Inghilterra, Holms Chappel.
Il tempo, le ore, i giorni, le settimane, gli anni.
Anni lontana da casa mia, anni lontana dalla mia famiglia, anni lontana da tutto ciò che avevo di più caro, anni lontana da lui.
Quanti anni ho passato pensando e ripensando alle parole giuste da dire una volta tornata a casa. Quanto tempo ho impiegato cercando di formulare un discorso, una scusa plausibile per essere stata lontana per tutto questo tempo.
Mi avrebbero riconosciuta ?
Lui si sarebbe ricordato di me ?Mi era mancato tutto, tremendamente tanto da spingermi a tornare a casa nell'incertezza di sapere se mi avrebbero mai perdonato.
Il giardino del paese era da sempre stato il mio posto preferito, un luogo calmo, silenzioso e solitario. Se non ci andavo sola ero con lui, eravamo sempre insieme.
Il muretto rosso davanti ai miei occhi è ancora pieno di scritte, ma una più di tutte spicca tra le altre. È grande, scritta in maiuscolo, ha una calligrafia disordinata, rotta, quasi come se fosse stata scritta da un bambino.
HARRY.
L'aveva scritta lui, anni prima. Attorno ci sono decine di scritte, tutte più o meno innocue come la sua.
Quella grande scritta è ancora molto evidente, se pur un po' sbiadita.
Adesso, che mi ritrovo in questo posto, in questo luogo che è sempre stato casa mia, mi sento più smarrita che mai. Casa mia è proprio dal altro capo della strada, di fronte a questa distesa enorme di prato e accanto a casa di Harry e della sua famiglia.Attraverso la strada con poca attenzione, non passa mai nessuno di qui in auto in ogni caso. Quando sono davanti alla porta non so se bussare o meno. Ho paura. Tutto potrebbe andare bene, come potrebbe accadere l'esatto opposto ed in questo preciso istante sono più convita della seconda ipotesi piuttosto che della prima.
Ci sono così tante ragioni per cui tutto potrebbe andare storto. Quattro anni fa partendo ho lasciato la mia famiglia e i miei amici qua. Ho lasciato tanta rabbia e tanto dolore. Sono partita con la consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima e adesso che sono tornata a casa, non ho la minima idea di come potrebbero andare le cose.Prendo in me una piccola porzione di coraggio e busso alla porta.
Sembra esserci qualcuno in casa. Vengono diversi frastuoni da dentro l'abitazione. Sento diverse voci diverse e non riesco a riconoscerne nemmeno una. Questo mi spaventa. E se mamma avesse cambiato casa?È troppo tardi quando penso di andare via, perché qualcuno viene ad aprirmi alla porta.
Non ho sbagliato casa. Riconosco la donna di fronte a me e nonostante veda nei suoi occhi castani un po' di smarrimento capisco che anche lei mi riconosce.
"Elisabeth." È Anne, la mamma di Harry. Intuisco che stanno sicuramente pranzando tutti insieme, la mia famiglia e la sua. L'ansia sale alle stelle e le miei mani iniziano a sudare. Non riesco ad immaginarmi dentro questa casa in questo istante. Non riesco ad immaginarmi mia madre in lacrime e Harry furioso con me. Inizio a guardarmi in torno mal grado non ci sia nulla da guardare.
Anne mi sorride debolmente mentre mi fa cenno di entrare in quella che un tempo era casa mia.
Esito. Tutto questo forse è un grande sbaglio, non sarei mai dovuta tornare." Forse è il caso che torni un'altra volta." dico, in modo semplice, con una calma che quasi non mi appartiene.
" Dovresti entrare. Tua madre sarà felice di vederti." scuoto la testa impaurita. Nell'istante in cui ho bussato alla porta l'idea di ricongiungermi con il mio passato è diventata reale. Il coraggio che pochi istanti prima ebbi era scomparso. Tutti i dubbi e le paure che mi avevano accompagnato nei giorni scorsi, a casa mia a Londra, quando riflettevo se sarei dovuta tornare o meno a casa, su come sarebbero andate le cose una volta tornata a casa, esplosero nella mia mente, annebbiandomi del tutto.
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Years · h.s
Fanfiction*Dalla storia* La melodia continua lenta e io non posso non chiedermi se per caso non sia già nel mio letto e questo sia tutto frutto della mia mente. Così, un po' per comprendere se sono per davvero nel mondo dei sogni, un po' per il bisogno di god...