Jacob mi viene incontro, ridendo, le manine premute sulla pancia.
Gli sorrido e apro le braccia, aspettando di sentirlo stretto a me. "Vieni qui!" Esclamo.
Lui si ferma a pochi passi da me, smettendo di ridacchiare di colpo.
Diviene improvvisamente serio, il suo volto quasi si deforma dal tanto che si rattrista."Non.... non posso, Harley." Mi dice, scuotendo lentamente il capo.
Aggrotto le sopracciglia, deglutendo. "Che vuoi dire? Jacob... vieni qua, dai." Gli faccio nuovamente segno di venire da me.Lui inizia a indietreggiare, mentre io avanzo. "Dove stai andando? Cosa succede?" Gli chiedo, ma lui continua ad allontanarsi da me, finchè io, ad un certo punto, non vado a sbattere contro qualcosa che mi sembra una pellicola.
Alzo la mano, toccando quel muro fastidioso e invisibile che mi divide dal mio fratellino.
Lui mi fissa, anche quando la Waller compare alle sue spalle e lentamente cammina verso di lui."No, Jacob, no... Jacob!" Grido, battendo furiosamente i pugni sul muro che ci separa.
"Attento, Jacob... Jacob, scappa!" La mia voce è ovattata, è come se qualcuno la stesse soffocando, Jacob non riesce a sentirmi.La Waller lo afferra per le piccole spalle e lo tira indietro con forza, lo sguardo cupo. Poi, con un coltello, in un colpo secco, gli taglia la gola, da cui iniziano a schizzare spessi fiotti di sangue.
"No! Jacob!" Urlo disperata e mi accascio a terra, agghiacciata dalla scena che mi si presenta davanti, scioccata dal corpicino di Jacob che sussulta e poi cade contro il terreno macchiato del suo sangue scuro.
Jacob è... morto."Jacob!!!"
Mi sveglio di soprassalto, strillando il suo nome.
Le lenzuola che mi circondano sono tutte stropicciate e ho le lacrime agli occhi.Con il respiro affannoso e la testa che mi gira, mi alzo dal letto e mi dirigo verso il frigo bar, afferrando una bottiglietta d'acqua.
Tracanno tutto il liquido freddo in poche sorsate, appoggiandomi poi alla scrivania lì vicino.
Sembrava tutto così dannatamente... reale.Qualcuno bussa delicatamente alla mia porta.
Sbuffo e lancio nel cestino di plastica la bottiglia, dirigendomi con passi strascicati verso la porta di legno rovinata.Dopo la scenata di Joker, abbiamo deciso tutti di riposare un po' prima di combattere Batman e di fermarci all'hotel abbandonato dove mi aveva portato J qualche tempo fa.
Afferro la maniglia di ferro e spalanco la porta, trovandomi davanti un bellissimo clown che mi guarda incerto con quei suoi occhi cupi, gli addominali scolpiti ben in vista e solo dei pantaloni di cotone blu indosso.
Ha i lucidi capelli verdi umidi e pettinati all'indietro, presumo quindi sia appena uscito dalla doccia...deglutisco, a disagio.Dopo qualche istante mi costringo a staccare lo sguardo da tutto quel ben di Dio che è il suo corpo e alzo gli occhi al cielo, poi richiudo decisa la porta, ma Joker la ferma con una delle sue grandi mani.
"Aspetta. So che mi odi, adesso. Ma ti ho sentita gridare... stai bene?"
Riapre piano piano la porta, studiandomi nuovamente in viso.
Socchiudo gli occhi cercando di fissare lo sguardo nelle sue iridi scure e non verso i suoi addominali."Io ti ho sempre odiato." Sibilo, incrociando le braccia al petto.
Joker ridacchia, mettendo in mostra i bei denti bianchi. "Questo non è vero. Dai, fammi entrare, ti faccio compagnia."Cerca davvero di entrare, convinto che io lo lasci fare, ma gli blocco il passaggio, trovandomi ad un soffio dal suo ampio petto profumato.
"Sei proprio una merda, lo sai? Quello che hai fatto a George, quello che hai fatto a me..." a questa ultima parola un velo di senso di colpa gli copre gli occhi.
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Harley Quinn #Wattys2016
FanficIl mio nome è Harleen Frances Quinn. Fino a poco tempo prima la mia vita era normale, io ero normale. Nonostante l'inspiegabile scomparsa del mio fratellino, Jacob, io e la mia famiglia siamo riusciti ad andare avanti. Ma dopo che ho compiuto dicio...