Ventidue

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"Sai che Vicky ha una cotta per te?" L'aria inglese notturna questa sera sta mettendo a dura prova il mio corpo, il quale in questo momento vorrebbe stare sotto un piumone con una tazza di cioccolata calda tra le mani.

Le strade solo leggermente innevate, così come i tetti delle case o delle auto, compresa quella di Harry, il quale tenta di liberarsene a mani nude di una buona parte avendo anche successo.

"Sì, perché?" Harry dall'altra parte dell'auto ride, mentre con la mano destra apre lo sportello per entrare nel veicolo.

"Nulla, non pensavo te ne fossi accorto." Dissi con sincerità entrando anche io in macchina.
Non conosco bene il motivo per il quale ho tirato fuori questo argomento, credo mi sia solo venuto in mente e oggi mi sono sentita così a mio agio nel nostro rapporto da darmi la confidenza di poter tirar fuori un argomento del genere.

"So quando una ragazza è attratta da me Elisabeth." La frase stessa, il modo in cui venne detta e il dettaglio del mio nome per intero alla fine mi lasciò pensare per qualche secondo che dietro alla sua frase ci fosse altro, gli diedi poca importanza comunque e proseguii con il discorso.

"A te piace?" In un contesto nel quale le birre precedenti non fossero esistite non avrei avuto il coraggio di fare questa domanda, ma considerando che quelle birre esistono e anche abbastanza di freni non ne ebbi molti.

"Non romanticamente. Come mai tutta questa curiosità?"

"Domandavo e basta." Feci spallucce, ma non credo Harry se ne accorse poiché molto concentrato sulla strada.
La radio ancora non funziona, da fuori non provengono molti rumori, dentro l'auto altrettanto, si percepisce solo il rombo del motore della macchina.

Mi fa ancora strano stare in macchina soli, conscia del fatto che stiamo bene insieme. Fa strano perché nonostante ci sperassi non pensavo che ci saremmo riusciti, sopratutto così, in un modo così diverso, ma ugualmente appagante.

L'altro giorno ero in camera mia, circondata da elementi che mi ricordano la mia infanzia e adolescenza, lì mi venne inevitabile mettermi a pensare, fermarmi per ricordare chi sono stata e le cose che mi sono successo. Quando accade è difficile controllare i ricordi, un bel ricordo può essere susseguito da tanti altri belli, ma anche da brutti momenti, e quando succede che i brutti momenti si accavallano uno dopo l'altro è difficile rimanere distaccati e non crollare. L'altro giorno è bastato molto poco per farmi sentire una stretta allo stomaco, infatti ho dovuto solo osservare una foto mia da bambina, che subito l'immagine di mio padre mi si è palesata davanti. A quel punto ho incominciato a tirar fuori dalla mia mente quei due ricordi di noi insieme, i pianti di mia madre, le urla, le discussioni con Harry e così via, fino a ritrovarmi senza nemmeno accorgermene con la foto in mano bagnata da delle lacrime che cadevano da mio viso.

Non è semplice staccarsi da proprio passato, anzi non credo sia possibile. Ho capito a lungo andare che sono ciò che sono solo per quello che ho vissuto, nel bene e soprattutto nel male. Tutte le esperienze vissute mi hanno formato e quelle che vivrò continueranno a formarmi e non posso pretendere di dimenticarle, non posso far finta che mio padre non sia mai esistito o che io e Harry non siamo mai stati migliori amici. Non è possibile dimenticare, vorrebbe dire quasi negare chi si è stati e non è corretto. Ciò che si dovrebbe fare è comprendere e accettare la propria storia, se fa male bisogna imparare a vivere con essa, non facendo finta che non sia mai esistita, ma studiare cosa ci fa male e perché, per imparare a superare il dolore se possibile. Ho commesso l'errore in passato di forzare me stessa a dimenticare mio padre. È stata una delle scelte più sbagliate che abbia mai potuto fare, pretendere che non esistesse non ha fatto altro che riempire uno spazio in me, il quale ad un certo punto, quel tre febbraio 2017, è emerso  portandomi al baratro.
Quel giorno, nella mia stanza, mi sono resa conto che non avrei dovuto commettere lo stesso errore con Harry. Non possiamo far finta di non essere mai stati importanti l'uno per l'altro, credo però che di ciò entrambi ne siamo consapevoli e per questo oggi, tra queste mura di acciaio, io e Harry stiamo bene.

Years · h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora