23 - La profezia

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Jacob
Credevo di non poter resistere ancora.
Stavo scoppiando.
Sentivo la pelle diventare bollente, le ossa che si spezzavano pian piano, il mio corpo trasformarsi.
Avevo accumulato troppa rabbia, e questo ne era la conseguenza.
Accidenti a quella ragazza.
Non sapevo cosa la gente pretendesse da me, cercavano tutti di farla allontanare, ed io non ero nemmeno sicuro che lei fosse Renesmee, non riuscivo a capire come fosse possibile per me non comprenderlo.
Mentre pensavo il mio corpo si trasformava, facendo aumentare le emozioni e il dolore.
Dopo qualche secondo fui lupo, un enorme lupo.
Tutte le emozioni si intensificarono, ma finalmente fui libero di correre e sfogare la mia rabbia, nel bosco dove ero cresciuto.
Bella era venuta a prendermi in aeroporto, dopo che la ebbi cercata per tutto quell'immenso edificio, dicendo che in qualche modo l'avremmo poi trovata insieme, ma non fu così.
Dopo molto tempo che la cercavamo ci arrendemmo, sembrava fosse destino che lei non tornasse a casa.
Solitamente,  a questo punto della trasformazione, sentivo le voci dei miei amici farsi spazio nella mia mente, ma il silenzio prese il loro posto.
Cercai di capire cosa fosse successo, ma non arrivai ad una conclusione.
Solo una poteva essere la causa, il mio allontanamento definitivo dal branco, ma la scartai fin da subito.
Corsi fino a casa mia, dove mio padre mi attendeva a braccia aperte.
Mi era mancato moltissimo, mi ritrasformai in umano e corsi a stringerlo in un abbraccio, sfogando lì tutte le emozioni che avevo accumulato di recente.
Mi raccontò qualche novità di quella cittadina che non vedevo da tempo e mi sentii finalmente a casa, come ai vecchi tempi.
Istintivamente guardai il camino, dove io e la piccola Renesmee giocavamo, poco dopo la sua nascita, felici.
Fu lì che crollai di nuovo.
Fermai mio padre, che stava ancora parlando e gli dissi che ero stanco, avviandomi verso la mia camera da letto.
Ero a pezzi.
Qualche istante dopo però, pensai che non era il momento di abbattersi, dovevo utilizzare queste emozioni travolgenti per avere la forza di trovarla.
Uscii velocemente dalla finestra senza farmi notare da Billy, cercando prima di tutto il mio branco, l'avremmo trovata insieme.
Le foglie cadute che erano rimaste ancora sul terreno rendevano ancora più difficoltoso il tutto, facendo inciampare chiunque.
Il cielo era sereno per essere a Forks, ma l'aria era umida come sempre.
Mi trasformai velocemente in lupo, diventava sempre più veloce farlo, ed iniziai a cercare i miei amici.
Corsi nel bosco, a casa di ognuno di loro, da Sam ed Emily, ma nessuno si era presentato alla porta, così mi affidai all'istinto da lupo.
Cercai di sentire le loro voci, niente.
Cercai di sentire il loro odore, niente.
Cercai di sentire i loro pensieri, niente.
Era molto strano, non era mai successa una cosa simile.
Ma fu in quel momento che li vidi.
Avanzavano verso di me con fare minaccioso e non potei fare a meno di chiedermi il motivo di questo loro comportamento.
Si avvicinarono, sempre di più, fino a quando non mi trovai il muso di Sam davanti agli occhi.
Non sentivo i suoi pensieri, né quelli di Seth, di Paul, di tutti i miei amici.
Indietreggiarono, nascondendosi per ritrasformarsi in umani, e riapparvero davanti ai miei occhi più grossi, muscolosi e paurosi.
Feci lo stesso, mi nascosi dietro un albero per ritrasformarmi, dove tenevamo i vestiti da indossare da umani e, quando fummo tutti pronti, iniziammo a discutere.
"Ciao ragazzi. Come mai non siete venuti in aeroporto a prenderci?"
Dissi io, ignorando tutti i segnali di avvertimento che fin dall'inizio della mia permanenza a Forks mi avevano mandato.
Cercai di andare ad abbracciarli, o semplicemente a stringergli la mano, ma in risposta si scostarono, tutti.
"Spiegatemi cosa sta succedendo"
Il tempo dell'-ignorare il loro comportamento schivo- era finito.
"Vedi Jacob, tu sei stato cacciato dal branco come avrai capito, perché stai mandando a compimento la profezia, e noi non vogliamo che questo accada."
Spiegò Sam con tono autoritario, tranquillamente.
"Di quale profezia state parlando?" Chiesi, confuso.
"Non sai niente della profezia?"
Chiese Sam, sorpreso nel vedermi confuso.
Gli feci cenno di no, e lui iniziò a raccontarmi.

Molti anni fa, iniziò una faida tra licantropi e vampiri come già sai.
Uno sciamano quileute, un tuo antenato, Qaletaqa, vide la sua tribù decimata a causa dei freddi, che avevano oramai distrutto anche altri popoli come noi, eravamo gli ultimi rimasti, infatti ancora oggi non ce ne sono molti.
Dopo che tutti i suoi guerrieri furono uccisi, compresa la sua famiglia, addolorato, fuggì sulle montagne con gli ultimi rimasti e iniziò a costruire la profezia, scegliendo comunque di non danneggiare i vampiri, per una tregua definitiva.
Era già suo destino salvare la popolazione, già da quando gli antichi sciamani avevano scelto di chiamarlo in quel modo, 'guardiano della gente', preparandolo anche per affrontare questa imminente difficoltà, che ormai pensava di saper superare.
Così diede la sua vita per creare quella profezia e salvare il suo popolo, che però non è riuscito a compiere fino ad oggi, per far finire questa faida che aveva e ha tutt'ora dimezzato intere popolazioni.
La profezia narra di una vampira, o mezza vampira, che deve essere soggetta all'imprinting di un lupo, per far riunire le due specie e far terminare questa continua guerra che va avanti da secoli ormai.
Non fu proprio Qaletaqa a creare la profezia, ma gli antichi sciamani, che lo indussero a costruirla sulla base di un'altra profezia, che credevano si stesse per compiere, cioè l'imprinting tra un vampiro e un lupo.
Solo adesso questa profezia si sta compiendo, in seguito alla precedente che si è già verificata diciassette anni fa, ma noi non lasceremo che i vampiri siano impuniti, cioè che continuino a vivere anche dopo tutte le persone della nostra tribù che hanno ucciso.

Dopo che Sam ebbe finito di narrare la profezia e la sua storia, ci fu un silenzio tombale, che però ruppi.
"Ragazzi, anche noi abbiamo ucciso molti dei loro, ma per far sì che ci sia una tregua anche noi dobbiamo volerla. Anche per loro sarà difficile perché la penseranno come voi, ma volete che ne muoiano altri?" Chiesi, stufo.
Restarono in silenzio, ma poi qualcuno intervenne.
"Mio padre è morto a causa loro. Se parlassi di altre persone della tribù che magari non ho mai conosciuto potrei anche accettare la tua proposta, ma parliamo di mio padre, Jake."
Era Seth che parlava.
"Io ho accettato di stare con Sam perché è il capo branco ovviamente, ma soprattutto perché parliamo di mio padre. So che magari da me non te lo saresti mai aspettato perché con i Cullen vado d'accordo, ma non tutti i freddi sono così e lo sai. Su di loro non ho niente da dire, ma non accetterò di fare questo accordo con gli altri, mi dispiace."
Se ne andò.
In effetti non me lo aspettavo da lui, pensavo di averlo dalla mia parte.
"Mi dispiace Jacob, ma la pensano tutti allo stesso modo, come me." Intervenne Sam.
Abbassai la testa e mi voltai, triste, per allontanarmi da quelle persone che mi avevano ormai tradito.
"Voi non avete fatto solo questo. Quando Sam fissa la sua attenzione su qualcosa fa di tutto per mandarla a compimento.
L'avete rapita voi." Dissi, furioso.
Se ne andarono senza rispondere, mentre io mi trattenevo dallo staccare la testa a tutti loro, dirigendomi verso casa Cullen, avrebbero saputo e non sarebbero stati di certo contenti.

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