Solitamente quando si dice "sarà una cosa tranquilla" collegato a "casa" non è mai una cosa tranquilla. Ricordo ancora quando io riuscì a coinvolgere Kate ad andare a casa di questo mio amico, proprio perché mi era stato assicurato che sarebbe stata una cosa per pochi e poi poche ore dopo scoprimmo che vi era tutta la scuola, alcool, erba e anche qualche poliziotto ore dopo.
Non mi sarei mai aspettata quindi di entrare in casa e vedere quattro persone in croce, pizza, patatine e due misere birre. Siamo veramente cresciuti? Sarà finito il tempo delle feste selvaggie?In piedi davanti al frigo cerco una birra per me, Niall era stato molto gentile, mi aveva presentato a tutti e Louis non aveva perso tempo a offrirmi da bere e cibo all'istante.
Rifiutai però, mi sentivo troppo al centro dell'attenzione di tutti, quattro persone, e mi imbarazzai."Ti è venuta sete adesso?" Sento una voce dietro di me prendersi gioco di me. Con la mano ancora sul frigo mi giro e scorgo il viso di Louis. Ha due occhi magnetici, così blu, così profondi, sembra averne passate così tante che a guardarli troppo mi spavento che possano rivelarmi le più sconvolgenti tra le cose.
"Un po'. È casa tua questa?"
"Sì, ormai vivo da solo da un po', è piccola, ma accogliente." solleva le spalle e porta la birra che ha nella mano destra tra le labbra.
"A me piace, mi ricorda il mio appartamento a Londra. Piccolo e accogliente come questo." Sorrido, lasciando sfuggire dalle mie labbra un sospiro. Vorrei dirgli di più, ma quando il mio telefono suona lo afferro e devo assolutamente rispondere.
Mimo uno "scusa" con le labbra per poi allontanarmi.
"Pronto?"
"Allora? Quando pensavi di chiamarmi e farmi sapere com'è andata?" il tono di Jen è decisamente arrabbiato, posso immaginarmela passeggiare per casa sua un po' gobba, con il dito puntando verso il vuoto e un espressione turpe.
"Ti avrei chiamata appena avuto il tempo J."
un po' annoiato le rispondo mentre mi sposto sul retro della casa, passando per la porta che si trovava in cucina.
"Non chiamarmi J e racconta stronza."
"In realtà non ti ho chiamata perché non so che dirti, ora come ora sono a casa di un amico di Kate." rispondo sincera, io non so che dirle, non so cosa pensare io di tutta questa situazione, figuriamoci riuscire a spiegarla a qualcun altro.
"È strano?"
"È più che strano Jen, è tutto così uguale, eppure non sento nulla di tutto ciò casa. Sto cercando ancora di abituarmi."
dall'altro capo del telefono sento un sospiro. Mi dispiace, so che Jen mi vuole molto bene, quanto io ne voglio a lei e so che a sentirmi così ci rimane male, proprio come farei io, ma altro non posso fare.
"Beth, so che forse non dovrei chiedert-" la interrompo prima che possa concludere la frase, so cosa vuole chiedermi, la anticipo perché non mi va di parlarne ora e preferisco tagliare corto.
"È scappato via quando mi ha vista, era piuttosto arrabbiato... Non credo riuscirò a parlarci presto."
"Risolverete Beth, vedrai."
So che lo dice per consolarmi e ciò mi fa piacere, ma ne io ne lei sappiamo come andranno le cose veramente.
Passai qualche altro minuto al telefono, poi riattaccai ed entrai in casa.
Passando per la cucina presi la birra che tanto desideravo prima e dopo andai verso il salone. Feci due passi e mi trovai già quasi al centro della stanza, essendo piccola la casa passare da un ambiente all'altro è abbastanza semplice.Vidi Kate parlare con una ragazza, stanno ridendo, le immagino spettegolare di qualcosa. Curiosa mi avvicinai.
"Els, di a Chloe quanto sono brava a fare cocktail!" la mia amica urla portandosi la mano alla bocca per coprirsela mentre ride. Di già brilla?
"Kat fai abbastanza pena." Rido e la ragazza di fianco a me fa lo stesso. "Saresti capace di avvelenare qualcuno." continuo.
"Sei crudele." Kate sbuffa sconfitta. La osservo, la vedo concentrata su di me, come se cercasse qualcosa o avesse bisogno di qualche informazione da me. Quando mi chiede di allontanarci capisco che deve dirmi qualcosa e spero soltanto che non voglia chiedermi cosa è successo oggi a casa mia.
Superiamo il divano grigio e ci sistemiamo all'angolo della stanza, vicino la porta della cucina.
Siamo solo io e lei, ma sono abbastanza sicura che se iniziassimo a parlare tutti nella stanza ci sentirebbero.
"Els, senti, non te l'ho detto prima perché speravo tu venissi, ma Louis è un amico stretto di Harry e potrebbe arrivare da un momento all'altro." Kate sussurra, ma le sue parole arrivane alle mie orecchie forti e chiare.
Faccio un respiro profondo. Il cuore batte un po' più forte del solito, così sono costretta a inspirare e espirare.
"Lui sa che sono qui?" le domando, spaventata? Lei scuote la testa; no, lui non lo sa. Che faccio? Rimango o vado via? Se mi vedrà scapperà di nuovo?
Mille domande mi frullano per la testa, non riesco a pensare lucidamente. Ho bisogno di aria, penso. Ho bisogno di spazio, ho bisogno di sedermi.
Perché ho così paura?

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Years · h.s
Fanfiction*Dalla storia* La melodia continua lenta e io non posso non chiedermi se per caso non sia già nel mio letto e questo sia tutto frutto della mia mente. Così, un po' per comprendere se sono per davvero nel mondo dei sogni, un po' per il bisogno di god...