io non conosco loro.
"Siamo una squadra...segreta, diciamo così."
"E come sapevate dove abito?""Oh, beh, siamo particolarmente attrezzati per questo. Abbiamo saputo della tua rissa, in quel locale: hai quasi ucciso un tuo coetaneo." Una fitta dolorosa e gelida mi attraversa il petto.
"Ti abbiamo localizzata subito, e....bingo. Harley Quinn, davanti ai nostri occhi. Finalmente, era da tempo che ti aspettavamo, sai." I suoi occhi brillano di orgoglio, mentre mi guardano sorridenti. Ogni sua espressione facciale è studiata e falsa.
"Harleen. Mi chiamo Harleen Frances Quinzel. Io non sono..."
"Harley Quinn." Alza gli occhi al cielo, annoiata, poi sospira."È normale che tu sia confusa. È l'inizio. Presto capirai tutto, se non hai già collegato le cose."
"Quali....cose?" Chiedo, ma non ricevo nessuna risposta.
Sospiro tremante e guardo il mondo scorrere fuori dal finestrino. Hanna mi starà cercando? E mia madre? Qualcuno ha visto che mi portavano via? Mi troveranno? Una lacrima percorre la mia guancia."Dove mi state portando?" Chiedo, un filo di voce.
Amanda alza lo sguardo dalla sua cartelletta e mi fissa, affascinata da qualcosa. Posa la penna e i documenti. "Eccola qui, la nostra Harley Quinn...." Mormora, mentre si avvicina e mi studia in viso. Dopo qualche istante, capisco. Il mio viso è di nuovo cambiato. "È incredibile." Ride freddamente. "Sembrate tutti dello stesso sangue. Della stessa....razza." Sussurra, tra sè e sè."Ma di che cazzo stai parlando, brutta stronza?!" Quasi urlo, dal tanto che sono nervosa. Mi dimeno e cerco di liberarmi, strofinando i polsi l'uno contro l'altro.
Lei scuote la testa, contrariata. "Se non ti calmi sarò costretta a prendere provvedimenti, Harley. Rilassati. Stiamo andando verso una meta a te completamente sconosciuta..."
"E cioè?" Sbotto.Amanda sorride di nuovo, in quel modo freddo e crudele. "A Gotham City." Quel nome mi suona familiare, appena lo sento. Eppure sono sicura che non esista.
"Gotham....Gotham City? Non ne ho mai sentito parlare..." Rispondo, sospettosa.
"Perchè non è sulla Terra, tecnicamente."Per poco non mi strozzo con la mia saliva, mentre deglutisco. "Che...che diavolo significa, questo?"
"Che è su un'altra dimensione, Harley." Risponde, compiaciuta e vagamente divertita.
Resto a bocca aperta, tornando a guardare fuori dal finestrino, troppo scioccata per dire qualcosa.Non credo alle mie orecchie. Forse sono tutti pazzi. È fin troppo assurdo, ed io voglio solo tornare a casa da Hanna per finire la mia pizza e farmi perdonare a mia madre. Voglio tornare alla normalità. Voglio tornare ad essere me stessa, dannazione. Se potessi tornerei indietro di due giorni, prima che tutta questa storia surreale della mia trasformazione e di Harley Quinn cominciasse.
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Harley Quinn #Wattys2016
FanfictionIl mio nome è Harleen Frances Quinn. Fino a poco tempo prima la mia vita era normale, io ero normale. Nonostante l'inspiegabile scomparsa del mio fratellino, Jacob, io e la mia famiglia siamo riusciti ad andare avanti. Ma dopo che ho compiuto dicio...