All of me

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"Perché tutto di me ama tutto di te...
Amo le tue curve e i tuoi spigoli, tutte le tue perfette imperfezioni,
Dammi tutto di te, darò tutto me stesso a te...
Sei la mia fine e il mio inizio,
anche quando perdo, vinco...
Perché ti do tutto di me
e tu mi dai tutto di te...

Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges, all your perfect imperfections...
Give your all to me, I'll give my all to you...
You're my end and my beginning,
Even when I lose, I'm winning...
Cause I give you all of me
And you give me all, all of you..."
John Legend - All of me



Killian entrò in casa con una borsa da viaggio in mano.

Richiudendo la porta alle spalle, lasciò che l'aria notturna, carica di umidità, invadesse la stanza.

Emma, sdraiata sul divano, rabbrividì, mentre guardava di traverso sia lui che la sua caviglia fratturata, stesa su due cuscini che il ragazzo le aveva sistemato prima di andare in albergo a recuperare le sue cose.

Non le sembrava ancora una buona idea che lui si trovasse lì, in casa sua, nel posto incontaminato dai ricordi, il posto che aveva scelto per dimenticarsi di lui.

E invece eccolo lì.

Impegnato ad imporre la sua presenza.

E lei non aveva ne la forza ne la voglia di opporsi.

Indossava un paio di jeans e una camicia ed Emma pensò, con un moto di disperazione, a quanto fosse perfetto in ogni circostanza, qualsiasi cosa avesse addosso.

"Ti ho portato qualcosa da leggere."

Le porse una busta colma di libri, che lei aprì con curiosità.

Sbrircio' all'interno.

"E' uno scherzo?"

"No...perché?"

"Biancaneve e i sette nani? La bella addormentata?"

Killian scrollò le spalle.

"Pensavo volessi intrattenerti con qualcosa di leggero."

O meglio, pensava che sarebbe tornato utile per l'Operazione Recupero Memoria.

Lei rise.

"Si, lo farei. Se avessi sei anni."

"Se vuoi leggerli leggili. Altrimenti lasciarli lì. Io vado a sistemare la camera degli ospiti, poi scendo a preparare qualcosa da mangiare."

Si voltò per andare verso la scalinata.

"Non disturbarti. Tanto non ho neanche fame."

Si pentì all'istante di aver parlato, quando vide la sua espressione.

"Colin...aspetta!"

"Che altro c'è? Ti sta scomodo il divano? Mi dispiace ma quello non è colpa mia, l'hai comprato tu!"

"Scusa. Non volevo lamentarmi. Ti ringrazio, per i libri...per tutto."

Lui annuì, incamminandosi.

"Non muoverti di lì. Torno tra pochi minuti."

Che stupida.

Colin si stava comportando nel miglior modo possibile, anzi, riusciva a gestire quella situazione strana e imbarazzante molto meglio di lei.

Era attento e premuroso.

E lei lo ricambiava con acidità e sarcasmo.

Ma non poteva farne a meno.

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