5 - A Hollywood

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Atena
Le ore su quell'aereo sembravano non passare mai, ed io ero abbastanza annoiata.
Pensai al traguardo che avevo raggiunto in così poco tempo: cantavo con il mio cantante preferito, mi aveva offerto la possibilità di andare ad Hollywood con lui e, ciliegina sulla torta, mi aveva baciata.

Avendo finito di mangiare continuammo a chiacchierare, qualche volta canticchiavamo e cercavo di migliorare il mio inglese sempre di più.
Mi sentivo come se tutto andasse per il verso giusto, cosa alquanto improbabile per una come me; quando pensavo che tutto sarebbe andato bene, ecco che qualcosa di brutto capitava.
Attiravo disgrazie.
Cercai di dimenticare e di distogliere questi pensieri, volevo godermi appieno quel momento.

Ero sempre appoggiata al suo petto, e sentire il suo cuore battere era una sensazione meravigliosa.
Lui intanto accarezzava i miei capelli lunghi castani, che terminavano in piccoli boccoli.
Non riuscii bene a dormire, avevo troppi pensieri per la testa, quindi rimasi a pensare per la maggior parte del viaggio.
Quando poi mi trovai scomoda, cercai di alzarmi senza svegliarlo, e un dolore atroce percorse la mia schiena.
Mi alzai dal divano, per sgranchirmi le gambe e il resto del corpo che gridava pietà.
Feci il giro turistico dell'aereo, accorgendomi sempre di più di quanto fosse fornito e di quanto fossi fortunata.
Presi il telefono e mi accorsi che negli ultimi giorni molti dei miei amici mi avevano contattata, amici che magari non vedevo da tempo o che non consideravo come tali, solo perché ormai era ufficiale che fossi partita con Justin Bieber per l'America.
Sbuffai, contrariata, accorgendomi della falsità di alcune persone.
Ovviamente sull'aereo di Justin i telefoni si potevano utilizzare, ma io lo spensi, per non dover rispondere a quegli amici finti.

Vidi che anche Justin si era svegliato, e mi stava raggiungendo dove mi ero fermata a controllare il telefono.
Mi sedetti su una poltrona lì vicino, e lui accanto a me.
"Buongiorno." Gli dissi.
"Ehi." Rispose, con voce assonnata.
"Dormito bene?" Chiesi.
"Si, tu?" Continuò.
"Non ho dormito." Lo informai.
"Ah." Aggiunse guardandomi.
"Sei di molte parole vedo." Esclamai ridendo.
Lui ridacchiò, stiracchiandosi per la stanchezza.

Di lì a poco il viaggio si concluse, finalmente, e ci trovammo in aeroporto che faceva caldissimo.
Chiamarono l'autista di Justin, e subito una macchina di lusso, azzarderei una limousine, ci venne a prendere.
Non avevo mai visto una macchina del genere dal vivo, ed ero sempre più contenta di tutto quello che mi stava capitando.

L'aeroporto non era molto distante dall'enorme villa di Bieber, quindi non ci mettemmo tanto ad arrivare.
La casa era splendida.
Quasi tutte le pareti erano tinte di bianco, e tutto l'arredamento era super tecnologico, come del resto tutto quello che lui possedeva.
Andando fuori si poteva ammirare un'enorme piscina, con accanto ombrelloni e sdraio su cui prendere il sole.
Mi portò a vedere anche la palestra che aveva appena fatto costruire lì vicino, dove c'erano diverse attrezzature che avrebbe utilizzato molto spesso.
Era tutto grandissimo, le camere non finivano mai, il soggiorno era gigantesco e la cucina ugualmente grande, la sala da pranzo attaccata ad essa presentava un tavolo molto lungo in cui potevano starci anche dodici persone, come minimo.
I bagni erano meravigliosi, dotati di vasche idromassaggio e di docce con la radio e con diversi getti d'acqua posti a diverse altezze.
Non avevo ancora visto tutta la casa, e non so se avrei potuto orientarmi facilmente in quel labirinto.

La mia camera era bellissima, enorme come tutto il resto, e all'apparenza mai utilizzata.
Presentava un letto matrimoniale a baldacchino, come piaceva a me; un armadio molto grande in cui sicuramente i miei vestiti avrebbero occupato una minima parte; un comodino accanto al letto con una lampada molto carina e originale e uno specchio gigantesco posto vicino all'armadio, decorato con stile vintage.

Mentre sistemavo le mie cose in bagno e negli armadi, notai che c'era anche un balcone con la vista sulla città del cinema.
La camera aveva delle vetrate enormi, la luce filtrava nella stanza e rendeva tutto più luminoso.

Quando finii di mettere le mie cose negli appositi spazi, scesi le scale e trovai Justin e Scooter che giocavano con la Playstation, attenti al gioco.
Quando mi notarono, videro che ero persa ad ammirare le meraviglie di quella casa, e subito mi presero in giro:
"Attenta a non cadere!" Mi disse Justin continuando a guardare il gioco.
"Credo di non essere così impacciata." gli risposi io.
Justin lasciò il gioco e mi disse:
"Vieni, ti faccio fare un giro completo della casa, con tanto di guida, nozioni storiche, dimostrazioni pratiche di palestra e se vuoi anche della piscina.." Mi disse, malizioso in volto.
"Mi abbandoni così?" Disse Scooter triste, a Justin.
"Mi dispiace, vengo dopo." Disse ridendo lui.
"Solo perché stavi perdendo." disse Scooter a bassa voce, ma lo sentimmo.
"Ti ho sentito." Rispose Justin, e poi sparimmo in qualche angolo della casa a me sconosciuto.

Facemmo il giro della casa, e mi mostrò anche il suo parcheggio pieno di macchine costosissime, promettendomi che un giorno mi avrebbe portata da qualche parte con quella che preferivo.

L'ultimo locale che visitammo fu la piscina, che aveva lasciato a posta alla fine.
Justin mi propose di fare un bagno, fuori faceva molto caldo, ed io lo assecondai.
Per fortuna avevo portato anche il costume: era nero, a triangolo molto semplice, ma io avevo comunque un seno abbastanza prosperoso.
Andai a cambiarmi in camera mia, di cui per fortuna trovai la strada, e Justin fece lo stesso.
Ci trovammo in salotto, lui aveva paura che io mi sarei persa, ed era anche molto curioso di cosa avessi indossato, ma lo lasciai attendere.

La piscina interna aveva molte vasche, alcune fredde ed alcune calde, molte grandi e poche piccole, aveva i getti d'acqua che spuntavano dal mezzo della piscina e l'idromassaggio in ogni vasca.

"Credo che dovrai toglierti il copricostume, se vuoi farti il bagno" mi suggerì.
Eravamo molto vicini alla piscina, così colsi l'occasione per buttarlo in acqua, e mi misi a ridere.
"Questa me la paghi, piccola" mi disse lui.
Subito uscì fuori dall'acqua, e, senza troppi sforzi, mi prese in braccio e mi buttò insieme a lui in acqua.
Nel punto della piscina in cui stavamo l'acqua era molto alta, così mi aggrappai a lui: misi le gambe attorno al suo busto e le braccia intorno al suo collo per tenermi bene a galla.
"Mmm.. Avrei dovuto pensarci prima." Disse lui ridendo.
Ci guardammo negli occhi, per poi scendere alle labbra, e capimmo che entrambi volevamo la stessa cosa.
Ci avvicinammo di più, dando vita ad un vero e proprio bacio, più appassionante del primo.

Dopo essere stati in piscina per quasi tutto il pomeriggio, andammo a farci una doccia e a prepararci per la cena.
Per la prima sera mi misi un vestitino bianco e blu, senza spalline, con dei tacchi alti sempre blu.
Mi misi un po' di ombretto, di eye-liner blu, il mascara nero, mi lasciai i capelli ricci e finalmente ero pronta.

Quando scesi in salotto, Justin mi guardò sorpreso.
"Ssei.. Bellissima" balbettò lui.
"Grazie.." Arrossii.
"Allora partiamo? Ti portiamo in un ristorante coi fiocchi.." Ruppe il ghiaccio Scooter.
Annuii, e Justin mi propose di scegliere la macchina con cui andare, ovviamente fu una Ferrari, per onorare le mie origini.

Il ristorante era davvero ottimo, naturalmente di lusso, e riuscii a mangiare benissimo anche se non era italiano.
La serata passò tra chiacchiere, risate e degli scambi di sguardi tra me e Justin, che ci stavamo avvicinando sempre di più.

Aveva gli occhi più belli che abbia mai visto. Anche il sorriso non era da meno. Sapeva di felicità. Della mia.

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