17 - 'Non voglio lasciarti andare'

88 7 1
                                    

Atena
Mi alzai come tutte le mattine, trovando dei messaggi sul telefono.
Scooter.
Dovevo effettivamente andare agli studi di registrazione per il disco e incontrare anche Justin, ero obbligata.
Andai a fare colazione, iniziando la giornata nella maniera sbagliata, nervosa.
"Buongiorno." Disse lui, abbracciandomi da dietro.
Indossava un grembiule rosso con i pois bianchi, proprio da nonna.
Solo lui poteva farmi tornare il sorriso in quel momento.
Mi girai e gli diedi un bacio sulla guancia per poi abbracciarlo, sussurrandogli un 'Buongiorno' all'orecchio.
"Cosa desidera stamattina signorina?" Chiese, mettendosi un asciugamano sul braccio come i camerieri, solo che lui era veramente ridicolo.
"Ti prego, dimmi che lo fai solo con me." Dissi, ridendo.
Lui però lo intese diversamente.
"Certo che lo faccio solo con te." Rispose, dandomi un bacio sulla fronte, quei baci li adoravo.
Mi sedetti al tavolo e lui da bravo gentiluomo qual era mi preparò la colazione, che era ottima.
Mi ricordai di quello che avrei dovuto fare quel giorno, così dovetti fare lo sforzo di informare anche Taylor.
"Ehm, dovrei dirti qualcosa." Cominciai.
"Dimmi, mi devo preoccupare?" Chiese.
"Se ti dicessi che devo rivedere Justin ti preoccuperesti?" Domandai, senza guardarlo per paura della sua reazione.
"E per quale motivo dovresti rivederlo? Spiegami." Ripose, abbastanza innervosito.
"Sai, prima di conoscere te ero riuscita ad ottenere l'incisione di un disco tutto mio, con qualche canzone registrata insieme a Justin." Spiegai.
"Ah, e non puoi registrarlo tu e basta?" Chiese.
"Si, ma dovrei vederlo lo stesso in studio, ci va sempre e quello è il suo manager." Continuai.
"Ah. Vabbè fai quello che vuoi." Disse, infastidito, alzandosi da tavola.
Mi alzai anche io e gli toccai un braccio per avere la sua attenzione.
"Ehi, non è che lo voglio io, non ho scelta." Gli dissi, spiegandogli che non era una mia decisione, certo, era un'opportunità fantastica quella che mi avevano offerto, ma per quello che era successo era meglio evitare Justin.
Se ne andò, dopo aver ascoltato quello che avevo da dire, in stanza, ancora nervoso.
Ci comportavamo come se stessimo insieme, non dovevo proprio rispondere a lui quando succedevano queste cose, non aveva il diritto di arrabbiarsi.
Andai a prepararmi e uscii, ancora nervosa per quello che era successo, incamminandomi da sola per andare in studio.
Mentre passavo la casa di Taylor, lui uscì da casa.
"Aspetta, ti accompagno io." Disse.
Un sorriso comparve sulle mie labbra, ma era davvero una buona idea dopo quello che era successo tra lui e Justin?
Prese la macchina e in poco tempo arrivammo a destinazione.
Durante il tragitto non parlammo, davanti allo studio mi salutò con un bacio sulla guancia troppo vicino alla bocca, facendomi arrossire.
Se ne andò, lasciandomi sola davanti a quell'enorme studio.
Così presi un grande respiro ed entrai, poco sicura di me stessa.
Mi ricordavo la strada per quella stanza, la ricordavo fin troppo bene, anche se c'ero stata poche volte.
Improvvisamente tutti i ricordi riaffiorarono, prepotentemente, nella mia testa. Ogni angolo, aveva una sua storia, quello che era successo tra noi due.
Conoscevo già molte persone in quello studio che, vedendomi, mi salutarono con un enorme sorriso.
Arrivai subito alla famosa stanza, bussai e mi fecero entrare.
Scooter e Justin erano davanti a me con un grandissimo sorriso, mi mancavano.
Mi salutarono, abbracciandomi e ricambiai.
L'aria era già tesa quando iniziammo a lavorare.
"Ti eri dimenticata di noi?" Si affrettò a dire Scooter.
"No, questo mai, ma non sapevo cosa avrei dovuto fare sinceramente." Dissi, ridendo un po'.
Iniziammo a lavorare sui pezzi, erano molto orecchiabili, mentre Justin mi fissava.
Era davvero pressante e mi metteva in imbarazzo quella situazione.
Il problema si pose quando iniziammo a cantare insieme, eravamo in sintonia, ci guardavamo troppo, più di quanto avremmo dovuto, ci completavamo.
Insomma, quando non c'era lui, c'ero io per bilanciare.
Era una cosa fin troppo naturale, di cui si accorsero tutti, infatti ce lo fecero anche notare, facendomi sentire in un imbarazzo assurdo.

Mi mancava, questo era certo, stavo bene con lui, anche questo era abbastanza ovvio e verificato, ma adesso dovevo dimenticare.
Quando sei troppo preso da una persona è difficile vedere la realtà dei fatti.
'Credevo di essere importante per lui, ma ero solo un giocattolo per far ingelosire Selena.
Lo sapevo, la gente non può affezionarsi così velocemente ad una persona come avevo fatto io, e lui me ne aveva dato la prova.
D'altronde è Justin Bieber, lui può permettersi di tutto, anche di far soffrire la gente a suo piacimento.
Ero un suo svago, e non me ne ero accorta.'

The Truth Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora