Capitolo 38

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"Harley Quinn è qui. Bloccate tutte le entrate!"

Sento esclamare dalla guardia, nel panico. Viene verso di me e mi sbarra la strada, posizionandosi proprio davanti al cancello della Gotham's Jail.

Prima che possa riuscire ad estrarre il manganello dalla cintura, le mie mani afferrano il suo collo e lo stritolano fino a che non percepisco le vene pulsarmi tra le dita.

Pochi secondi dopo, lascio cadere a terra il corpo immobile dell'uomo, inspirando l'aria. È successo questo a Joker? Batman ha lo ha strangolato fino a che l'uomo che amo non ha emesso nemmeno un fiato?
Una lacrima mi solca una guancia, mentre il dolore viene sostituito dall'oscurità più profonda, dalla vendetta.

Dall'edificio escono almeno una trentina di uomini, con armi e manganelli.
Io rido, scrocchiandomi il collo e poi scuotendo il capo. "Sai fare solo questo, puttana?! Io voglio giocare con te!" Strillo, gli occhi spalancati e un sorriso indelebile quanto dolorosamente tirato disegnato sulla mia faccia.

Prendo la rincorsa e attacco i primi due uomini, spappolando letteralmente i loro crani con la mia mazza, in una specie di piroetta.
Il sangue mi schizza in viso, ma io non riesco a smettere di sorridere come se tutto questo fosse divertente.

È divertente, sibila una vocina dentro di me.
Sì, lo è.

"Harley, fermati!"
La Squadra arriva di corsa alle mie spalle, mentre io continuo a far fuori uomini senza nessuna pietà, senza nessun risentimento o rancore.

Mi volto, osservandoli. Sono fermi, immobili, paralizzati davanti al mio massacro di sangue. George e Deadshot si guardano preoccupati, mentre l'Incantatrice e Poison Ivy sono sul punto di piagnucolare.

Deboli.

"Una mano non me la potevate dare, vero?" Esclamo con voce stridula, ridacchiando. "Devo sempre fare tutto da sola..."
Afferro per il collo l'ultimo uomo, che si dimena come un verme cercando di liberarsi dalla mia ferrea e innaturale presa.

Lo fisso dritto negli occhi scuri. "Adesso tu mi aiuterai e sbloccherai tutte le entrate, poi mi porterai dalla Waller.
Ci... siamo... capiti?" Sibilo a denti stretti.
Lui annuisce rapidamente, così io lo lascio e lo afferro per il colletto della divisa blu, trascinandolo verso i cancelli con me.

Mentre tira fuori la chiave e apre le porte, guardo gli altri, ancora fermi e immobili a fissare allibiti la scena.
"Non preoccupatevi. Potete ringraziarmi più tardi, quando vi riporterò dalle vostre famiglie." Sorrido a trentadue denti.

"Se entrerai la Waller ti ucciderà. Ricordati del microchip, Harley." Esclama nel panico George, avvicinandosi di qualche passo.
Il portone si apre e la guardia lo spalanca.

Guardo per l'ultima volta quei bellissimi occhi azzurri e profondamente preoccupati. Per l'ultima volta?
"Morirò per salvare Jacob, allora. Almeno non me ne sarò andata invano, così come è successo invece con J..." Mormoro, la voce tremante.

Mi schiarisco la voce e poi spingo l'uomo in avanti, facendomi strada.

Entro nell'edificio sorpassando le celle. Sono tutte vuote, non c'è nessun detenuto, sono spariti. Cosa succede?
"Dove sono tutti...?"
L'uomo non risponde, mentre entriamo da una porta nera, di ferro, che prima non avevo mai visto.

Mi ritrovo davanti proprio la Waller, affiancata da due uomini grandi e grossi. Mi sorride malignamente, inclinando il capo di lato.
"Bentornata, Harley."

Sorrido, estraendo uno dei miei coltelli dalle giarrettiere e infilandolo nella schiena della guardia di fianco a me.
Questo palanca la bocca, inginocchiandosi e poi crollando a terra in una pozza si sangue.

Harley Quinn #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora