Atena
Quella mattina mi svegliai con un sorriso sulle labbra, libera dai pensieri che avrebbero sicuramente occupato di nuovo la mia mente più tardi.
La flebile luce del Sole penetrava nella mia stanza, che pian piano diveniva sempre più luminosa.
Non era molto tardi, così mi alzai e andai ad ammirare il paesaggio dal balcone, sentendo il vento fresco che mi scompigliava i capelli, un'abitudine che avevo fin da piccola.
Sentii qualcuno avvicinarsi a me.
"Buongiorno." Mi disse, sfoggiando uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
"Ah, Buongiorno." Risposi, un po' confusa.
"Anche a te piace stare qui fuori al mattino?" Chiese, avvicinandosi sempre di più a me.
"Molto. Mi piace guardare la città senza macchine o confusione, nel più completo silenzio, e sentire il vento fresco del mattino sulla pelle.." Dissi, beandomi di quel momento e chiedendo gli occhi.
Restammo qualche minuto in silenzio, a goderci quel meraviglioso spettacolo, mentre eravamo completamente persi nei nostri pensieri.
Guardavo quella città e non vedevo altro che case di miliardari, piscine, tutte cose che possiedono le persone piene di soldi, e vedevo come la gente non è mai contenta di tutto quello che possiede, ma vuole sempre di più.
Si respirava odore di insaziabilità e di tristezza tra tutte quelle che, secondo una persona normale, sono meraviglie terrestri, ma che, secondo le persone che hanno tutto, sono solo 'giocattoli' in più di cui presto si sarebbero stancati.
Al contrario, la casa di Taylor non era lussuosissima, e si vedeva che lui è un ragazzo molto umile, che non ha bisogno di questo per essere felice.
Mi girai dalla sua parte per guardarlo, ma vidi che lui mi stava fissando già da un po', così distolse lo sguardo.
Mi scappò un sorrisetto, lui si girò verso di me e lo ricambiò.
"Vuole che le preparo una gustosissima colazione fatta dal famoso chef Taylor Lautner?" Mi disse, scherzando.
"Oh, ne sarei terribilmente onorata." Risposi io, continuando il teatrino.
Arrivammo in cucina ed iniziammo a preparare insieme la colazione, con tanto di farina, Nutella e vari alimenti sparsi per tutto il corpo.
Mangiai moltissimo, era davvero un ottimo cuoco, ma era tardi, e dovevo andare a vestirmi.Tornata in camera, scorsi una foto mia e di Justin che tenevo ormai nascosta nel cassetto dei vestiti, per non farla vedere a Taylor, che lo odiava ogni giorno di più per quello che mi aveva fatto.
Come pensavo, i ricordi riaffiorarono nella mia mente, e una morsa attanagliò il mio cuore.
Ero davvero distrutta dopo il tradimento di Justin, avevo sempre creduto che fosse una brava persona, che non si fa trascinare da certe situazioni o da certe persone.
Mi ero anche convinta che in qualche modo fosse stata colpa mia, ma parlandone poi con Taylor, mi aveva espressamente detto che mi stavo rendendo ridicola, lui aveva sbagliato.
Mi accasciai sul letto, la forza mi stava abbandonando e quei pensieri si facevano sempre più vividi nella mia mente.
Presi il telefono poggiato sul comodino per cercare di distrarmi un po' e trovai un suo messaggio.Atena, so che ho sbagliato, e non voglio neanche inventarmi mille scuse per farmi perdonare, ma ti prego, fallo.
Pensa a tutti i momenti passati insieme, alle risate, a quanto ci siamo divertiti, alle mie labbra sulle tue.
Pensa a quanto ci siamo amati e a quanto ancora ci amiamo.
So che sarà difficile perdonarmi per quell'orribile tradimento, sono stato uno stupido, ma in questo messaggio vorrei dirti che non ti dimenticherò e che capirò se non vorrai perdonarmi.
Sempre tuo,
Justin.Quel piccolo messaggio mi stava mandando fuori di testa.
Mi sedetti sul letto, con le mani tra i capelli, non sapendo più cosa fare.
Era facile quando non mi scriveva, tutto era più semplice.
Dovevo solo dimenticarlo, anche se non era poi così immediato, ma almeno dovevo fare solo quello.
Adesso lui mi chiede di perdonarlo, dopo tutto quello che mi ha fatto passare, i pianti, le colpe che mi sono attribuita al posto suo.
I momenti che mi ricordavano lui non erano solo belli, ma anche infinitamente tristi.
Finalmente con Taylor stavo un po' meglio, mi faceva stare bene, ma ovviamente non come stavo con lui.
Quei momenti mi mancavano terribilmente, lui mi mancava terribilmente.
Scoppiai in un pianto silenzioso, in cui sfogai tutta la rabbia e la tristezza che mi attanagliavano.
Per non far sentire che stavo piangendo a Taylor misi un po' di musica, che però non servì a molto.
Infatti entrò nella stanza, preoccupato che mi fosse successo qualcosa dato che non uscivo dalla stanza da almeno tre quarti d'ora.
Quando mi vide in quello stato si fiondò sul letto sdraiandosi accanto a me, cercando di asciugare le lacrime che scendevano insistenti come una cascata.
Inizialmente stette zitto, consapevole del motivo del mio pianto, ma poi mi attirò a sé, abbracciandomi, come se volesse proteggermi da tutto il male che mi stava facendo subire la persona per cui piangevo.
Improvvisamente però, iniziò ad innervosirsi.
Si alzò in piedi ed iniziò ad urlare contro Justin:
"Come si permette quello schifo di conciarti così? Come può farti piangere in questo modo, come?!" Sbraitò.
In quel momento ebbi un po' di paura, sembrava che a momenti esplodesse o perdesse il senno.
Andava in giro per la stanza blaterando qualcosa, mentre io ero ancora sdraiata a piangere, pensando a come potesse urlare piuttosto che consolare una persona che in quel momento si sentiva completamente persa.
Si sedette sul letto e fece sedere anche me, e finalmente iniziò a chiedermi perché stessi piangendo.
Cercai di raccontargli più o meno del messaggio e di come ancora mi mancasse terribilmente, e lui restò zitto, pensando ad una soluzione.
"Atena, non voglio vederti ancora stare male e credo non lo voglia neppure tu. Credo che la cosa più sensata da fare ora sia cercare di non pensarci e di essere felice in altri modi.
Voglio vederti felice, hai un sorriso bellissimo, e forse qualcuno non l'ha ancora capito.
Quindi lascia gli idioti dove stanno, ci sta perdendo solo lui a farti soffrire, se ne pentirà.
È da pochi giorni che stai qui, da me, ma io mi sono già affezionato moltissimo a te.
Non voglio che tu lo veda, chiaro?"
Finì il discorso facendomi restare pietrificata, non pensavo che tenesse già così tanto a me.
Mi spuntò un sorriso in mezzo a tutte quelle lacrime, e credo che avesse proprio ragione.
Risposi con un cenno del capo, abbracciandolo.
Mi diede un piccolo bacio sul collo, essendo ancora abbracciati, e mi lasciò andare a vestirmi per uscire.
—
Passammo la giornata ad un parco divertimenti, scelto da Taylor per farmi stare meglio.
Salimmo su diverse attrazioni, ma le più paurose erano sicuramente le montagne russe, su cui salimmo per ultime.
Erano molto alte e veloci, mi facevano un po' paura, e Taylor se ne accorse.
Mi prese la mano e mi guardò negli occhi, infondendomi sicurezza in quel momento di paura.
Era questo quello che faceva lui.
Sapeva darmi sicurezza quando non ne avevo usando solo lo sguardo, facendomi sentire protetta.
La differenza tra lui e Justin era palese: Taylor in così poco tempo si era affezionato davvero a me, mentre per lui ero solamente il nuovo giocattolo da portarsi a letto o una persona con cui sfogarsi a suo piacimento.
Si mise più vicino a me, mettendo una mano sulla mia spalla e iniziando ad urlare per l'adrenalina.
Quella montagna russa rappresentava un po' la mia vita: continue discese e salite con attimi di adrenalina e altri di terrore, 'ma con una persona al mio fianco tutto fa meno paura.' Pensai guardandolo imbambolata.
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The Truth
FanfictionAtena ha sempre vissuto in una bugia. Dovrà scoprire le proprie origini, combattere per il proprio amore e vivere una vita completamente diversa da quella che ha sempre vissuto. Scoprirà l'esistenza di vampiri e licantropi, e, insieme ad essi, comba...