Panta Rhei - Armin van Buuren

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Mentre attraversavamo la strada, Lorenzo, non curante delle macchine, allentò il passo, leggendo uno dei tanti messaggi delle sue fan. Non avrebbe dovuto farlo.

"LORI!" urlai, un attimo prima che una macchina gli si fiondasse addosso. Lorenzo fu scaraventato qualche metro più avanti, la macchina frenò di colpo. Io corsi da lui, terrorizzata.

" Ommioddio mi dispiace, non l'avevo proprio visto!" disse l'uomo al volante.

" Stia zitto e.." mi voltai verso di lui. Samuel?

" Tu. L'hai fatto di proposito, vero? Lascia stare, aiutami a girare Lorenzo, e chiama l'ambulanza." gli urlai. Lorenzo non rispondeva. Era immobile. Respirava affannosamente, del sangue gli sgorgava dal braccio e dalla tempia, aveva due brutti tagli.

Samuel compose il numero del 118 in fretta, parlò velocemente.

" L'ambulanza sarà qui a momenti." disse.

" Benissimo, ora strappa un lembo della tua camicia."

"Ma io non.."

" FALLO."

Samuel obbedì, tagliando l'angolo della sua camicia.

Melo passò, e a mia volta lo divisi in due pezzi. Con ciascun pezzo di stoffa cercai di fermare l'emorragia nei due diversi tagli. L'ambulanza arrivò, caricarono il corpo di Lorenzo in barella, e lo salirono nella vettura. Io rimasi con lui.

" Lore, se mi senti, non ti azzardare a lasciarmi. Ho già perso troppe persone, non posso permettermi di perdere anche te." dicevo, piangendo. I soccorritori cercarono di tranquillizzarmi.

" E' sua sorella?" mi chiesero.

" Sono la sua fidanzata. Mi chiamo Noemi." risposi, tenendo gli occhi fissi sul volto di Lorenzo.

" Si calmi, non è in pericolo di vita. Dovremo fargli diverse trasfusioni, suturare le ferite, e dargli degli antidolorifici, ma si rimetterà."

Non mi sentivo affatto meglio. Era solo colpa mia. Mia e della mia stupida idea di andare al parco. Appena avrei rivisto Samuel, l'avrei fatto a pezzi.

Arrivammo in ospedale, ma non mi permisero di entrare in sala operatoria.

Un medico uscì, lo seguii mentre parlava con un'infermiera.

" Ci serve del sangue A+, lo porti in sala operatoria."

"Ma signore, non ne abbiamo più."

Io continuavo a seguirli. Poteva morire dissanguato?

" Io sono A+. Forza, prelevate pure." dissi, mostrando il braccio, toccandomi la vena.

Non ci pensarono due volte.

Finita la trasfusione, portarono le flebo col mio sangue in sala operatoria.

Rimasi chiusa fuori ancora una volta. Avvertii Martina, che si precipitò subito in ospedale.

" E' stato Samuel, lui.. lui l'ha fatto apposta.. Non gli andava giù il fatto che io amassi Lorenzo.. e l'ha investito di proposito.. io..io.." ma niente, scoppiai in un pianto che sembrava non voler finire.

Martina mi accarezzava la fronte, cercando di tranquillizzarmi.

Un medico venne verso di noi.

" L'operazione è andata bene. Grazie al suo sangue, il suo amico.."

"Ragazzo." specificai.

"Il suo ragazzo si riprenderà in poco tempo.Adesso sta dormendo."

"Possiamo entrare?" chiesimo in coro.

" Certamente." rispose il medico.

Lorenzo era nel letto, aveva delle bende sparse qua e là, ma sembrava respirare regolarmente. Avevo un forte bisogno di abbracciarlo,ma non potei. Non finchè non si sarebbe svegliato.

Decisi di fare i turni. Arrivavo da lui la sera alle 21, facevo il turno di notte, e la mattina Martina mi dava il cambio. Usammo questo schema fino al suo risveglio, dopo il terzo giorno.

" Noe.." sentii mugolare il mio nome. Mi voltai verso Lorenzo, che sorrideva.

" Lori." dissi, mentre una lacrima scendeva solitaria sul mio zigomo. " Mi sei mancato tanto."

"Anche tu,stellina." rispose.

" Devo chiamare il medico. Mi aveva detto di avvertirlo non appena ti saresti svegliato." continuai, prendendo il cellulare tra le mani.

Il dottor Jhonson non ci mise nulla a catapultarsi nella stanza.

" Come sta, signor Ostuni?" chiese gentilmente.

" Mi sento meglio, grazie. Ma per favore, mi chiami Lorenzo." bisbigliò lui, con un filo di voce. Era molto provato dall'incidente.

" Bene. Adesso che siete entrambi coscienti, devo darvi una notizia. Non so se riuscirete ad accettarlo.." disse il medico, tenendo tra le mani un fascicolo.

Io e Lorenzo ci guardammo.

"Dica pure." cominciai io.

" Signor Ostu.. Lorenzo. Avendo finito le scorte di sangue A+, abbiamo utilizzato quello della signorina al suo fianco per le trasfusioni nel suo corpo." iniziò Jhonson.

Lorenzo mi guardò felice, e mimò un ' grazie' con le labbra.

" Facendo alcuni test"continuò il medico," abbiamo riscontrato delle anomalie. I vostri filamenti di dna erano davvero simili, fin troppo simili. E abbiamo scoperto una cosa." fece una piccola pausa.

Iniziai ad avere paura.

" Lorenzo.. Noemi è sua sorella." terminò.

Cosa? Come diamine era possibile? Voglio dire, i miei genitori erano morti.. i suoi, vivi.. ero davvero confusa.

Lorenzo rimase scioccato.


SALVAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora