14 - Oramai faceva parte della mia vita.

106 9 0
                                    

Atena
Quella mattina, controvoglia, decisi di andare da Justin, dicendo a Taylor che avrei chiuso con lui perché avevo capito che razza di persona era.
Non volevo andarci perché sapevo che avrei dovuto chiudere con lui, dovevo capire cosa provavo veramente.
Ma infondo non volevo farlo, provavo qualcosa per lui ed era difficile mettere fine a quello che avevamo creato anche in così poco tempo.
Mi alzai e mi preparai in fretta, dovevo uscire senza pensarci troppo, sennò mi sarei tirata indietro.
Arrivai da Justin, salutai Scooter e mi precipitai nella sua stanza.
Lui era ancora sul letto con delle buste di ghiaccio sul viso, sul capo e sulle mani.
Vidi che l'occhio colpito dal pugno di Taylor era diventato nero e sembrava gli fosse uscito molto sangue dal naso.
Mi sentii colpevole.
Subito mi sedetti sul suo letto, e lui si accorse della mia presenza, aprendo gli occhi.
Gli accarezzai la guancia, dolcemente.
Lui abbozzò un sorriso, che poi si trasformò in una smorfia di dolore.
"Fa tanto male?" Dissi con un filo di voce.
"Non ti preoccupare." mi rispose.
Cercava di fare tanto il duro, ma si vedeva che stava molto male.
Era strano, anche se immaginavo che gli facesse male, pensavo che almeno dopo un giorno tutto sarebbe passato, ma sembrava conciato piuttosto male.
Rimasi con lui e gli tenni compagnia per qualche ora.
Ero più decisa a dirgli tutto, così iniziai.
"È tutta colpa mia." Affermai.
"No, piccola, tranquilla, non è colpa tua." Mi rassicurò, cercando di sorridere.
"Justin, non voglio che ricapiti, e c'è un modo solo per impedirlo." Dissi, concisa.
"No, ti prego, non farlo." Mi chiese, implorante.
"È meglio per tutti e due, fidati." Dissi io, volevo capire quello che provavo veramente.
"No, io non voglio allontanarmi da te solo per quel bastardo." Rispose lui, arrabbiandosi.
"Mi dispiace, ma io non voglio che ricapiti mai più quello che è successo l'altro giorno." Affermai, sempre più decisa.
"Non m'importa di quanti schiaffi, pugni o calci dovrò prendermi, io voglio stare con te." Ribadì lui.
Il mio viso di addolcì.
Come poteva Taylor pensare che fosse una persona tanto orribile?
"Ci allontaneremo per un periodo, magari qualche volta ci vedremo, ma è meglio per tutti e due."
Dovevo prendermi del tempo per riflettere, e non volevo metterlo in pericolo un'altra volta.
Lui cercò di negare ancora l'evidenza, ma io non mi smossi da quella decisione.
Non volevo che gli facesse ancora del male, e dovevo capire cosa provassi veramente, anche se lasciando Justin avevo capito di più cosa sentivo per Taylor.
La prima volta che io e Justin ci eravamo separati, stavo malissimo, ma questa volta ero io a volerlo.
Così mi alzai dal letto, gli diedi un bacio sulla fronte per l'ultima volta, e lo salutai.
Mi scese una lacrima, ma era la cosa più giusta da fare.

Tornai a casa, da Taylor.
Solo ora iniziavano a sentirsi la tristezza e la paura di aver fatto la scelta sbagliata.
Prima ascoltavo solo la testa, cosa fosse più giusto da fare, ma ora il mio cuore pretendeva di essere ascoltato.
Entrai in casa, non riuscendo a sorridere come al solito, e Taylor lo notò.
"Piccolina, va tutto bene?" Disse premuroso lui, abbracciandomi.
"Si.." Non riuscii a finire di parlare che iniziai a piangere.
"Non so neanche perché sto piangendo, l'ho lasciato io." Mi ripresi, arrabbiata.
Mi sciolsi dall'abbraccio, furiosa con me stessa, e scappai in camera.
Lui mi seguì ed entrò in stanza con me, cercando di aiutarmi in qualche modo.
Era un po' un controsenso, cercava di essermi d'aiuto, ma l'unica ragione per cui avevo lasciato Justin era lui.
Cercava di darmi consigli anche in favore di Justin, voleva solo che io fossi felice.
Mentre parlava e cercava di consolarmi lo abbracciai forte e lui ricambiò, dandomi un bacio nell'incavo del mio collo, facendomi venire i brividi.
Appoggiai la testa sulla sua spalla, smettendo di piangere, lui mi rendeva felice.
Gli avevo raccontato tutto e lui mi aveva appoggiata e dato ragione, dicendo che era la cosa migliore da fare e scusandosi ancora per quello che aveva fatto dicendo 'avevo perso il controllo'.
Questa sua affermazione mi fece sorridere, ci teneva a me.
Chiacchierammo del più e del meno ancora un po', poi mi alzai e decisi di preparargli qualche piatto italiano, per ringraziarlo di avermi ascoltata.
Si fece una bella scorpacciata di pasta al ragù e devo ammetterlo, non era tanto male.
Diciamo che con Taylor anche quando una giornata stava andando per il verso sbagliato o succedevano cose non molto piacevoli, riuscivo ad essere felice, non in modo forzato.
Finimmo di mangiare ed andai a riposarmi, fino a quando, qualche ora dopo, Taylor mi chiamò.
Andai in sala e lo vidi intento a recitare una parte con un copione in mano.
"Atena, non riesco a fare questo pezzo perché mi serve qualcuno che reciti l'altra parte, potresti farla tu?" Mi propose.
Io? Io non so recitare, che figura.
"Si okay, ma ti avverto, sono uno schifo a recitare." Lo avvertii.
Non mi ascoltò ed iniziò la sua parte.
La storia tratta di due ragazzi che si incontrano dopo tanto tempo che non si vedevano, ma che erano innamorati l'uno dell'altra.
Non sapevano che l'uno ricambiava l'altra, ma in seguito al loro incontro lui scopre che lei si deve trasferire nella sua città, ed il suo cuore si riempie di gioia.
Mi aveva raccontato fino a qui, dovevamo recitare la scena successiva.
"Ho saputo che ti trasferisci in questa città, dove di preciso?" Mi chiese Taylor, ripetendo la parte di Liam.
Dovevo essere un po' timida, mi aveva spiegato lui, perché avevo paura di dire qualcosa di sbagliato e perché tutte le ragazze innamorate si impappinano quando parlano davanti al diretto interessato, e lo sapevo bene.
Gli dissi la via dove il mio personaggio si era trasferito, e lui mi prese la mano.
"Spero allora che ci possiamo vedere più spesso, visto che ora abiti vicino a dove vivo io." Disse, avvicinandosi a me, guardandomi con quegli occhi pieni di emozione.
Mi accarezzò la guancia e lo guardai imbambolata, ricordandomi che toccava a me parlare.
"Certo, ci vedremo sicuro, è bello rivederti, Liam." Dissi, riuscendo a non ridere, mostrando un sorriso.
"Bravissima. Grazie per l'aiuto." Mi disse Taylor, staccandosi da me e da quell'atmosfera stupenda che si era creata.
Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò in camera a fare una telefonata, ed io tornai nella mia stanza.
Dopo qualche ora, sentii Taylor chiamarmi un'altra volta.
"Atena, vieni, dobbiamo andare." Mi disse.
"Dove andiamo?" Chiesi, stranita.
"Vedrai." Mi rispose, misterioso.
"Odio non sapere." Dissi.
"È una cosa bella." Mi rassicurò.
'Tutto quello che viene da te è bello' pensai.
Risi a quel pensiero e lui mi guardò, sorridendo a sua volta.

The Truth Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora