Il terzo giorno imparo già ad usare pistole, fucili a pompa e mitra con due mani. E la cosa più strana è che mi diverto. Ci hanno lasciato le celle aperte, così possiamo andare nella palestra ogni volta che vogliamo, quando ne abbiamo bisogno. C'è anche un orologio elettronico al muro, ora. in questo momento segna la mezzanotte passata, ormai.
Faccio una capriola di lato e sparo a due bersagli, colpendoli al centro e distruggendoli. Poi faccio uno scatto rapido e ruoto la pistola che ho nella mano destra, centrando altri bersagli. Mi alzo, sorridendo soddisfatta. Ma quando mi volto per posare le armi vado a sbattere contro un petto duro e muscoloso. Alzo lo sguardo, andando ad incontrare il sorriso con le cicatrici sfacciato e tremendamente sexy di Joker. "Oh... sei davvero brava, zuccherino."
Sbatto le palpebre e finalmente distolgo lo sguardo dai suoi addominali, fissandolo negli occhi scuri. Quando parlo il mio respiro è leggermente affannoso. "Pensavo di essere sola a quest'ora. Cosa ci fai qui?" Lo sorpasso e poso le armi sul tavolo, poi bevo un bel sorso dalla bottiglietta d'acqua lì vicino. Lui sbatte la bocca e allarga le braccia. "Mi alleno, come stai facendo tu."
Poso la bottiglia e annuisco, riavvitando il tappo. "Non ti ho mai visto qui a quest'ora. Mi hai seguita?" Lui si avvicina, ha uno sguardo strano. Un luccichio di malizia negli occhi. "Sì, ti ho seguita." Ammette, tranquillamente. Alzo un sopracciglio e poi mi dirigo verso il ring, seguita dal bel clown. "Oh, va bene. E perchè, posso saperlo?" Domando, mentre mi piego in avanti e passo attraverso le corde. Poi prendo i guantoni e li indosso, iniziando a colpire il punchball rosso. Anche Joker sale, posizionandosi dietro il punchball e tenendolo con le sue forti braccia. Alza le spalle. "Perchè mi andava."
Perchè gli andava? Cosa significa?
Non mi piacciono le sue risposte vaghe e misteriose. Dopo qualche minuto passato a fissarmi mentre colpisco con tutta la mia forza il punchball, lui viene dietro di me e mi ferma, facendomi voltare. Sbatte la bocca e mi guarda negli occhi, mentre lentamente mi sfila i guantoni. "Che fai? Mi servono..." Lui scuote la testa e sbatte la bocca un paio di volte. I suoi capelli verdi lucidi riflettono la luce bianca della debole lampada a neon sopra il ring.
Mi posa le mani sulle braccia provocandomi un brivido dapertutto, poi mi fa voltare verso il punchball. Avvicina la sua bocca al mio orecchio. "Se vuoi davvero imparare a lottare corpo a corpo, quelli non ti serviranno. Non avrai i guantoni quando ti attaccheranno, dovrai difenderti a mani nude, zuccherino." Mormora. La sua vicinanza non è cosa buona per me, non voglio provare queste cose quanto mi sta così vicino. Sospiro rumorosamente, cercando di calmarmi.
"Okay, adesso colpisci. Come se avessi i guantoni." Mi circonda i fianchi con le sue grandi mani mentre parla, o meglio, sussurra. Faccio quello che dice e tiro un pugno al punchball. Subito ritraggo la mano, una smorfia di dolore in viso. Lui ride roco al mio orecchio. "Cazzo, fa male!" Esclamo, osservandomi le nocche arrossate.
"Tranquilla. E' normale, all'inizio. Devi solo abituarti al dolore e vedrai che dopo un po' non lo sentirai più." Mormora, avvicinandosi ancor di più. "Concentrati. Immagina che quella sia... la Waller." Ridacchio, annuendo. "Okay, va bene." Lui mi prende i pugni, stringendoli nei suoi. Colpisce con la destra in alto, poi con la sinistra in basso. "Così. Capo, addome. Capo, addome." Ripete la sequenza un paio di volte, poi mi lascia le mani e torna a stringermi i fianchi. Forse è solo una mia sensazione, ma lo sento indugiare qualche istante e accarezzarmi.
Inspiro. Il fatto è che non capisco perchè me ne sto lì paralizzata ad ascoltare uno psicopatico che viene da un manicomio, e che tra l'altro è anche uno dei peggiori criminali. E' assurdo, ma non riesco a farci niente.
Sbatte la bocca, vicino al mio orecchio. "Ora tu. Cerca di non pensare al dolore. Resisti, Harley." Sussurra. Poi si allontana e torna dietro il punchball, tenendolo e invitandomi con lo sguardo a fare ciò che mi ha consigliato. Mi metto in posizione e colpisco come ha detto lui. Fa male, ma lui mi incoraggia a non pensarci e ad andare sempre più veloce. "Ancora. Non ti fermare. Non pesare al dolore, concentrati sul nemico che hai davanti. Così, brava, brava."
Le sue parole sono le uniche che sento nel mio cervello in quel momento. La sua voce è una cupa melodia che mi sprona a continuare, sempre più forte, sempre più veloce. Non so per quanto vado avanti, forse dieci o venti minuti, senza mai fermarmi.
Mi fermo solo quando vedo il mio sangue scuro sul punchball. Aggrotto le sopracciglia, fissandomi le nocche, e sussultando davanti alle ferite sanguinanti. Sgrano gli occhi. "Oh, Dio.." Joker mi si avvicina, lentamente. "Hey, calma. E' normale." Sbatte la bocca, cercando di rassicurarmi.
"No, cazzo....non è normale! Cosa mi hai fatto fare?!" Le mie mani sporche interamente di sangue tremano, come tutto il mio corpo. "Dio, guarda qui..." Sussurro, osservando più da vicino le mie nocche distrutte. Joker cerca di afferrarmi i polsi, ma io mi scosto di scatto. "Non toccarmi, clown. Non toccarmi!" Sibilo, allontanandomi. Lui alza le mani in segno di difesa e fa un paio di passi indietro. "Okay, scusa, scusa."
Scendo dal ring, andando verso l'armadietto del pronto soccorso. Afferro di fretta l'alcol e un po' di bambagia, poi mi dirigo di corsa verso la mia cella, senza voltarmi verso colui che mi ha persuaso a distruggermi le mani. Non potrò più colpire niente per settimane. Tutto per colpa sua, e anche in parte per colpa mia, che da stupida l'ho ascoltato.
"Se ti arrendi così facilmente non ce la farai mai, là fuori! Sappilo da subito! Io ti volevo solo abituare a ciò che dovrai affrontare..." Grida furioso, quando sto per entrare nella mia cella. "Lasciami stare!" Urlo di rimando, sentendo il fortissimo bruciore alle nocche aumentare al solo spostamento d'aria.
Quando scendo al piano di sotto, mi siedo sulla mia branda, disinfettandomi le ferite alle mani. Mi viene da strillare per il dolore, appena verso il liquido disinfettante sulle nocche. Una lacrima mi solca la guancia.
Qualcuno bussa piano. Alzo lo sguardo e vedo Ivy che mi fissa. Si passa una mano tra la bella chioma rossa."Ho sentito un gran casino. Cosa è successo?" Chiede, preoccupata. La sua pelle verde brillante riflette alla luce. Scuoto la testa. "Lascia perdere." Dico fissando la cella di Joker con disprezzo. Poison segue il mio sguardo e sembra capire tutto. Si volta verso di me, sospirando. "Dovresti stargli lontana, Harley. Lo dico per il tuo bene, perchè sembra avere uno strano interesse morboso per te da quando sei arrivata. E' davvero pericoloso. "
Io non rispondo e mi fascio le ferite. "E' un consiglio, poi fa ciò che vuoi." Mormora.
Sento i suoi passi allontanarsi e tornare nella sua cella, e ci rifletto bene. Non mi farò mai più persuadere così da lui, mai più.
Non me lo posso permettere, è tossico. Il suo effetto su di me è tossico.
SPAZIO A ME!!!!!!!!
Nuovo capitolo!
Cosa ne pensate del comportamento di Joker con Harley? E' un bene? Cosa succederà, secondo voi? Io intanto sto amando sempre di più scrivere questa storia <3 .
Ditemi se vi è piaciuto, commentando e lasciando un votino :)
Bacioni, Giorgia <3
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Harley Quinn #Wattys2016
FanficIl mio nome è Harleen Frances Quinn. Fino a poco tempo prima la mia vita era normale, io ero normale. Nonostante l'inspiegabile scomparsa del mio fratellino, Jacob, io e la mia famiglia siamo riusciti ad andare avanti. Ma dopo che ho compiuto dicio...