34 - La goccia che fece traboccare il vaso

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Renesmee
Era ormai da giorni che io e Leah avevamo deciso di intraprendere questa nuova esperienza ed eravamo andate a vivere in una modesta villetta ad Atlanta.
Quell'anno avevo appena terminato le scuole superiori, ma non avevo ancora idea dell'indirizzo di studi che avrei voluto scegliere e la scuola da frequentare per quanto riguarda l'università.
Quella mattina mi arrivò una lettera da parte di Aro e una dai miei genitori, non avevano per niente capito che volevo prendermi una pausa da tutti, sorrisi.
Non avevo mai avuto qualcuno che tenesse così tanto a me e anche se avevo detto loro di mantenersi distanti durante questo periodo della mia vita, ero felice di sentirli e che pensassero comunque alla mia situazione e a me.
Le aprii entrambe, avevano avuto la medesima idea, mi avevano inviato due carte di credito per mantenermi a distanza, dicendomi di non perdere altro tempo e di iscrivermi ad un'università.
L'idea mi balenava nella testa da qualche giorno, ma avevo i soldi a sufficienza per vivere, pagarmi l'università sarebbe stato impossibile.
Avevo deciso di accettare il tutto ma avrei lavorato anche io, trovando qualche mestiere non troppo impegnativo che mi avrebbe aiutata a tirare avanti fino a non aver più bisogno dei miei genitori e di Aro.
Scrissi delle lettere di ringraziamento, apprezzando il gesto, e comunicando loro che non sarebbe durato troppo questo periodo lontano dalla mia città, sarei tornata presto trasferendomi anche con l'università.
Anche Leah stava cercando un lavoro, lei si era laureata ad Harvard, lo avrebbe trovato di certo in fretta.
A Forks, dove viveva lei, lavorava in un negozio nella riserva per mantenersi, non aveva bisogno di molti soldi, a lei andava bene così.
Embry era il meccanico della città insieme ad alcuni del branco e guadagnavano abbastanza, dato che ogni cittadino andava a far controllare e riparare la macchina da loro.
Adesso lei aveva abbandonato tutta la sua vita per aiutarmi, le ero davvero grata.

Stavamo facendo colazione e parlavamo delle ultime novità, delle lettere, del lavoro e dell'università.
"Grazie Leah per tutto quel che stai facendo per me, non mi capacito del motivo e non comprenderò mai la pazienza e la voglia che tu stai avendo a restare qui con me."
"So di essere la persona giusta, che può aiutarti, farti crescere e maturare. Tu sei fantastica comunque, è un piacere stare qui con te." Disse, sorridendomi.
Non capivo il motivo per cui tutti la trattavano in modo brusco e antipatico, dicendo che ha un brutto carattere.
"Perché a casa ti consideravano sempre una persona antipatica e con cui non è divertente passare del tempo?
È strano, a me sembri veramente una persona meravigliosa, certo, tutti hanno i propri difetti, ma ci sono persone che ne hanno di peggiori..." Confessai, avevo appena reputato Forks la mia casa?
"Non sono sempre stata così sai, sono cresciuta con due genitori che mi hanno sempre trattata come una pezza, per questo io ricambiavo facendo del male agli altri, avevano ragione.
Dopo la storia con Sam poi, sapevo di essere uno scarto e che nessuno desiderava che io restassi ancora in quella città, così me ne andai.
Anche se non ero considerata molto simpatica le persone nella riserva dovevano accettarmi, facevo parte del branco, ma uscendo da quella nicchia capii come fosse veramente il mondo, le persone e che non potevo farmi condizionare dal mio passato, sarei dovuta essere forte e migliorare per me stessa.
Successero molte cose all'università, e cambiai molto.
Poi rincontrando Embry cambiai ancora tanto, cercando di comprendere anche i caratteri degli altri e di non restare sempre sola e indisponente.
Anche se tu non lo sai, Jacob è cambiato molto da quando sei entrata nella sua vita, ed è più facile anche mantenere una semplice conversazione con lui, al contrario di prima." Pronunciò l'ultima frase ridendo, dimostrandomi ancora una volta che non lo conoscevo alla perfezione, che io avevo imparato a capirlo solo quando era cambiato, che non avevo notato quanto stesse realmente facendo per me, mutando il suo carattere.
Sentendo quel nome percepii una stretta al cuore e mi resi conto che mi mancava davvero, avrei voluto tanto stare abbracciata a lui per ore come eravamo soliti fare, guardare film e ingozzarci di cibo per poi finire addormentati l'uno avvinghiato all'altra per il semplice bisogno di averci, possederci.
"Ho troppa paura Leah, ne ho troppa." Risposi sinceramente, indicando la mia storia con Jacob e il futuro che mi aspettava da vampiro, come sarei dovuta cambiare e maturare.
"Lo so bene, ma vedrai come sarai felice dopo. Per quanto riguarda Jacob sarà sempre lì, anche se potrebbe avere qualche scappatella per cercare di distrarsi come ha fatto fino ad ora, che non lo distoglierà dal pensiero di averti."
"Non voglio che abbia delle 'scappatelle'." Confessai ad alta voce, iraconda.
"Renesmee controllati... i tuoi occhi, i tuoi canini..."
Notai che mi stavo lasciando trasportare troppo dalle mie emozioni, il desiderio di vendetta verso tutte quelle ragazze che aveva avuto e che l'avevano fatto soffrire occupava tutta la mia mente, ma il pensiero di trovarlo con un'altra ragazza che non fossi io al mio ritorno era una delle mie paure più grandi.
Aveva colpito il mio punto debole, avrei saputo controllarmi se non fosse stato per la mia storia con Jake, non avevo paura di niente, la mia debolezza era lui e si era risvegliata.

I primi momenti della trasformazione indotta dalle parole di Leah furono terribili.
La gola bruciava, la mia mente impazziva in cerca di cibo o di qualcosa da distruggere, il mio corpo non reagiva più sotto il mio comando, ma era guidato dalla furia che aveva preso il sopravvento.
A quanto avevo scoperto questa rabbia era normale per i neo-vampiri; preso il loro punto debole reagiscono tutti alla stessa maniera, qualunque esso sia.
Leah chiamò la mia famiglia che cercò di parlarmi, di tranquillizzarmi, invano.
Erano molto preoccupati, lei cercò di rassicurarli dicendo che aveva la situazione sotto controllo, era una prova per capire quanto grande fosse il mio problema.
Forse troppo.
Fece un ultimo tentativo, chiamò Jacob ed Embry, che risposero tranquillamente al millesimo squillo.
"Ehi Leah, tutto bene?" Chiese Embry.
"Passami Jacob, è urgente." Rispose preoccupata.
Le passò Jake, che rispose ansioso.
"Leah cosa c'è che non va?"
"Ho cercato di far scattare qualcosa in Renesmee per iniziare a lavorare sul suo problema, la situazione mi è scappata di mano." Disse sincera e colpevole.
"Passamela." Sentenziò.
Dopo molti sforzi riuscì a farmi rispondere al telefono, ero completamente fuori controllo.
"Renesmee.
Renesmee cosa stai facendo?" Chiese preoccupato.
"J-Jacob... sei con qualcuna?" Domandai disperata e ancora sotto l'effetto della trasformazione.
"Certo che no, stai tranquilla, ti prego non farti del male.
Scusami ma questa distanza è durata troppo tempo, io non riesco a stare senza di te sapendo che sei veramente tu e che stai passando un periodo difficile.
Arrivo." Pronunciò nervoso e pieno di amore.
Quel discorso mi colpì molto e capii che non mi sarebbe servito lui qui, avrei dovuto dimostrare di sapermi reggere da sola.
"No Jacob, tu non verrai." Dissi tornando umana cercando di calmarmi.
"Sto già preparando le valigie." Ribatté deciso.
"No, riesco a farcela da sola vedrai, voglio essere forte senza aiuto, non voglio appoggiarmi a nessuno." Mi arrabbiai, non ero più una bambina.
"Bene, se è quello che vuoi, stai da sola, ma non tornare."
Riattaccò, furibondo.

Mi calmai, avevo capito la causa delle sfuriate, il perché non mi controllassi come prima.
Avevo sempre avuto questa natura sovrannaturale che non si era mai risvegliata a causa della repressione attuata da Aro, ma evidentemente vedendo la mia debolezza niente è più riuscito a controllarla.
Nessuno avrebbe dovuto saperlo, solo i miei cari, perché avrebbero potuto far del male a Jacob, e non me lo sarei mai perdonato.
Ma non c'era più un Jacob per me, lui non voleva più vedermi e l'avrei accontentato, questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 14, 2018 ⏰

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