1 - Lost girl

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Era una giornata di primavera, il sole era quasi assente e i primi fiori iniziavano a sbocciare.
Ero seduta vicino alla finestra ad ammirare il giardino che iniziava a riprendere vita dopo quell'inverno così freddo, quando sentii mia madre chiamarmi.
"Atena, vieni!".
Molti dicono che il mio nome è davvero strano, i miei genitori però, affermano sempre che lo hanno scelto perché pensano che io sia speciale e perché hanno una particolare passione per la mitologia greca.

Mi alzai controvoglia dalla comoda sedia su cui ero seduta a contemplare quel paesaggio così spettacolare, per andare a sentire le lamentele di mia madre su qualcosa che sicuramente avevo combinato io.
Non ho un rapporto così intimo con i miei genitori, loro comandano e io eseguo.
Mi lasciano sempre da sola, sono cresciuta così, con i miei fantastici nonni, di cui ora è rimasta solo la nonna, la mia forte e invincibile nonna.
Credo sempre che i miei genitori siano arrabbiati con me per qualcosa che ho sbagliato, si innervosiscono infatti solo con me, e non con mio fratello minore, Alessandro.
Lui è sempre il favorito da tutti, ed è anche per questo che la maggior parte delle volte mi escludo dal mondo, stare da sola è l'unico modo in cui non può accaderti nulla di male, le persone non possono ferirti.
Mi descrivono tutti come una ragazza senza cuore, senza sentimenti e pensano, che se ne avessi uno, sarebbe l'odio.
Non sono affatto così, chi mi conosce bene lo sa, ma le persone sono brave tutte a giudicare i comportamenti altrui, gli sbagli, i fallimenti.
Mi reputo una persona che saprebbe dare tanto, se qualcuno si aprisse con lei.
A modo mio so anche essere gentile, simpatica e saprei altrettanto dare amore, ma evidentemente le persone non ne hanno bisogno, sanno bastare a se stesse.
Io no, non so come la gente possa stare sola, possa sentirsi a suo agio senza l'affetto di una persona cara, quello che a me manca, che cerco sempre negli altri.
Tutti si allontanano da me ogni volta, perché trovano persone migliori di me, più appariscenti, popolari, socievoli.
I miei genitori mi chiedono sempre perché io abbia pochi amici, anche se a questa domanda non so mai dare una risposta.
Solitamente si rispondono da soli, dicendo che è a causa del mio comportamento che tutti mi abbandonano, che mi lasciano alle spalle, che mi odiano.


Pensando ai miei genitori, mi ricordai che mia madre stava ancora parlando, e io non la stavo per niente ascoltando.
Iniziai a darle ascolto, notando che era il solito discorso di sempre; parlava di quanto fosse antipatico e rude mio padre, di quanto non lo sopportasse più, del suo modo di fare brusco...
Anche se i miei genitori dopo qualche anno di matrimonio, hanno divorziato, è sempre arrabbiata perché a causa nostra non si libererà mai definitivamente di lui, forse è per questo che è costantemente infuriata con me.
Non so cosa pretenda di più da me, lei è anche andata a vivere in un'altra città, lontana dal suo peggiore incubo e, soprattutto, da noi.


Tutti mi prendono in giro per il mio modo di essere, per il mio carattere chiuso e riservato, per il mio fisico e il modo di vestire.
Non credo di essere una brutta ragazza, anche se molti sostengono il contrario: ho gli occhi castano scuro, profondi come gli abissi dell'oceano, in cui pochi riescono a specchiarsi e a mantenere lo sguardo; ho i capelli ricci, biondo scuro, quelli che ti danno sempre un sacco di problemi e di cui devi prenderti molta cura.
Ho il naso all'insù, le labbra rosse e carnose, quelle che i ragazzi amano mordere, ma allo stesso tempo molto dolci e morbide, quelle che vorresti baciare per ore.
Non sono troppo alta, nemmeno troppo paffutella, ho un fisico abbastanza normale, forse un po' più in carne rispetto alle altre mie compagne di classe, magre come dei chiodi.
Le persone mi prendono in giro soprattutto per una mia caratteristica, quella di essere una Belieber, una fan di Justin Bieber, di cui finalmente, quella sera, avrei potuto assistere al concerto.

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