20 - Dovevamo tornare a casa

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Taylor
Entrammo velocemente in macchina, lei non capiva ancora niente di quello che stava succedendo, ogni tanto diceva qualche parola senza alcun senso e si riaddormentava.
Cosa le aveva fatto.
Tornammo a casa senza troppe complicazioni, cercai di mantenere la calma per non farla spaventare o farla allontanare ancora di più da me, ma fu difficile, ogni secondo della mia vita mi pentii di non avergli spaccato tutte le ossa per quello che aveva fatto passare alla mia piccola.
La poggiai sul mio letto, avrebbe dormito con me quella notte, dovevo proteggerla a tutti i costi.
Quell'ubriacone probabilmente sarebbe venuto a casa per vedere Atena, ma lei non doveva assolutamente incontrarlo.
Mi stesi accanto a lei, si era addormentata beatamente, ma il mattino dopo si sarebbe subita le conseguenze della sbornia, che non sarebbero state piacevoli.
La ammirai ancora qualche istante scostandole alcune ciocche dal viso, finché non si girò verso di me, continuando a dormire profondamente.
Mi tranquillizzai vedendola così serena, dopotutto aveva passato una serata non molto gradevole e forse avrebbe avuto degli incubi, come era successo a mia sorella qualche anno prima.

Era il mese di settembre di due anni prima, mia sorella aveva circa sedici anni e l'avevano invitata alla festa di inizio anno scolastico e di fine estate del liceo che frequentava, da cui si è diplomata quest'anno.
La festa a cui aveva partecipato Atena me la ricordò un po', facendomi suscitare delle brutte sensazioni.
Era la sera del dieci settembre e nella mia città tutti festeggiavano gli ultimi giorni di vacanza come potevano, cercando di non farli passare mai, l'inizio della scuola era qualcosa da evitare, finché potevi.
I compagni di mia sorella organizzarono una festa nella villa di uno di loro, i genitori non ci sarebbero stati per qualche giorno e lui approfittò dell'occasione.
I miei genitori ed i miei fratelli non sapevano che lei ci sarebbe andata, ci aveva assicurato che non era una di quelle ragazze che usavano l'alcool o i rapporti con i ragazzi per divertirsi, ma ci comunicò che sarebbe andata a dormire da una delle sue amiche, avrebbero fatto un pigiama party tutte insieme.
Mamma e papà le diedero il permesso, io avrei passato la serata da amici e sarei poi rientrato quella sera sul tardi.
Tutto proseguiva nel modo più giusto, se non fosse che tutti e due mentivamo, volevamo andare a quella festa e avevamo già un piano, ma nessuno dei due sapeva che anche l'altro aveva lo stesso desiderio.
Così ci avviammo verso la casa dei nostri amici, ci salutammo ed andammo a prepararci per la serata dai nostri complici.
Verso le nove di sera io e i miei amici uscimmo di casa, la festa sarebbe iniziata tra circa dieci minuti e volevamo goderci appieno tutta la serata.
Lei arrivò prima di me, essendo amica del proprietario della casa cominciarono prima, iniziando a ballare e a scatenarsi, bevendo un po' troppo, cosicché un ragazzo la corteggiò e la portò di sopra, dove vi erano le stanze per i ragazzi che volevano avere un po' più di privacy.
Arrivai dopo che lei salì, assicurandomi che non ci fosse nessuno di mia conoscenza che potesse andare a spifferare di quella serata ai miei genitori, ed iniziai a divertirmi anche io.
A quei tempi non ero un ragazzo molto serio, come tutti a quell'età, così anche io trovai una ragazza da portare di sopra e così feci.
Mentre salivamo le scale ci baciavamo in modo molto passionale, quasi come se volessimo averci prima del tempo, così ci affrettammo e presto fummo di sopra.
Sentii le urla strozzate di una ragazza e, non essendo ancora ubriaco, abbandonai la ragazza dov'eravamo ed andai a vedere cosa stesse succedendo.
Aprii la porta e la scena che vidi fu orrenda, la cosa che ogni fratello maggiore teme di più, che tocchino la propria sorellina.
La stava violentando, contro la sua volontà ed era disperata.
Questo ragazzo era molto forte e robusto, e lei non poteva fare altro che sottostargli, ma presto lo scaraventai a terra rompendogli il naso e portando via mia sorella.
Non lo raccontai ai miei genitori, ma le stetti dietro come uno di loro, informandomi sempre su dove fosse andata.
Lei imparò la lezione, e anche io capii che era sbagliato quello che avevo fatto, ma rivedere la scena ripetersi con la donna che più avevo amato, fu davvero terrificante.

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