19 - Via da te

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Atena
Mi preparai velocemente, ero leggermente in ritardo essendomi completamente dimenticata di quella lettera anonima per studiare il copione con Taylor, ma in un'ora riuscii comunque a finire di sistemare i capelli e truccarmi, per poi scegliere un vestito molto carino, bianco e nero non troppo corto.
Non sapevo ancora chi mi avesse mandato quella lettera, ma era la festa di Ariana Grande, nessuno avrebbe potuto farmi del male, sarebbe stata molto controllata.
Taylor non sapeva nulla della festa, né tantomeno della lettera, mi avrebbe vietato di andarci e forse infondo aveva ragione, ma ormai ero quasi pronta, dovevo andarci.
Uscii dalla stanza di corsa, prendendo una giacca di pelle e la mia borsa, per poi uscire di casa.
"Sei bellissima." Affermò sbalordito Taylor appena mi vide e arrossii.
"Non so a che ora torno, non aspettarmi." Dissi, dandogli un bacio sulla guancia e poi uscendo.
Nella copertina del telefono avevo lasciato l'indirizzo della festa allegato alla lettera, così lo tirai fuori per cercare dove fosse quel luogo.
Mi resi conto che ero senza macchina, così chiamai velocemente un taxi, consegnando il foglio con scritto l'indirizzo al tassista.
In poco tempo arrivai, non era distante, scendendo dalla macchina pagai l'enorme uomo che mi aveva portata fin lì ed entrai dal cancello.
C'erano ragazzi ovunque, famosi e non, ma per entrare dovevo dare un nome e il mio era tranquillamente segnato, perciò entrai.
Presi un respiro profondo e varcai la soglia di quell'enorme e magnifica villa, affittata per l'evento. Dopo tutte quelle gigantesche abitazioni che avevo visto a Hollywood non mi ero ancora abituata, essendo cresciuta in un modesto appartamento in Italia.
L'interno era ovviamente al buio, illuminato da luci stroboscopiche, con la musica ad altissimo volume che incitava tutti a ballare.
Cercai la possibile persona che mi aveva mandato quella misteriosa lettera, ma non riconobbi nessuno.
Girovagai per l'enorme casa in cerca di qualcuno che conoscevo, ma prima di incontrare qualcuno di mia conoscenza passò una mezz'ora.
La persona era Justin e mi accorsi che probabilmente era lui che mi aveva invitato a quella festa, non si era ancora arreso evidentemente, ma io ero stata così stupida da non accorgermene?
Venne a salutarmi tranquillamente, sorpassando un po' il limite.
"Buonasera bellissima. Come stai?" Mi disse appena mi vide.
"Bene bene." Risposi, cercando di sorridere, ma pareva più una smorfia che un sorriso.
Non gli chiesi della lettera, era evidente che fosse stato lui, ma cercai di mantenere la calma.
Mi trattò come se stessimo ancora insieme, rimanendo abbracciati, mentre io cercavo di allontanarlo.
Cercai qualche scusa per non stargli vicino e proprio in quell'istante Ariana si presentò per salutarci. Perfetto.
Quando arrivò mi resi conto che non le avevo comprato nulla per il suo compleanno e sobbalzai, ma subito Justin le porse un regalo su cui vi erano il mio ed il suo nome.
Sospirai di sollievo.
"Atena, come stai?" Mi chiese Ariana prendendo la parola.
Menomale che c'era lei a salvarmi.
"Io sto bene e tu?" Risposi, abbracciandola.
"Meravigliosamente." Rispose, sorridendomi.
"Ariana, sbrigati." Alcuni dei suoi amici la chiamarono, facendomi quasi inginocchiare per non farla andare via.
"Scusate ragazzi devo andare, a più tardi, state attenti." Concluse, con un occhiolino.
Non credo proprio che dovremmo farlo dato che non succederà niente tra noi due.
Rimanemmo io e Justin.
"Allora, carina la festa, vero?
Vuoi qualcosa da bere?" Propose, con molto imbarazzo.
"Si carina. Sarei felice se mi portassi un bicchiere d'acqua, grazie." Risposi io per farlo andare via, meglio soli che male accompagnati.
Era molto in imbarazzo, infatti si passava la mano tra i capelli ed era diventato tutto rosso.
"Va bene, torno subito." Disse, sorridendomi.
Rimasi lì tra la gente che ballava, un sacco di persone mi vennero addosso ed altri, ubriachi, ci provavano con me, ma li cacciavo via, era una festa orribile se non conoscevi nessuno.
Vidi tornare Justin dopo qualche minuto, cercava di farsi largo tra la gente, portando due shot di Vodka.
"Scusa, non c'era l'acqua." Disse, scusandosi.
"Va bene." Risposi, un po' seccata.
Era molto forte, mi fece subito girare la testa, forse non reggo bene l'alcool.
Quando finii lo shot ero un po' brilla e lui ne approfittò per portarmi in pista a ballare.
Ogni tanto passavano delle ragazze a portare della Vodka in giro per la casa, facendo ubriacare i ragazzi.
Passò anche da noi e non essendo perfettamente sobri, ne bevemmo ancora, il secondo, poi il terzo, il quarto e infine il quinto, per cui ci ubriacammo, essendo molto forte.
Intanto Justin mi tirava sempre più a sé, mentre ballavamo.
Mi girava la testa e non capivo più niente, per questo mi feci baciare da lui, non limitandolo solo a questo.
Justin mi baciò con più enfasi di quanto avesse mai fatto, appassionato e voglioso, la sua lingua subito entrò a cercare la mia senza chiedere alle mie labbra il permesso, e durò più di quanto voglia ammettere.
Mi prese in braccio con le gambe che, divaricate, stringevano i suoi fianchi, continuando a baciarmi.
Dopo qualche minuto si diresse verso le scale, salì e mi portò al primo piano, in una stanza molto accogliente, riservata ai ragazzi che volevano avere un po' di privacy.
"C-cosa vuoi fare?" Balbettai e risi sotto l'effetto dell'alcool.
Lui sorrise e continuò a baciarmi, finendo poi sul mio collo, sempre più voglioso.
Mi mise sul letto, ponendosi sopra di me, continuando imperterrito.
Avrei voluto ribellarmi, ma l'alcool non me lo permetteva, ero immobile, senza riuscire a controllarmi.
Una parte di me rimaneva lì perché lo voleva, un'altra, quella ragionevole, sapeva che quello che stavamo facendo fosse sbagliato.
Continuò a baciarmi sul collo, con molta passione, scendendo sempre di più fino ad arrivare alla scollatura lasciata scoperta del mio vestito, non troppo evidente.
"Aspetta aspetta." Cercai di dire, ma non riuscii a completare la frase, continuavo a ridere.
Riuscì a tirarmi giù la cerniera del vestito, togliendomelo.
Stava per accadere qualcosa di cui non ero pienamente consapevole, qualcosa che non avrei voluto che accadesse con lui.
Continuava come se io fossi d'accordo, togliendomi quasi tutti gli indumenti che avevo addosso.

Taylor
Ero molto in pensiero per Atena, avevo il terrore che dovesse incontrare di nuovo Justin, nascondendomelo per non farmi innervosire.
Dopo aver cercato per una buona mezz'ora di calmarmi, decisi di scoprire dove fosse andata, arrendendomi all'istinto prevalente.
Cominciai a cercare dalla sua camera, sicuramente lì avrei trovato qualcosa e infatti, dopo un po' di tempo, trovai una lettera.
C'era l'invito per il compleanno di Ariana Grande, che sicuramente aveva mandato Justin, ma perché ci era andata se aveva detto di voler smettere di vederlo?
Presi la giacca ed uscii, preso dal panico di quello che poteva succedere tra i due.
Mi accorsi che non vi era scritto l'indirizzo del luogo dove si sarebbe tenuta la festa, quindi cercai su internet, sui vari social, ma non trovai nulla.
Chiamai qualche mio amico che la conosceva e, per fortuna, trovai il luogo del compleanno con le sue indicazioni.
Arrivai lì dopo poco tempo, cercando di sorpassare l'enorme uomo che si era posto davanti a me chiedendomi il nominativo, non ero stato invitato a quella festa.
Cercai in tutti i modi di aggirarlo, quando poi apparve Ariana che mi fece entrare, chiedendole se potevo solo parlare con un'amica.
"Ma certo, se vuoi puoi anche restare, è uno sballo." Mi rispose cortesemente lei.
La ringraziai ed entrai in quella grande villa, cercando dove potessero mai essere andati.
C'era moltissima gente e quel buio non aiutava, vi erano solo delle luci che non illuminavano molto le stanze, così provai a cercare qualcuno di mia conoscenza, per chiedere se li avevano visti.
Vagai per le stanze a lungo, finché non trovai Nathan Sykes, amico di Ariana.
"Scusa amico, hai visto Justin Bieber con una ragazza qui in giro per caso?" Chiesi.
"Beh, prima stavo guardando Ariana che parlava con loro, ma ormai sono passati più di dieci minuti e qui non si sono più visti, dovresti provare a guardare sopra amico." Rispose, poco sicuro di quello che effettivamente stava accadendo tra i due.
"Okay, grazie tante, ci vediamo." Continuai, ansioso di trovarli.
Salii le scale molto in fretta, che mi portarono al piano di sopra, cercando tra le varie stanze e cogliendo molte persone in flagrante, scusandomi.
Poco importava di tutto l'imbarazzo che provai, dovevo trovarli.
L'ultima stanza in fondo era la prossima che avrei aperto, così spalancai la porta con molta ansia.
Ed eccoli lì, uno sopra l'altra, che si baciavano appassionatamente mentre lui piano piano la svestiva senza alcun pudore.
Sentirono la porta spalancarsi e si fermarono, confusi.
Non risposi più di me.
Andai da Justin e gli sferrai un pugno in faccia che lo fece spostare dalla persona che più amavo in questo mondo, coprendosi il naso da cui probabilmente sgorgava molto sangue.
Ma poco importava, lei era sdraiata sul letto a ridere senza riuscire a smettere, facendomi capire che fosse ubriaca.
"Atena, stai bene?" Chiesi, preoccupato.
"Si. Bene." Rispose, senza smettere di ridere.
La presi in braccio cercando di rivestirla mentre Justin era ancora a terra che, dolorante, si copriva il viso.
"Amico, dove la porti?" Chiese lui, ridendo.
"Via da te." Risposi, uscendo da quella maledetta stanza e da quella casa, che non avrei voluto più rivedere.
Per fortuna non incrociammo nessuno che conoscessimo, così uscimmo senza intralci.
Ora basta, l'avrei portata via da quel posto.

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