I will be

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"Non c'è niente che potrei dirti,
niente che potrei mai fare per farti capire cosa significhi per me.
Tutto il dolore, le lacrime che ho pianto, continui a non dire addio ed ora so quanto andresti lontano.
So che ti fatto cadere...ma non sarà così adesso!
Questa volta non ti lascerò mai più andare via...
Pensavo di avere tutto, non sapevo cosa la vita ti potesse portare, ma adesso capisco, onestamente, sei l'unica cosa che ho fatto di giusto, l'unica che ho lasciato entrare in me...
Ora riesco a respirare perchè sei qui con me...

There's nothing I can say to you, nothing I could ever do to make you see what you mean to me...
All the pain, the tears I cried,
Still you never said goodbye and now I know how far you'd go...
I know I let you down but its not like that now, this time I'll never let you go...
Thought that I had everything I didn't know what life could bring, but now I see, honestly,
You the one thing I got right,
The only one I let inside...
Now I can breath cause your here with me...''
I will be - Avril Lavigne

"Questo fa male, molto male."

Felicity ricacciò indietro le lacrime, infilandosi in bocca l'ennesima caramella gommosa, borbottando tra i denti.

"Odio gli addii."

Emma, poco distante da lei, nella grande e caotica sala d'attesa dell'aeroporto di Starling City, le si avvicinò abbracciandola.

A vedere quella che era stata la sua migliore amica, il suo sostegno e il suo punto di riferimento sin dal primo momento in cui l'aveva conosciuta, con gli occhi lucidi, le si strinse il cuore.

Ripensò alla prima volta che aveva visto il suo viso, chino su di se, preoccupato ma rassicurante.

Aveva subito capito che c'era qualcosa di speciale in lei.

Le aveva promesso che tutto sarebbe andato per il meglio, e così era stato.

Centinaia di persone stavano facendo la fila per i documenti e, a pochi passi da questi, Killian, Belle, Tremotino ed Oliver stavano chiacchierando sommessamente.

Le due ragazze, invece, si erano appartate.

"Ti cadranno tutti i denti se continui a ingurgitare quelle bombe di zuccheri."

"Non me ne importa niente,mammina."

"Su, non fare cosí. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento."

"Avrei voluto ritardarlo. Non mi piacciono i saluti."

"Non dirlo a me."

"Saremo cosí distanti."

"Abbiamo vissuto lontane per oltre un anno."

"Lo so. Ma New York era vicina. Sapevo di poter essere da te in un istante. Ora te ne andrai molto più lontano. Il Minnesota e' tutta un'altra storia. E chissà quando ci rivedremo."

Era quello che avevano raccontato.

La versione ufficiale era che venivano dal Minnesota, e dovevano tornarci perché lì c'erano le loro famiglie e i loro amici.

La loro vita, insomma.

In realtà, avevano fretta di tornare a Storybrooke.

La loro vera casa.

Dovevano sapere assolutamente quale destino era toccato agli altri.

Se erano tornati là o erano stati scaraventati in una parte qualsiasi del mondo, com'era successo a loro.

Al pensiero di Henry, Emma si portò una mano alla testa.

Era terribilmente preoccupata per suo figlio e, inoltre, le mancava da morire.

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