Atena
Oramai era sera, vagavo per la città del cinema da un tempo che mi sembrava interminabile, cercando di darmi delle risposte sul perché mi avesse tradita, dopo tutto quello che aveva detto che provava nei miei confronti.
Camminavo, ormai senza forze, ammirando le case che passavano ai lati della strada, immaginando tutti i momenti passati insieme.
Ero una persona che si affezionava velocemente alle persone, avendo avuto una mancanza di affetto da bambina.
Avevo subito legato con Justin, mi faceva sentire così speciale.
Che stupida.
Le lacrime continuavano a rigarmi le guance, senza darmi tregua, e la valigia diventava sempre più pesante, mi faceva male il braccio, ma non ci badavo molto, il mio cuore era a pezzi.Il Sole era quasi calato, e la Luna stava salendo il cielo.
Era uno spettacolo meraviglioso: è il tramonto, e il Sole sta per andarsene, eppure eccola la Luna, che ogni volta torna, persistente, per fermare il suo Sole, per vederlo anche solo per pochi attimi. E' il tramonto e sia il Sole che la Luna sono presenti e si amano, anche ora che il Sole sta tramontando, la Luna aspetta paziente di ritrovarlo.
Ed ecco che il Sole lascia che lei prenda il suo posto nel cielo, facendo calare la notte, e salutandosi per pochi attimi.
La luce del Sole era scomparsa, lasciando spazio a quella della Luna, più debole.
E così io continuavo a vagare per le strade, oramai le lacrime non uscivano più, ero troppo debole, sentivo solo il silenzio assordante del mio cuore che si era spento.Ma eccola là, l'unica persona presente a quest'ora sulla strada principale di Hollywood.
A stento riconosco il volto, mi è familiare.
Cammina con le cuffie nelle orecchie, mimando di suonare una batteria immaginaria, e ogni tanto fa qualche passo di danza, credo hip hop, e non posso fare a meno di sorridere.
Alzò gli occhi, vedendomi incuriosita e divertita e arrossii completamente, abbassando lo sguardo, ma con ancora un sorriso sulle labbra.
Si avvicinò a me, notando il trucco colato e la valigia che avevo con me.
"Ehm, ciao." Mi disse, togliendosi una cuffietta dall'orecchio.
"Ciao." Risposi, alzando lo sguardo e capendo finalmente chi fosse. Taylor Lautner.
Sgranai gli occhi, e lui, notando il mio stupore rise, divertito.
Dalla mia bocca non uscivano suoni, ero troppo felice di vedere la persona che avevo sognato di incontrare da sempre.
Forse felice non è la parola giusta. La parola che descrive le mie emozioni in quel momento la devono ancora inventare.
Cercai di togliere il trucco colato dalle mie guance, impacciata, senza un buon risultato.
"Come ti chiami?" Mi domandò.
"Atena." Risposi, sorridendo finalmente dopo una serata devastante.
"Tutto bene?" Chiese, aiutandomi a pulirmi da tutto quel nero che era presente sul mio viso, avendolo espanso cercando di toglierlo con le mani.
"Beh, più o meno.." Cercai di rispondere, ancora sorpresa da quell'incontro.
"Ti serve un posto dove stare per stanotte? Ti vedo un po' spaesata." Domandò in modo cortese.
Era ufficiale, mi ero persa in quegli occhi color cioccolato.
"Ehm, già." Dissi.
Ero la ragazza più impacciata del mondo, sì.
"Sei fortunata, oggi sono da solo a casa mia e non mi sembri una ragazza che se ne approfitta, quindi, vieni da me?" Chiese.
Non è assolutamente possibile.
Dopo aver accettato di andare a Hollywood da Justin, anche se sembrava un sogno, mi è stata scaraventata la realtà davanti agli occhi, ed io avevo capito la lezione.
Dovevo farmi schiacciare di nuovo?
"Sarebbe fantastico." Risposi.
Eh sì, dovevo.
Mi fece un sorriso a trentadue denti, prendendomi la valigia, e ci incamminammo verso casa sua.
Iniziai a raccontargli quello che era successo, su richiesta del signorino, facendomi rivivere da capo i momenti che ritenevo i più felici della mia vita.
Alla fine del racconto, fece una faccia di disapprovazione, reputando stupido il ragazzo in questione, che poi scoprì essere il famoso Justin Bieber.
Riuscii a non piangere raccontando quella storia, avendo sempre quei meravigliosi occhi puntati addosso, ed era come se sentissi che lui mi stesse dando un sostegno morale, una forza che prima non avevo.
—
Arrivati davanti a casa sua, aprì la porta, facendomi segno di entrare per prima.
Era meravigliosa, sicuramente meno dell'enorme villa del signorino Bieber, ma comunque bella e accogliente.
"Magari non ti sembrerà bella quanto la casa di Justin Bieber." Disse facendo un gesto con le mani come per acclamarlo e scoppiammo in una sonora risata.
"Ma dai, è carina no?" Chiese.
"È bellissima, Taylor." Risposi, mostrando un sorriso, ammirando la grande casa che mi si presentava davanti.
Sorrise anche lui, andando verso le camere.
"Questa potrebbe andare bene?" Chiese mostrandomi una camera molto carina con vari poster di cantanti famosi, per fortuna senza quello di Justin.
"Che bella, è di tua sorella?" Chiesi.
"Sì. Non abito con i miei genitori, ma ho fatto una camera anche per lei qui, la voleva e ci viene spesso." Affermò.
"Ah, ma non dò fastidio? Magari non vorrebbe che stessi nella sua camera." Chiesi, timida.
"Tranquilla, lei è una persona molto generosa e non le darebbe fastidio, affatto." Mi rassicurò.
Si sentì il mio stomaco brontolare, come sempre fai delle bellissime figure, Atena. Divenni tutta rossa.
"Hai fame?" Disse ironico, sorridendo e mostrando i suoi denti bianchi.
Abbassai lo sguardo, ridendo.
"Sei fortunata, non ho mangiato neppure io, e dovresti proprio provare la mia cucina." Disse, facendomi l'occhiolino.
"Mmm.. Adesso sono curiosa." Risposi, mostrando un altro sorriso, stavo sorridendo moltissimo, e questo pensiero fece allargare ancora di più quel mio sorriso.
"Mi segua, madame." Disse cortesemente, prendendomi sottobraccio.Anche la sua cucina era molto accogliente e mentre preparava mi raccontò di più su di lui.
Sorrisi ancora tutta la sera, la cena era buonissima, era davvero un bravo cuoco.
"Sei proprio una bella persona, sai?" Dissi sinceramente.
"È molto bello sentirlo, lo sei anche tu." Disse anche lui.
"Come mai mi hai invitata qui a casa tua? Insomma, sono una perfetta sconosciuta per te." Me lo chiedevo da tutta la sera.
"Si vedeva che avevi bisogno, e si vede anche che non hai cattive intenzioni." Disse, prendendomi la mano e notando il mio bracciale.
Si rabbuiò tutto d'un tratto, ed io ero molto imbarazzata.
Rieccoci di nuovo.
Di solito si impara dagli errori no?
Ecco, non è così per me.
Mi vide un po' persa, e tolse la mano, scusandosi.
"Mi dispiace, sono una persona molto aperta e non avevo pensato a quello che ti è appena successo, capisco che non è un buon momento e.." Disse, cercando di scusarsi.
"Ehi, tranquillo." Risposi con un sorriso rassicurante.
Contraccambiò, poco convinto.
Sparecchiammo la tavola, ma al posto del chiacchiericcio di sottofondo di prima, si fece spazio tra noi un silenzio imbarazzante.
Gli diedi la buonanotte, ringraziandolo per quello che stava facendo per me, e andai a dormire.
Lui rimase ancora un po' in sala, sul divano.Taylor
'Impossibile.' Pensavo.
Come poteva essere lei? O meglio, era lei?
Appena l'avevo vista, un brivido aveva percorso totalmente la mia schiena, e il mio cervello era partito.
Una persona normale avrebbe mai chiesto ad una sconosciuta di dormire a casa sua? Mai.
Sospettava qualcosa?
Mille domande mi assillavano, facendomi diventare pazzo.
Decisi di non chiamare Bella, evitando di darle false speranze.
Erano ormai quasi sedici anni che la cercavamo, senza mai trovarla.
Ricordava qualcosa? Sicuramente no, era troppo piccola.
Chi l'aveva presa? Dovevo chiederle più cose.
Quando mi raccontò di quel Justin, persi quasi il senno, ero così vicino dal trasformarmi, ma lei mi fece tornare 'con i piedi per terra', come 'uno spostamento di gravità'.
Dovevo inventarmi qualcosa per trattenerla ancora qui, lei era italiana.
Un attimo. Italiana? Italia uguale Volturi.
E riecco che la rabbia si fa spazio nella mia mente.
Ora che l'avevo 'provata' non potevo più allontanarmene.
Andai a sbirciare nella sua stanza, ormai dormiva, era così bella.
Aveva una mano sul cuscino, la mano con quel bracciale.
Ricordai:
Avere l'imprinting con una persona, significa che dal momento in cui la vedi, ogni cosa cambia. Tutto a un tratto non è la gravità che ti tiene attaccato al pianeta. Ma è LEI. Nient'altro ha importanza...per lei faresti qualunque cosa. Saresti disposto ad essere qualunque cosa.
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The Truth
FanfictionAtena ha sempre vissuto in una bugia. Dovrà scoprire le proprie origini, combattere per il proprio amore e vivere una vita completamente diversa da quella che ha sempre vissuto. Scoprirà l'esistenza di vampiri e licantropi, e, insieme ad essi, comba...